Abbiamo atteso questo momento a lungo, facendo congetture su quello che avremmo visto sullo schermo. Oggi possiamo finalmente parlarvi, con questa recensione in anteprima, di Questo mondo non mi renderà cattivo, la nuova serie animata creata da Zerocalcare in collaborazione con Netflix. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Questo mondo non mi renderà cattivo recensione: introduzione
Zerocalcare torna a conquistare il pubblico seriale. Si tratta di un fatto assodato, una certezza che ci ha accompagnato fin dall’annuncio della nuova serie animata “Questo mondo non mi renderà cattivo“. Con il suo primo progetto, “Strappare lungo i bordi“, Michele Rech aveva già ampiamente superato tutte le aspettative di chi già lo conosceva attraverso le sue graphic novel. Facendosi strada in un mondo che ogni giorno vomita prodotti, è sempre più importante capire da cosa si vuole essere intrattenuti e distinguere la qualità dalla quantità, che ha come conseguenza una lotta a colpi di rinnovi e cancellazioni, sorprese e delusioni.
Strappare lungo i bordi è ancora, a distanza di quasi due anni, uno dei progetti più belli e memorabili della piattaforma di Netflix. Il suo successo ha dato modo all’artista di proseguire la collaborazione e proporre una nuova storia animata che, già possiamo dirvelo, scorre tanto veloce quanto è forte l’emozione costante che si prova nel seguirla episodio dopo episodio. Ma, ancora una volta, non avevamo dubbi su questo.
Questo mondo non mi renderà cattivo recensione: la trama
Con entusiasmo incontrollabile, ma sempre con garbo, ci addentriamo di nuovo a Rebibbia, nel quartiere romano descritto da Zerocalcare. Il tempo non sembra essere passato: torniamo a salutare Zero, l’Armadillo, Secco e Sarah come fossero vecchi amici con cui uscire e andare a pijà er gelato. Ognuno, ancora una volta, con i propri problemi e le sfide da affrontare per arrivare a rivincite e soddisfazioni.
Tra chiacchiere, lavoro, ansia e accolli, si fa strada la novità che va a sconvolgere lo status quo precario della vita del ragazzo: il ritorno di Cesare, dopo venti anni di lontananza. Un evento che porta il protagonista a viaggiare tra i ricordi per affrontare ciò che accade nel presente e tenere testa a discussioni di carattere politico e sociale. Non è facile rimanere sé stessi e nemmeno comprendere gli altri. Specie quando l’inferno è entrato nella propria vita e ha bruciato tutto.
Questo mondo non mi renderà cattivo recensione: i punti focali
Zero si aggrappa più che può ai suoi punti di riferimento di sempre. Sulle note di una colonna sonora che, come la precedente, entra in testa di prepotenza, l’artista dosa con il suo inconfondibile stile citazioni, easter eggs e risate, contrapponendoli con perfetto equilibrio ai momenti più seri e carichi di emotività. Questo è un modus operandi già conosciuto, ma che ogni volta è proposto in modo tale da sorprendere e prendere in contropiede. Si cerca, quasi, di rimanere lucidi e distaccati per anticipare il momento in cui il polpo stringerà la nostra gola, ma è impossibile rimanere indifferenti alle battute e alle riflessioni che vengono proposte.
Zerocalcare ci conduce a pedate nel culo in mezzo a piccoli e grandi drammi, esponendo il suo personale punto di vista e lottando per il sociale a suo modo. Senza sadismo, riesce comunque a colpire le corde emotive come una coltellata alle spalle, mettendo a proprio agio con il suo linguaggio colloquiale e sempre comprensibile. Al fianco di Zero, c’è sempre l’Armadillo interpretato da Valerio Mastandrea, che porta ancora una volta le sue perle di saggezza a schermo fregandosene delle regole e il buon costume. Come lui, anche noi spettatori troviamo il modo di crescere e rendere preziosa questa storia, osservando il marcio del nostro mondo senza per questo diventare cattivi. Il titolo è una richiesta, un urlo che sfonda la mente e che vuole tramutarsi in speranza.
Questo mondo non mi renderà cattivo recensione: le emozioni più profonde
A sconvolgere, più di tutto, è il silenzio doloroso di certe scene rappresentate, che richiamano chiaramente fatti di attualità che hanno portato scompiglio nelle cronache di tutto il mondo. In quei frangenti, non ci sono parole che possano dare una spiegazione alle immagini. A dirla tutta, non c’è proprio bisogno delle parole. Viene fatto spazio proprio a quelle stesse immagini, da cui si vorrebbe tanto distogliere lo sguardo ma entrano in testa senza più andare via.
Viene messo in scena il dolore senza farlo diventare pornografia: un motore di cui spesso si fa abuso. Ogni punto di vista di ogni singolo personaggio calza come un guanto sopra alla pelle dello spettatore, che ne sente ogni tormento, ogni frustrazione, ogni desiderio che scalpita per venire al mondo. Per fare tutto questo, per fortuna, Zerocalcare ha potuto allungare la durata di ogni singolo episodio, passando dai venti minuti scarsi della prima serie ai trenta abbonanti di questa.
Questo mondo non mi renderà cattivo recensione: le conclusioni
La serie animata Questo mondo non mi renderà cattivo è una produzione di Movimenti Production, società del gruppo Banijay, in collaborazione con BAO Publishing. Zerocalcare ha scritto e diretto i sei episodi, da mezz’ora ciascuno, di cui è composta. Tornerete a godervi le tematiche tanto care all’autore, in grado sia di far divertire che toccare il cuore del grande pubblico. La data di lancio, ripetiamo, è fissata per il 9 giugno su Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.
Voi guarderete “Questo mondo non mi renderà cattivo”? Siamo curiosi di sapere la vostra opinione nei commenti!
Recensione in breve
Questo mondo non mi renderà cattivo
Questo mondo non mi renderà cattivo è già un successo prima ancora di andare in onda. Le risate e i colpi bassi all'emotività, conquistano ancora una volta sorprendendo con una storia mai banale.
PRO
- Una storia potente e indimenticabile
- Nuove battute che diventeranno memorabili
- Colonna sonora curata e potente
- Il colpo di scena è dietro l'angolo. Non capirete finché non ci sarete dentro.