Continua il percorso di apprendimento fotografico di FotoNerd per fare in modo che la fotocamera che ti hanno comprato o che ti sei regalato non rimanga a prendere polvere, e chi poteva arrivare ora se non la sensibilità ISO? Se hai già letto le guide sul Diaframma fotografia e sul tempo di esposizione, sappi che sei a buon punto con i fondamenti veri, sei quasi pronto per uscire a far pratica (se non l’hai già fatto).
Sensibilità ISO fotografia: cos’è e come funziona
Avrai già sentito il termine “ISO” nella vita, in generale, e non mi sto riferendo a quando facevi il piratone e scaricavi le copie dei cd che sicuramente avevi originali (giusto per averli di backup, no?) ma al fatto che “ISO” di solito si identifica come termine presente nelle certificazioni. In fotografia non è così tanto diverso, nel senso che l’acronimo, in questo caso sta per “International Organization of Standardization” cioè “Organizzazione Internazionale per la standardizzazione / normazione”.
In parole povere e non troppo scientifiche, gli ISO rappresentano un fattore di misurazione dell’eccitabilità del materiale sensibile, mentre in parole estremamente tecniche e scientifiche, regolano il modo in cui viene misurato il livello di illuminazione del sensore. O forse era il contrario.
Pertanto, più è alta la sensibilità ISO e maggiore sarà la capacità del sensore (in questo caso) di rispondere all’intensità luminosa.

Fermi un attimo, tranquilli, adesso vi spiego meglio. So che sembra difficile ma se ogni tanto non scendo in tecnicismi poi non mi prendete sul serio.
A livello storico e tecnologico, nell’evoluzione della fotografia digitale, questo passo ha permesso di creare e costruire obiettivi più luminosi, in grado di raccogliere più luce, e di immortalare situazioni di luci più soffuse, di luoghi in ombra, di scene buie e così via.

Più passa il tempo, più aumenta il progresso tecnologico, più aumenta il progresso tecnologico e più viene resa possibile la capacità di migliorare le performance e raggiungere sensibilità e velocità ISO notevoli, ma forse, prima di parlare del presente, è bene fare qualche cenno storico.
Sensibilità ISO fotografia: un aiuto importante già ai tempi della pellicola
Ora avete capito, e avete chiaro (spero) che gli ISO in fotografia rappresentano la misurazione dell’eccitabilità del materiale sensibile rispetto ad una fonte luminosa. Questa è una “regola” che è sempre stata valida e mai muterà. Ai tempi della fotografia analogica, però, tutto era diverso e sicuramente più difficile rispetto ad oggi.
Oggi con una ghiera è possibile aumentare o diminuire la sensibilità ISO, di cui dopo vedremo i valori nello specifico, ma un tempo era necessario cambiare fisicamente un rullino o caricare una pellicola con un certo valore ISO. In quel caso, scegliere e prevedere la situazione di scatto era fondamentale: se sbagliavi rullino o pellicola con quel determinato valore ISO e le condizioni della scena cambiavano, era un problema, perché dovevi rifare tutto da zero.
Grazie all’evoluzione tecnologica e alle fotocamere digitali moderne, anche entry level, è sufficiente premere un pulsante o girare una ghiera per variare istantaneamente la velocità ISO (o sensibilità ISO) del sensore, cosa che permette un valore incredibile in termini di adattabilità alla scena in cui state scattando. Pensateci, quindi, ogni volta che scattate: ad una variazione della sensibilità ISO tramite ghiera corrispondeva, un tempo, il cambio fisico di un rullino o di una pellicola. Riflettete, prima di scattare. Non importa il fatto che oggi questa operazione non vi costi nulla in termini di tempo o di soldi, pensate a quanto sia importante comprendere al meglio le basi della fotografia per non fallire ed essere sempre pronti a tutto. Pensate a quanto siete fortunati oggi, perché una volta non era per niente così, eppure venivano realizzati capolavori ancora difficili da replicare in termini di scatto, composizione e significato.

<Nozioni per nerd puri>
Per chi non lo sapesse, una pellicola fotografica è costruita con un supporto di acetato di cellulosa, sul quale viene immessa una emulsione fotografica che, al suo interno, contiene vari cristalli di alogenuro d’argento, che sono sensibili alla luce e vengono altresì detti “grani”. Durante l’esposizione, i fotoni (ovvero le particelle cariche di energia che costituiscono l’onda luminosa), colpiscono questi grani di alogenuro d’argento che sono esposti e, reagendo, essi formano complessi ioni di argento metallico.
Una sensibilità minore o maggiore di una pellicola viene ottenuta grazie alla variazione di dimensione di questi grani: più sono grandi e ravvicinati, più è elevata la loro capacità di reagire alla luce. Questo permette, in maniera conseguente, che, a parità di intensità luminosa, una pellicola con grani di maggiori dimensioni avrà bisogno di un’esposizione minore rispetto ad una pellicola che integra grani più piccoli. C’è però da sottolineare come la disposizione più ravvicinata dei grani comporti una diminuzione della nitidezza totale dell’immagine, dovuta alla mancata o sbagliata reazione dei grani vicini a quello effettivamente esposto. Il risultato visivo finale è una foto meno definita, con la presenza di vari puntini distribuiti per tutto il frame che vengono indicati come “fattore di granulosità” o anche “rumore elettronico”.

Ai tempi della fotografia a pellicola, la dimensione fisica dei singoli grani comportava la classificazione e diversificazione dei vari rullini: la grana fine corrispondeva a pellicole a bassa sensibilità alla luce, i grani di maggiore dimensioni corrispondevano a pellicole o rullini più sensibili. Tutto questo discorso viene poi finalizzato in ciò che oggi noi definiamo come “valore ISO” o “sensibilità ISO”: rullini da 100 ASA (una volta si chiamavano così, prima di essere definiti ISO – ASA sta per “American Standards Association“, ndr) presentavano grani decisamente più piccoli e quasi impercettibili rispetto ai “massi” nelle pellicole da 1600. Le pellicole da 100 ASA/ISO necessitavano ovviamente, a parità di luce, un’esposizione maggiore per ottenere il giusto risultato, cosa opposta per i 1600 ASA/ISO, che invece permettevano tempi di scatto più veloci.
Lo stesso procedimento, e le stesse regole, sono valide oggi, nella fotografia digitale, dove un valore più basso di Sensibilità ISO corrisponde ad un tempo di scatto più breve rispetto al contrario, cioè un valore di sensibilità ISO più alto. La differenza importante, grazie al digitale, è che ora i valori di sensibilità ISO riescono a raggiungere vette incredibili e prima assolutamente impensabili.
un valore più basso di Sensibilità ISO corrisponde ad un tempo di scatto più breve rispetto al contrario, cioè un valore di sensibilità ISO più alto
Un tempo infatti, un valore pari a ISO 1600 era già considerato “importante” e alto, oggi, purtroppo, molte persone pensano che con quel valore non si possa scattare nulla (sbagliando). La dimostrazione però, è il fatto che oggi non si parli più di “migliaia” ma di “milioni”, come nell’esempio della fotocamera ammiraglia Nikon D5 in grado di raggiungere un valore ISO pari a 3.276.800. E un tempo 1600 erano “tanti” eh.
</Nozioni per nerd puri>
Sensibilità ISO nella fotografia digitale
Come avrete appreso dalle nozioni per nerd puri, se avete deciso di leggerle e ingarbugliarvi in discorsi tecnici da quasi sbadiglio ma fondamentali, avrete capito quindi che una volta la sensibilità ISO era fissa, per variarla serviva nell’effettivo cambiare il rullino o la pellicola. Oggi invece, è sufficiente una ghiera o un bottone per spaziare tra miriadi di valori diversi che si adattano davvero ad ogni esigenza, anche se doveste aver bisogno di fotografare al buio completo. Tutto questo, ovviamente, agevola il processo creativo di un fotografo per certi versi, per altri invece, vedendo la questione da un altro punto, potrebbe far “rilassare” troppo l’artista, ma questo, ovviamente, è soggettivo.

Oggi quindi vi ritroverete di fronte ad una “scala” piuttosto comune di valori di sensibilità ISO, che, di solito, comprendono un range definito “naturale” o “normale” e poi permettono addirittura di estenderlo.
Vi capiterà infatti che, leggendo le caratteristiche di un modello qualsiasi di una fotocamera, vi imbattiate nella lettura delle potenzialità ISO con frasi tipo “ISO 100-25600 (estendibile a ISO 50-51.200)“, ma cosa significa esattamente?
Significa che la fotocamera, in modo “normale” parte da una sensibilità ISO pari a 100 e che potete regolarli facilmente fino ad arrivare a 25600 (passando per ISO 200, 500, 800, 1600, 3200, 5000, 6400, 8000, 10000, 12800…etc), poi però, se ne sentite l’esigenza, potete “sbloccare” questi valori aggiungendone altri, quindi scendendo al di sotto di ISO 100 e arrivando a 50 (o anche a 25 in alcuni modelli) oppure aumentando ancora di più la gamma spingendovi oltre ai 25600. Come scritto poso sopra, esistono anche fotocamere che superano i 3 milioni di ISO, ma, fossi in voi, non mi preoccuperei di questo adesso e penserei ad apprendere al meglio come sfruttare i valori presenti nella fotocamera in vostro possesso.

Ovviamente, tutti questi valori che vi ho elencato, e che variano da fotocamera a fotocamera, superati i 1600 ISO cominciano a diventare decisamente impensabili per una fotocamera analogica a rullino, pertanto, se un tempo gli ISO erano dati dalla dimensione della grana, oggi da cosa sono dati?
La risposta è presto detta: dal sensore.
Il sensore, che è il componente “madre” e chiave di ogni fotocamera sul quale le foto vengono “impresse” in maniera elettronica per poi essere memorizzate sulla SD / CF / qualsiasi cosa che utilizziate, è il principale responsabile del rumore elettronico e degli effetti della variazione della sensibilità ISO. Tale componente infatti è costruito con un tappeto di fotodiodi che convertono l’energia luminosa immagazzinata tramite l’obiettivo in un segnale elettrico. Quando il fotone colpisce un diodo viene innescata una piccola scarica di energia che, quando viene amplificata, si trasforma in un’informazione digitale che viene poi elaborata dal processore d’immagini integrato.

Senza dilungarsi troppo nella spiegazione di un sensore, cosa che potete vedere nel nostro articolo dedicato al sensore digitale fotografico, vi basta sapere che il modo in cui si eccita un singolo diodo viene stabilito proprio dalla sensibilità ISO e dal valore che voi scegliete tramite ghiera o bottoni vari. Maggiore sarà il valore della Sensibilità ISO e minore sarà la quantità di luce richiesta per generare un segnale elettrico da riconvertire e processare. In questo caso poi, esattamente come succedeva ai tempi della pellicola, più aumenterete il valore ISO e più verranno accumulati segnali di disturbi che visualizzerete come grana all’interno della fotografia e che vengono definiti come “rumore digitale” o anche “rumore elettronico”.

Sensibilità ISO fotografia: dove regolo i parametri nella fotocamera?

Come potevo dimenticarmi, certamente se avete appreso tutte queste nozioni e vi sentite pronti ad uscire e fotografare è giusto che sappiate anche dove e come variare la sensibilità ISO sulla vostra fotocamera, e la risposta è: dipende.
Prima di tutto, dovete assicurarvi di mettere la ghiera dei programmi sulla lettera “M” che sta per “Manuale”, ma poi ovviamente potreste porvi la domanda “esistono altre modalità oltre quella manuale?”, certamente no, perché state imparando, non potete permettervi il lusso di automazioni o scene. Fatto questo, ogni fotocamera ha la regolazione ISO in un posto diverso e si regola con modi diversi. Le più comode secondo me, a livello di immediatezza, sono le Fujifilm perché hanno una ghiera fisica dedicata (anche se non tutti i modelli), oppure le fotocamere professionali di tutti i vari produttori, perché di solito hanno un tasto “ISO” fisico da tenere premuto e regolare con una delle due ghiere nella parte alta del corpo.

Certo è che se avete una fotocamera entry level e non è una Fujifilm (oppure avete una fotocamera Fujifilm entry level) per regolare gli ISO potreste dover far pratica nei vari menù. In questo caso non c’è una risposta unica per tutti i modelli di fotocamere, perché Sony, Nikon, Canon, Fujifilm, Panasonic, Hasselblad, Leica e tutti gli altri ragionano ognuno a modo diverso (come è giusto che sia). Se siete fortunati, quindi, avrete un tasto “ISO” che basterà tener premuto insieme alla rotazione di una ghiera, diversamente, ci sarà sicuramente una funzione rapida per richiamare velocemente gli ISO oppure un altro modo per attivare il tutto, tranquilli, i produttori lo sanno che vi servono.
Sensibilità ISO fotografia: conclusioni
All’interno della guida “sensibilità ISO fotografia” hai avuto l’opportunità di comprendere, in maniera completa e approfondita, come funziona la sensibilità ISO in fotografia, cosa influenza, perché è necessario conoscerla e così via. Si tratta di uno dei tre “pilastri” fondamentali delle basi fotografiche che compone, insieme a diaframma e tempo di esposizione, il cosiddetto “triangolo dell’esposizione”. L’utilizzo di questo valore influenzerà il tempo di esposizione che a sua volta influenzerà il diaframma o verrà influenzato da esso e così via, è una catena continua. Ad una variazione corrispondono almeno altre due variazioni da effettuare sulla camera, ecco uno dei segreti principali della fotografia.

In sostanza, ciò che ti serve ricordare e sapere è che la sensibilità ISO può aiutarti nei luoghi più bui in cui devi assolutamente “portare a casa” una foto decente. Tutto questo però non senza difficoltà perché, come hai letto, più alzi gli ISO e più vedrai disturbi e grana, cosa che può piacere ma che, di fatto, rovina la definizione dell’immagine e ne compromette la giusta fruibilità.
Sensibilità ISO fotografia: potrebbe interessarti anche…
Ti è piaciuta la nostra guida “sensibilità ISO fotografia”? Fantastico, sappi che se vuoi continuare il percorso per imparare a fotografare oppure farti un ripasso sul resto, potresti dare un’occhiata a queste altre guide elencate qui sotto e ordinate in base al livello di difficoltà che incontrerai:
- Diaframma fotografia : cos’è e come funziona
- Tempo di esposizione : cos’è e come funziona
- Triangolo dell’esposizione
Scusami, ma forse c’è un errore qui: (copio e incollo il testo dell’articolo) :”un valore più basso di Sensibilità ISO corrisponde ad un tempo di scatto più breve rispetto al contrario, cioè un valore di sensibilità ISO più alto”
Oppure..non ho capito nulla io. 🙄