Devo ammetterlo: quando mi sono approcciato per la prima volta a Raw Power 3 mi aspettavo già grandi cose proprio perché sapevo chi c’è dietro a questo progetto, cosa che mi ha incuriosito ancora di più e mi ha fatto capire che forse, per tante operazioni giornaliere, questo software avrebbe addirittura potuto sostituire Lightroom. Cosa fa di speciale RAW Power 3? Chi c’è dietro a questo software? Il mistero s’infittisce, serve una recensione per spiegarlo.
RAW Power 3: la storia di un software che migliora sempre di più
Bisogna specificarlo subito: RAW Power 3 è un software destinato solo agli utenti Apple che utilizzano macOS, si possono poi ottenere strabilianti funzioni aggiuntive se avete anche un iPhone o un iPad. Ma partiamo dalla base: come avrete capito dall’intro, c’è un “mistero” dietro a quest’app che ora vi svelerò amabilmente: vi ricordate Apple Aperture? Per chi non lo sapesse o non lo conoscesse, Aperture era un programma sviluppato direttamente da Apple che si poneva come ottima alternativa a Lightroom, o meglio, ciò che era Lightroom all’epoca di Aperture (sto parlando del 2005). Sono orgogliosamente stato utente Aperture almeno fino al 2013, anno dell’ultimo aggiornamento 3.5.1. Di quel software mi piaceva la profonda integrazione, più che ovvia direi, con il sistema operativo di Cupertino. Esattamente come ciò che all’epoca si chiamava “suite iWork” e “suite iLife”, quindi con programmi del calibro di Pages, Numbers, KeyNote, GarageBand, iPhoto, iMovie e iWeb (che ora sono disponibili separatamente su Mac App Store), c’era una profonda integrazione con il SO e tutti i vari file multimediali. Apple ha sempre creduto nel concetto di “libreria” e di “unificazione”, tanto che anche con Aperture, come poi con Final Cut e Logic, c’era la possibilità, direttamente dal programma, di accedere a tutti i vari file multimediali sparsi nel computer. C’erano poi vari tool per la post-produzione, possibilità di esportazione e molto altro. Era possibile organizzare le foto per volti, luoghi e molte altre funzioni che poi sono arrivate su iPhoto e, successivamente, su Apple Photos, proprio dopo la “morte” di iPhoto e Aperture. Sì, Apple Aperture oggi non esiste più, non è più stato aggiornato dal 2013, ed è un vero peccato in quanto, grazie a quel software, Apple aveva con sé un’incredibile “trittico” altamente professionale composto, per l’appunto, da Logic Studio (per produrre musica, software usato tantissimo da vari produttori, come ad esempio gli Swedish House Mafia), Final Cut (software tuttora esistente, come Logic, dedicato al montaggio video e che io stesso utilizzo per i miei video) e Apple Aperture, che comunque aveva ottenuto un buon successo nella community fotografica. Erano tempi in cui i software dovevi acquistarli fisicamente in negozio, ti veniva data una bella scatolina e dentro c’era un cd. Poi un anno dopo usciva l’aggiornamento e tu potevi decidere di comprare il singolo aggiornamento (dovevi avere la versione precedente in CD, regolarmente acquistata) oppure acquistare il bundle completo. Bene, fantastico, ora vi starete chiedendo il motivo per cui vi ho fatto questa lunghissima digressione che, apparentemente, potrebbe non c’entrare nulla con RAW Power 3.
Dovete sapere che questo software è sviluppato da un’azienda californiana che si chiama “Gentlemen Coders“, e sapete chi è il fondatore? Nik Bhatt. Vi faccio capire meglio: Nik, oltre ad avere ben 55 brevetti registrati a suo nome, ha lavorato per quasi 18 come ingegnere per Apple direttamente a Cupertino, e indovinate di quali software era responsabile? Bravi, iPhoto e Apple Aperture.
Non è chiaro il motivo per cui Apple abbia abbandonato Aperture (e non lo sarà mai fino in fondo), però c’è da dire che se quel software era così completo e promettente, il merito è anche di Nik Bhatt. L’ex ingegnere di Apple, dopo aver lasciato l’azienda, si è dedicato a varie attività sempre legate alla fotografia, tra cui RAW Power 3, che mi sento di definire come “l’aggiornamento odierno di Apple Aperture che non è mai arrivato dall’azienda di Cupertino“. Chiaramente ci sono delle differenze rispetto al “software originale” e delle migliorie dettate dal tempo e dalle esigenze moderne, ma di fatto, come fu all’epoca Aperture, anche RAW Power è a modo suo innovativo e rivoluzionario, e in questa recensione cercherò di spiegarvi perché.
RAW Power 3: nuove funzioni interessanti
Nell’ipotesi in cui conosciate già il software in questione, magari perché in possesso della versione 2.0, o perché l’avete provato per curiosità, sappiate che di recente RAW Power ha raggiunto la versione 3.0, aggiungendo molte funzioni interessanti che senz’altro stimoleranno l’avvicinamento di molti utenti a questo programma di post-produzione. Vi faccio un esempio molto “banale”: vi interessa la simulazione pellicola di Fujifilm ma non avete una fotocamera Fuji? Vi state chiedendo come poter fare ad avere Provia, Velvia, Pro Neg.Hi, Bleach Bypass ed altri? Questa è la prima grande novità di Raw Power 3.0: il supporto alle LUT. In realtà, ad essere precisi, non si tratta di un mero supporto alle LUT personalizzate (n.b.: “LUT” sta per “Lookup table“, un file che contiene una struttura di dati / array che in fotografia / video si usano per creare una post-produzione a livello di colore – simile ma non uguale ad un preset), bensì c’è una reale presenza di alcune LUT già all’interno del software, offrendo poi all’utente la possibilità di aggiungerne altre personalizzate e a piacere. Sono molte le LUT presenti in questa versione del software, tra cui, per l’appunto, moltissime ispirate alle famose simulazioni pellicola di Fujifilm, da tempo grande vantaggio di chi possiede una fotocamera di questo brand per dare un look particolare ai propri scatti. Tali LUT possono essere applicate sia ai file JPEG sia ai file RAW senza problemi, motivo per cui avrete totale libertà di scelta ed utilizzo, unitamente ad un controllo di intensità che vi permette di definire il livello di applicazione della LUT al vostro scatto.
C’è da dire e da specificare che non si tratta delle simulazioni pellicola ufficiali di Fujifilm, il brand non è coinvolto in alcun modo in questa operazione, motivo per cui non potrete aspettarvi la stessa e medesima resa ottenuta dalla versione “originale”, tuttavia, posso dirvi che il risultato finale è abbastanza accurato. Gli occhi più attenti noteranno che non è la stessa cosa, ma è sempre meglio avere un effetto del genere e gestirlo al meglio piuttosto che non averlo del tutto.
L’altra novità importante introdotta con la versione 3.0 è l’integrazione con Apple Photos, il noto “programma” di gestione delle foto su iOS e macOS che unifica tutti i vostri scatti mediante iCloud e vi permette di avere tutto a totale disposizione. Si tratta di una “feature” resa disponibile da Catalina grazie al supporto per l’integrazione in applicazioni di terze parti, come appunto RAW Power. Pertanto, se non avete Catalina, non potrete sfruttare questo nuovo aggiornamento 3.0 del programma. Anche con la versione 2.0 di RAW Power si poteva arrivare ad una sorta di editing delle foto contenute nella libreria di Apple Photos, ma non era propriamente la stessa cosa in quanto ora potete decidere se gestire il workflow direttamente dal software (aggiungendo la vostra libreria di iPhoto che comunque rimarrà invariata – in quanto si tratta di modifiche non distruttive) oppure sfruttare l’estensione per editare una foto in RAW Power direttamente dall’app Photos.
RAW Power 3: caratteristiche principali
Oltre alle novità della versione 3, RAW Power è un software che porta con sé numerose possibilità per i fotografi desiderosi di avere un’alternativa valida ai programmi di editing più blasonati, sempre parlando di macOS, ovviamente. La prima particolarità, da sempre presente, riguarda sicuramente la possibilità di sfruttare a pieno il motore di elaborazione dei RAW di Apple all’interno del software, cosa che, fino a “poco” tempo fa, era possibile soltanto con Apple Aperture. In sostanza, questo significa che potrete gestire modifiche importanti con una velocità migliore di qualsiasi altro software di post-produzione su Mac, proprio perché sfrutta qualcosa di “nativo” e ben integrato. Oltre a questo, un’altra importante possibilità offerta da RAW Power è la possibilità di organizzare al meglio tutti i propri scatti, esattamente come accade analogamente in Lightroom e Capture One. All’interno del software potrete fisicamente spostare e riorganizare tutti i file in un attimo, la stessa cosa vale per la libreria di Photos (in italiano “Foto” di Apple). Data poi l’esistenza di RAW Power anche per iOS, tutte le modifiche che fate si rifletteranno anche sugli altri dispositivi, e questo è un grandissimo vantaggio derivato dalla possibilità di sfruttare l’ecosistema di Apple. Tuttavia, dato che RAW Power non ha un cloud proprio e non sfrutta quello di Apple oltre alla libreria di Foto, se aggiungete dei file dal computer non potrete sincronizzarli su iOS, differenza molto importante rispetto, ad esempio, a Lightroom CC.
Per quanto riguarda questa funzione, personalmente non ho grande interesse nel gestire il mio flusso di lavoro tramite “Foto” di Apple: preferisco rimanere alle “care e vecchie” cartelle sul computer con cui abitualmente lavoro, importare i file nel programma, ed eventualmente gestirli nel cloud. È una scelta soggettiva però, perchè la libreria Foto di Apple si è evoluta notevolmente e, volendo, ad oggi vi permetterebbe di gestire questo flusso di lavoro. L’unico “problema” che mi sento di sottolineare è il fatto che in questo modo rischiereste di mischiare “personale” e “lavoro”, ecco perchè non mi piace molto. A me personalmente capita di fare con lo smartphone foto assolutamente senza senso, magari per mostrare la scritta su un cartello, un nuovo acquisto, un mobile che mi piacerebbe comprare o che so, screenshot e robe inutili simili. Ovviamente, in questo caso, tutti questi elementi verrebbero compresi nel workflow e mischiati con gli scatti “seri”, cosa che effettivamente non mi aggrada particolarmente.
Oltre a questo, in RAW Power avrete la possibilità di dare voti agli scatti e aggiungere vari filtri. A tal proposito però, i filtri si rivelano abbastanza limitati in quanto non è possibile, ad esempio, filtrare gli scatti in base alla focale usata o in base, ad esempio, alla sensibilità ISO. Potrete esclusivamente filtrare gli scatti sulla base di quanto fatto da voi all’interno del programma: quindi filtrare per JPEG/RAW, per foto editata oppure no, per voto, per tag oppure per flag, ovvero la “bandierina” che mettete su una foto da “segnalare” per qualsiasi motivo. Non manca infine il “batch processing“, ovvero la possibilità di applicare un preciso tipo di editing a più foto in modo da non dover ripetere nulla su nessun altro scatto.
RAW Power 3: interfaccia
Quando si fa la recensione di un software è secondo me fondamentale descrivere al meglio l’interfaccia per far capire agli utenti le sensazioni di utilizzo. Non è un segreto: sono abituato a Lightroom Classic da una vita, e per questo motivo, anche solo il cambio da “Classic” a “CC” mi ha sconvolto totalmente, tanto che comunque sto ancora cercando di usare Classic il più possibile prima che Adobe decida, a sorpresa, di sospendere tutto e passare totalmente a CC (cosa mai annunciata eh, ma abbastanza logica per quanto concerne lo sviluppo tecnologico “prossimo”).
Questa digressione su Lightroom era dovuta, perché dovevo farvi capire a che tipo di interfaccia sono abituato: disposizione e organizzazione dei files sulla sinistra, pannelli operativi in alto e cursori di editing a destra con foto centrale. Tutto sommato, è un tipo di interfaccia abbastanza “standard” per i programmi di post-produzione fotografica, e anche in RAW Power 3 possiamo trovare una disposizione simile. Rispetto a Lightroom, Capture One ed altri programmi, ci sono ovviamente delle differenze strutturali, ma RAW Power resta comunque piuttosto intuitivo. Nel momento in cui scriviamo questa recensione, il software non risulta localizzato in italiano, ma non è un grosso problema, in generale: la maggior parte dei programmi professionali non lo sono, pertanto, nel corso degli anni, gli utenti si sono “adattati” (niente di troppo difficile ragazzi, è inglese alla fine).
Il software offre una suddivisione a pannelli in cui potrete trovare tutto in modo facile: a sinistra c’è la colonna dei preferiti e delle cartelle che avete importato, a destra c’è il nulla, almeno finché non premete il tasto “info / edit” per aprire il pannello laterale per informazioni aggiuntive e post-produzione. Nella parte centrale troviamo la foto evidenziata, oppure la visualizzazione a griglia con tutti gli scatti. Tramite la barra superiore potrete poi accedere a varie possibilità come la creazione di cartelle, l’aggiunta ai preferiti, la creazione di nuovi pannelli personalizzati, la riorganizzazione dei file, i tag, i filtri, la dimensione delle anteprime e molto altro.
Personalmente, mi sono trovato molto bene con l’interfaccia: intuitiva, facile da capire e globalmente “rapida” nei vari spostamenti. Non possiamo ovviamente pensare continuamente di paragonare questo software con Lightroom, sono due prodotti diversi: il programma di Adobe ha delle funzioni che questo non ha mentre Raw Power ha delle possibilità che Lightroom non offre (come ad esempio l’integrazione con la libreria di iCloud).
Passando all’interfaccia del pannello editing, avrete tutto ben diviso e “abilitabile”, nel senso che ogni macrosezione può essere abilitata o disabilitata velocemente. Facciamo un esempio: nella sezione “Enhance” (“migliora”) troviamo tre slider regolabili tra cui “Definition”, “Deepen” e “Lighten”; qualora avessimo applicato tutti e tre i settaggi e volessimo fare un rapido confronto senza tali modifiche, ci basterà disabilitare la sezione “Enhance” e togliere così tutto in un attimo. Allo stesso modo, nella sezione “Tone” troviamo “Exposure”, “Highlights”, “Shadows” e “Recovery”, il discorso è lo stesso: se vogliamo fare un confronto rapido tra foto modificata e foto originale, possiamo banalmente disabilitare il pannello e riabilitarlo per vedere le differenze.
Ci sono delle mancanze importanti in questo software: è bastato aprire lo scatto del volto di una modella, trovare alcuni punti neri e piccole imperfezioni per realizzare che, purtroppo, in questo attuale aggiornamento non sono disponibili strumenti di correzione, pennelli e simili che possono aiutarvi nella post di foto di questo tipo. Bisogna comunque calcolare che RAW Power 3 potrebbe essere paradossalmente adatto a tutti o a nessuno, sta a voi capire il tipo di workflow personale, il tipo di investimento, i file che usate e molto altro, tutte cose che però potrete capire meglio nel capitolo qui sotto dedicato alle prestazioni.
C’è un’altra particolarità importante che è da capire: dato il fatto che questo software è stato pensato per essere molto “Apple oriented“, quindi votato alla semplicità d’utilizzo e all’intuitività, non è presente una sezione dedicata alla correzione del rumore elettronico, come di solito accade in altri programmi analoghi. Tuttavia, sono presenti due slider dedicati proprio a luminanza e crominanza: si trovano all’interno della macro-categoria dedicata al RAW Processing e permettono la correzione quasi in tempo reale
RAW Power 3: prestazioni e possibilità di utilizzo
Alla luce di quanto scritto finora, tra funzioni presenti e importanti mancanze, è lecito cercare di capire insieme quali possano essere le reali potenzialità di un programma del genere che, comunque, viene venduto ad un prezzo pari a circa 44€ per la versione macOS e quasi 10€ per la versione iOS. Ecco, a tal proposito, il primo vantaggio che mi sento di dover evidenziare è proprio l’integrazione con l’ecosistema di Apple e la possibilità di sfruttare l’Apple RAW Engine per aumentare notevolmente le prestazioni del software. Pensata in quest’ottica puramente “tecnica”, realizzerete presto che facendo post con questa applicazione su iOS, e sfruttando la libreria “Foto” di Apple, avrete davvero tantissimi vantaggi dal punto di vista del Cloud e di un “motore” di elaborazione nettamente più prestante. Se il vostro tipo di workflow si basa proprio sulle foto che scattate con iPhone, oppure sulle foto che importate all’interno di iOS con una qualsiasi fotocamera esterna, allora RAW Power 3 può essere vincente. Usato su iPhone importa, sincronizza e sistema tutto senza “distruggere” nulla: potrete sempre tornare all’originale, anche su macOS. C’è da dire che è importante sottolineare la comodità di non dover importare in nessun modo le foto, discorso che vale per iOS e per macOS.
RAW Power 3 può essere utile anche ad un professionista?
La prima domanda che dovreste farvi per capire se questo software è adatto a voi si basa proprio sul vostro stile di post-produzione: se avete bisogno di ritoccare il viso di una modella, usare filtri radiali o simili, allora sicuramente non fa per voi, perché sono strumenti attualmente non disponibili nel software (chissà mai che magari in futuro arriveranno).
Ora però ci terrei a farvi un esempio che mi ha fatto capire il motivo per cui non posso, e non potrò, più vivere senza RAW Power: per lavoro, non lo nascondo, uso Adobe Lightroom CC Classic, cioè quello con l’interfaccia “vecchia” (ecco perché si chiama “classic”). Grazie a questo software posso organizzare tutte le mie foto, tenerle ordinate, post-produrle, esportarle, stamparle, gestirle…insomma, posso fare tutto ciò che mi è necessario a livello lavorativo e non solo. Tuttavia però, Lightroom Classic ha un grande difetto: la lentezza. Soprattutto dopo gli ultimi aggiornamenti è diventato quasi inutilizzabile con file di grandi dimensioni, e credetemi, non è colpa del computer in quanto uso un Mac Pro 12 Core con 64GB di Ram e doppia scheda video da 6GB. Si sa che Lightroom è peggiorato dal punto di vista della velocità negli ultimi tempi, e questo non solo crea frustrazione ma anche perdite di tempo, che un libero professionista non può permettersi.
L’esempio di “perdita di tempo dannosa” con Lightroom è valevole particolarmente nel caso in cui siate fotografi matrimonialisti, quindi avete tante foto da gestire: a fine giornata potreste trovarvi con 2000 foto, non tutte da postprodurre ma sicuramente tutte da selezionare per capire quali si salvano e quali no. Lo stesso concetto si applica ai fotografi da discoteca, ma anche a chi fa tanta still life. Insomma, se avete una grande mole di foto da selezionare prima di post-produrre, Lightroom è estremamente dannoso, perché tra importazione, generazione delle anteprime e visualizzazione degli scatti, possono passare ore; ore in cui, tra l’altro, il vostro computer potrebbe anche essere inutilizzabile se non particolarmente prestante.
Ecco un motivo per cui RAW Power 3 diventa particolarmente utile: grazie all’Apple RAW Engine, è incredibilmente veloce, fluido e non si blocca praticamente mai, pertanto, potreste pensare di prendere le vostre duemila foto di un matrimonio, aprirle in RAW Power, selezionarle velocemente applicando filtri, bandierine o voti (giusto per avere un modo per capire quali salvare e quali no). Una volta terminata la selezione, in circa 10 minuti scarsi, potreste anche trovarvi con 500 foto, quelle che poi andrete a post-produrre (anche di meno, dipende da voi). A questo punto diventa utile importarle in Lightroom e avviare il vostro ciclo di post, avendo però la consapevolezza che così facendo avete risparmiato ore importanti.
Grazie a questo “sistema” personalmente sono passato da 8-9 ore per la post di un matrimonio a circa la metà, motivo per cui, attualmente, potrei paradossalmente post-produrre due matrimoni in una giornata standard di lavoro, una tempistica da non sottovalutare assolutamente.
Per il resto poi, c’è da dire che RAW Photos 3 offre anche il comodo supporto alle LUT che non è comunque da sottovalutare, perché potete importare LUT personalizzate, usare quelle presenti e creare preset da gestire in “batch processing” su più immagini. Questo vale ovviamente nell’ipotesi in cui abbiate scelto di usare questo software per la post-produzione dei vostri scatti.
Auto-enhance: un algoritmo vincente
Una funzione che mi ha particolarmente stupito riguarda l’algoritmo sfruttato dall’ “auto-enhance“, cioè un miglioramento automatico applicato allo scatto. Ho testato queste funzioni con ogni tipo di RAW: da Sony a7RIV, da Fujifilm X-T4 e da molte altre fotocamere, prodotti che generano comunque file pesanti che però non hanno impensierito minimamente il software. L’auto-miglioramento è definibile soltanto con la parola “devastante” perché riesce in pochi secondi a post-produrre lo scatto in un modo completamente inaspettato e assolutamente perfetto. Nella maggior parte dei casi è sufficiente per una post-produzione accurata che ci lascia comunque lo spazio di applicazione di una LUT, scelta che starà a voi.
Pertanto, data l’affidabilità di questo particolare algoritmo, potreste seriamente pensare di fare un batch editing, cioè l’elaborazione di più file contemporaneamente, solo sfruttando l’auto-enhance e terminando il lavoro in pochi minuti. Anche in questo caso il fattore tempo è fondamentale e da non sottovalutare, ma, come sempre, tutto si misura dal vostro tipo di lavoro, da quello che dovete fare e così via.
Considero RAW Power 3 assolutamente perfetto per esigenze “basilari”, anche solo per “divertimento” o per uso “amatoriale”. Quando poi si passa all’utilizzo professionale ci sono diverse limitazioni che non possono essere ignorate, tuttavia, sono riuscito a trovare un modo per rendere questo software estremamente comodo anche per utilizzo professionale, parlando appunto di selezione e, in alcuni casi, auto-miglioramento decisamente veloce.
RAW Power 3: le nostre conclusioni
C’è tanto da capire, da valutare e soprattutto da migliorare. Allo stato attuale delle cose considero RAW Power 3 “un ottimo inizio” che resta estremamente promettente per il futuro. Certo, per chi è interessato esclusivamente all’editing delle foto tramite Apple Foto sicuramente in questo software troverà una manna dal cielo totale, che permette la sincronizzazione su più dispositivi proprio grazie ad iCloud e garantisce di “continuare la filosofia Apple”, cioè quella che vi permette di interrompere un lavoro su macOS e continuarlo su iOS (o viceversa). Mancano molte funzioni importanti in un software di post-produzione, ma si tratta di particolarità che comunque potrebbero arrivare in futuro senza troppi problemi. Allo stesso modo, dato che RAW Power si basa sull’Apple RAW Engine, i profili delle fotocamere arrivano un po’ in ritardo rispetto, ad esempio, ad Adobe, motivo per cui provando con i file .raf originali di Fujifilm X-T4 non è stato possibile aprirli, se però davo in pasto al software dei dng generati dai raw originali di quella fotocamera, allora non c’erano problemi di alcun tipo. Chiaramente questa è un’altra opzione da valutare: se cambiate fotocamera ed è particolarmente nuova, avrete la necessità di convertire tutti i RAW in DNG sfruttando, ad esempio, l’utility gratuita Adobe DNG Converter.
Quello che bisogna comunque affermare con certezza è che RAW Power 3 può considerarsi una sorta di “risurrezione” di Apple Aperture in pieno “futuro” nonché il primo vero software che sfrutta a pieno l’ecosistema di Apple per quanto concerne la post-produzione fotografica. Credo che non mi stupirebbe più di tanto una futura eventuale acquisizione da parte di Apple, trattativa che sarebbe sicuramente un “colpo” interessante.
Calcolate poi sempre i costi di tutto questo “ecosistema” fotografico: 44€ una tantum su macOS, circa 10€ una tantum su iOS, ergo, non avrete costi mensili, abbonamenti o simili, e gli aggiornamenti saranno gratuiti per sempre. Parlando poi di aggiornamenti, ho piacevolmente notato come fin dalla prima uscita, circa due anni fa, novità e correzioni sono arrivati puntualmente in media ogni mese e mezzo, sinonimo che gli sviluppatori sono molto attivi per migliorare questo software.
Recensione in breve
Raw Power 3
Raw Power 3 è definibile come "risurrezione di Apple Aperture", un software che nasce da un ex ingegnere Apple e che di Apple ha davvero moltissimo. Ci sono ancora tante funzioni che mancano, ma gli aggiornamenti sono costanti, le possibilità infinite e l'idea delle LUT davvero interessante. Se usate tanto Apple Foto, con Raw Power avete trovato "l'estensione" definitiva che non vi stancherà mai, se siete professionisti e usate altre suite diverse, potreste comunque valutare l'app per alcune interessanti funzioni, soprattutto visto l'ottimo rapporto qualità-prezzo e il supporto ad iCloud Sync
PRO
- Interfaccia intuitiva
- iCloud Sync
- LUT personalizzabili e simulazioni pellicola ispirate a Fujifilm
- Ottimo rapporto qualità - prezzo
- Supporto all'Apple Raw Engine per una velocità senza paragoni
- Modifiche non distruttive
CONTRO
- Mancano molte funzioni importanti, come ad esempio i pennelli per la rimozione dei difetti
- I profili delle fotocamere non sono così tanto aggiornati
Altre alternative intelligenti, open-source e disponibili non solo per macOS:
– http://www.rawtherapee.com/
– https://www.darktable.org/
Ciao! Grazie.
Darktable lo abbiamo provato nell’ultima puntata di Lunedìting sul nostro canale Twitch, rawtherapee molto presto ?