La diffusione dei social, la comunicazione sempre più rapida, le storie su Instagram, i post su Facebook e le campagne sponsorizzate con regole restrittive hanno sicuramente cambiato il modo in cui, ultimamente, vediamo e interpretiamo la pubblicità. Eppure, come tale, la pubblicità è sempre stato visto come “l’elemento che rompe”. Vi ricordate quando ancora esisteva la televisione normale, ormai 50 anni fa, e la pubblicità interrompeva la scena clou di un film? Non è questo il caso, ovviamente, perché McDonald’s ha creato qualcosa di unico che fa della composizione fotografica e dell’utilizzo della luce un’eccellenza unica. Vediamo i dettagli.
Pubblicità McDonald’s Bacio: cosa (fortunatamente) non hanno fatto
Si, scherzavo ovviamente, la televisione esiste ancora e anche la pubblicità che interrompe le scene clou, volevo vedere se eravate attenti e nascondere la mia convinzione di essere già nel 2077. Ad ogni modo, spesso ho personalmente la convinzione che alcune pubblicità siano fatte giusto perché così dev’essere: viene messo del budget a disposizione (e non poco), un team creativo, giorni o mesi di lavoro e poi il risultato è un “COMPRA ASSOLUTAMENTE QUESTA COSA, ALTRIMENTI PERDI LO SCONTO”, insomma, tutto ciò che una pubblicità, secondo me, non dovrebbe comunicare. Credo fermamente nel fatto che scrivere “compra ora” “acquista” “approfittane subito” e altre cose del genere sia un errore, perché stanzia nel nucleus accumbens una sensazione negativa, pensieri di “obbligo” che, alla fine, non portano a nulla. Ecco perché ho sempre creduto nella pubblicità creativa, quella che comunque comunica l’intenzione, da parte dell’azienda, di venderti qualcosa. La differenza però è il modo in cui viene fatto, il rapporto che si instaura con l’osservatore, l’obiettivo di lead generation nascosto ben prima della call to action richiesta, oppure quelle situazioni in cui una call to action nemmeno serve, come la nuova pubblicità di McDonald’s.
Pubblicità McDonald’s Bacio: l’idea di una campagna straordinaria
Come vi dicevo prima, il mondo della pubblicità oggi è contorto, complesso, spesso disperato, ma per fortuna, con mio estremo piacere, spesso c’è anche spazio per chi le idee le ha davvero e riesce a trasmettere con una semplicità disarmante il messaggio che deve passare, che alla fine è sempre il solito, ma viene interpretato subdolamente dall’osservatore che si convince della cosa e decide di dare dei soldi all’azienda, un po’ come farebbe Fry.
Si ecco, questa è l’esatta reazione che ha sviluppato in me la straordinaria pubblicità “del bacio” pubblicata di recente dall’azienda americana. Sono una persona semplice: vedo un lavoro creativo intelligente e non il classico spottone? Spendo i miei soldi volentieri e, pur non essendo un grande amante del cibo di McDonald’s, mi è subito venuta voglia di un Big Mac.
Perché tutto questo? Perché è come se mi sentissi di premiare questo studio creativo.
L’idea di questa campagna è partita dalle menti dell’agenzia TBWA, sigla di Tragos Bonnage Wiesendanger Ajroldi, una delle più importanti agenzie pubblicitarie al mondo. Fondata a Parigi nel 1970, l’agenzia ha diverse sedi in tutto il mondo che raggruppano i migliori creativi e li mettono al lavoro per realizzare qualcosa di unico. Per essere più specifici, la nuova campagna di McDonald’s arriva dalla sede thailandese, dove con un paio di flash da studio, gelatine colorate e modelli presi a dovere, hanno creato qualcosa di fantastico. Ed ecco che entra in gioco la fotografia.
Pubblicità McDonald’s Bacio: foto che dovrebbero passare alla storia
Mi sento vicino ai creativi di questa ed altre agenzie perché comprendo quanto sia difficile realizzare campagne pubblicitarie che sembrano complesse ma che, effettivamente, includono un’idea molto basilare sviluppata egregiamente. Si, perché, come vi dicevo, in queste foto promozionali per hamburger e panini vari di McDonald’s, c’è un grande utilizzo della composizione fotografica, che fa da padrona per tutta la campagna insieme alla luce, fondamentale per la corretta riuscita del lavoro.
La “campagna del bacio” è stata creata per San Valentino, festività da poco conclusasi, ma, purtroppo, si è diffusa a livello mondiale solo qualche giorno dopo facendo riflettere. È partito tutto dalla Thailandia, proprio per la sede locale di alcuni negozi della catena di fast food. Il claim “i’m loving it” è sempre alla base e ancora più “trending” dato il periodo e il messaggio da voler trasmettere. Confesso io in prima persona di averci messo un po’ a capire la pubblicità, ecco perché, ripeto, penso sia geniale.
Confrontandomi con amici e colleghi a cui ho inviato le varie foto prima di scrivere questo articolo, ho visto che anche loro non hanno notato subito il fatto che ciò che i due modelli baciano non sono labbra bensì panini (no, non parlo delle figurine), proprio per simboleggiare il famoso “spottone nascosto” di cui vi parlavo nell’incipit dell’articolo.
Com’è stato possibile tutto questo? “Semplice”: una backlight molto precisa, l’assenza di fill light frontale, un paio di gelatine e, ipotizzo, anche uno snoot saggiamente posizionato con una gelatina viole e intensità molto tenue sul volto dei modelli. Il risultato non è solo un capolavoro, ma dimostra anche come con semplici strumenti fotografici da studio (o comunque accessori che ogni studio fotografico dovrebbe avere) si possa creare una campagna di successo se affidata alle persone giuste.
L’incarico dato all’agenzia parlava chiaro: bisognava dimostrare che, indipendentemente dal vostro stato sentimentale, sia che siate single o fidanzati, vi è sempre possibile andare da McDonald’s a mangiare i vostri hamburger preferiti, anche a San Valentino. Come non essere d’accordo?
Anche in questo caso, che vi piaccia McDonald’s oppure no, è innegabile come una pubblicità ben riuscita e poco “spottona”, priva anche di CTA, riesca a convincere l’osservatore inconsciamente; tutto questo, cari ragazzi e ragazze, è l’arte del marketing.
Pubblicità McDonald’s Bacio: le nostre conclusioni
Mi sembrava necessario scrivere un articolo qui su FotoNerd per approfondire questa campagna pubblicitaria non tanto perché ci sia il desiderio, da parte nostra, di parlare di marketing quanto più del fatto che, effettivamente, la base tecnica di tale pubblicità riguarda la fotografia al 100%, con anche poca post-produzione e, soprattutto, mezzi potenzialmente a disposizione di tutti gli studi fotografici. Certo, c’è da aggiungere obbligatoriamente che è facile dire o pensare “beh, anch’io ho lo studio con tutti questi accessori ma le foto non mi vengono così“, per poi realizzare che, in fondo, la mano del fotografo professionista o con esperienza è ancora necessaria (per fortuna), sia che abbiate lo studio bello, la fotocamera bella oppure no. Bene, adesso posso finalmente andare a mangiarmi un panino da McDonald’s, anche se San Valentino è già passato.