Il PSD è il formato proprietario di Adobe Photoshop ed è l’unico a supportarne tutte le caratteristiche, oltre al formato PSB. La sua stretta integrazione con i vari programmi della suite Creative Cloud vi permette di utilizzarlo in tantissime applicazioni come Adobe InDesign, Illstrator, After Effects, GoLive e Adobe Premiere, garantendovi di mantenere le caratteristiche di Photoshop. In questa guida andiamo a scoprire nel dettaglio cos’è il formato PSD, come funziona e perché è utile.
PSD: cos’è e come funziona
Il PSD, acronimo di Photoshop Document, è il formato proprietario di Adobe Photoshop per il salvataggio delle immagini digitali. Chi di voi utilizza questo programma per l’editing fotografico sa benissimo come funziona e non c’è assolutamente bisogno di ribadirlo, ma per tutti coloro che non conoscono il suo funzionamento diventa complicato capire come agisce questo formato, ed è quindi di essenziale importanza parlarne un attimo. Photoshop lavora tramite i cosiddetti livelli: ogni modifica che viene apportata all’immagine può essere realizzata su diversi “piani”, così da avere tanti livelli, appunto, ognuno dei quali è dedicato ad una particolare elaborazione. È possibile crearne uno per il bilanciamento del bianco, uno per la tonalità, un altro ancora per la luminosità e via dicendo per ogni lavorazione che comprende maschere, trasparenze ecc… Questo serve per avere tutto il processo di lavoro sotto controllo, sapendo in ogni istante su quale livello è stata fatta una determinata modifica e non ritrovarsi a dover continuamente cliccare ctrl+z (o command+z su Mac) per tornare indietro, magari anche di diversi passaggi, vedendo le lavorazioni scomparire e trovarsi a dover rifare tutto. Grazie a questa funzionalità di Photoshop potrete agire singolarmente su ogni modifica, quindi se inizialmente avevate impostato un bilanciamento del bianco che non è più di vostro gradimento man mano che lavorerete la foto, potrete andare sul suo livello e cambiarlo senza alterare il resto dell’editing, per poi tornare alle ultime modifiche; una caratteristica importantissima che ha aiutato (e non poco) Photoshop ad ottenere la fama che ha, ossia quella di essere uno dei migliori programmi per l’editing fotografico al mondo, se non il migliore per certe lavorazioni.
Il formato PSD contiene praticamente tutte le informazioni del vostro processo creativo: i livelli, le maschere, i profili ICC, gli spazi colore, le trasparenze, i testi, i canali e i punti colore dell’immagine. Il suo funzionamento è semplicissimo poiché, non appena andrete a salvare la fotografia che state lavorando, automaticamente il programma creerà un file PSD sul computer che vi sarà possibile aprire in qualsiasi momento per ripartire dal preciso punto in cui l’avrete salvato. Come potete intuire, diventa comodo anche nel caso ci fosse un’interruzione della sessione di editing e vi trovaste nella situazione di dover proseguire in un secondo momento. Altra caratteristica molto importante del PSD è la possibilità di utilizzarlo con tantissimi programmi appartenenti alla suite Creative Cloud come After Effects, GoLive, Illustrator, InDesign e Adobe Premiere, così da avere un’ottimizzazione totale del workflow se siete tra gli utilizzatori dei questa serie di software.
Le immagini possono essere salvate in due modi diversi: 16 bit per canale e HDR (High Dynamic Range), o 32 bit come file PSD.
DNG: vantaggi e svantaggi
Il DNG possiede tutti i vantaggi che vi ho elencato sopra, risultando perfetto per l’editing fotografico, forte di un supporto che negli ultimi anni è stato esteso a diverse tipologie di software e device, tra cui smartphone e tablet. Sui nostri amati “piccoli computer senza tastiera“, come mi piace chiamarli ogni tanto, è possibile installare la versione completa di Photoshop e salvare le immagini in formato PSD, fattore molto importante soprattutto negli ultimi anni in cui questi prodotti sono diventati veri e propri strumenti di lavoro con i quali editare e trasferire immagini velocemente, senza il peso di portarsi un notebook dietro durante le trasferte o i viaggi fotografici.
Non esistono veri e propri svantaggi nell’utilizzo del PSD, solo una piccola restrizione a cui tantissimi formati d’immagine devono sottostare: il limite massimo di altezza e larghezza è di 30.000 pixel, anche se è stato superato dal PSB (Photoshop Big), l’altro formato proprietario del produttore, che permette di arrivare a ben 300.000 pixel.
PSD: altri formati di Photoshop
Il PSD non è l’unico formato utilizzato da Adobe:
- PSB: il formato di Photoshop che vi ho citato prima supporta i documenti con un massimo di 300.000 pixel in altezza o larghezza e mantiene tutte le informazioni del programma (quindi livelli, maschere, effetti ecc…). Con questo formato è possibile salvare le immagini HDR a 32 bit per canale;
- Photoshop 2.0: grazie a questo formato è possibile aprire un’immagine nella versione 2.0 del programma o esportarla per un’applicazione che la supporta. Salvare l’immagine in questa maniera implica l’unione di tutti i livelli e la cancellazione delle loro informazioni originali;
- Photoshop DCS 1.0 e 2.0: il formato Desktop Color Separations è una versione del EPS standard e permette di salvare le varie selezioni colore di immagini CMYK. Per stampare questa tipologia di file bisogna usare una stampante PostScript;
- Photoshop EPS: questo formato, il cui nome completo è Encapsulated PostScript, può contenere sia grafica vettoriale che immagini bitmap ed è supportato da quasi tutti i programmi di grafica e illustrazione esistenti. Supporta i metodi di colore Lab, CMYK, RGB, Due tonalità, Scala di grigio, Bitmap, Scala di colore e i tracciati di ritaglio, ma non supporta i canali alfa. Risulta molto comodo per il trasferimento di grafiche tra diverse applicazioni;
- Dati raw Photoshop: da non confondere con il formato RAW (di cui vi abbiamo parlato nell’apposita guida), è un formato flessibile per il trasferimento di immagini tra applicazioni e piattaforme. I file salvati in questa maniera non possono contenere i livelli ma, di contro, possono avere qualsiasi dimensione di peso e pixel. Il processo consiste in flussi di byte che scrivono i dati sui colori nell’immagini, mentre il programma indica il numero di canali necessario per descrivere l’immagine ad eventuali canali supplementari. L’immagine può essere salvata in due formati: interlacciato e non interlacciato, il primo in grado di salvare i valori dei colori in sequenza;
- DNG: il DNG è un formato d’immagine creato da Adobe e divenuto poi di pubblico dominio. I suoi vantaggi sono innumerevoli ed è molto utilizzato dai fotografi professionisti. Per avere maggiori informazioni su questo formato vi consigliamo di leggere la nostra guida DNG: cos’è e come funziona.
PSD: programmi supportati
Esistono alcuni programmi che supportano la visualizzazione dei file PSD, oltre a Photoshop:
- GIMP: è uno dei più conosciuti ed utilizzati software gratuiti per il fotoritocco delle immagini, fruibile sia su Windows che su OS X;
- IrfanView: questo programma, esclusivo Windows, vi permetterà di aprire eventuali file di qualsiasi tipo senza aver bisogno di installare Photoshop, compresi i PSD;
- Anteprima: Disponibile esclusivamente per i sistemi OS X, questa applicazione preinstallata di serie vi consente di visualizzare immagini e documenti in tantissimi formati differenti, oltre la possibilità di apportarci eventuali modifiche molto basilari;
- PSD Viewer: programma scaricabile che vi permetterà di vedere i file in questo formato, come presumo si intuisca dal nome;
- Photopea: se non voleste installare nulla sul vostro computer, perché non vi va o non lo ritenete necessario, è possibile per voi utilizzare questo programma online per la visualizzazione dei PSD.
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Speriamo che la guida su questo formato fotografico sia stata di vostro gradimento. Noi di FotoNerd abbiamo stilato un percorso di guide per chi volesse capire gli aspetti fondamentali per imparare a fotografare o semplicemente approfondire determinati concetti legati a questo mondo:
- Formati di immagine in fotografia
- RAW
- JPEG
- RAW vs JPEG
- Composizione fotografica
- Sensore fotografico
- Sensibilità ISO fotografia
- Tempo di esposizione
- Messa a fuoco
Se foste alla ricerca del vostro primo corpo macchina o aveste l’intenzione di fare un upgrade dell’attrezzatura in vostro possesso, vi consigliamo la lettura delle nostre guide all’acquisto:
- Migliori reflex
- Migliori mirrorless
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