Non ce ne accorgiamo, ma ci sono serie tv che hanno letteralmente cambiato la realtà influenzando il nostro modo di pensare, più di qualsiasi altra cosa. Da quando è nato, il cinema ha avuto un’influenza innegabile nella cultura di massa, influenzando gusti, modi di dire, moda e chi più ne ha più ne metta. Spesso ha trasformato delle semplici “invenzioni letterarie” in cose vere nell’immaginario collettivo, per esempio Il Mago Houdini, film del 1953 con Tony Curtis, ha convinto il mondo che Harry Houdini fosse morto durante uno dei suoi giochi di escapologia, quando in realtà è morto di peritonite. Oppure, visto che siamo su un sito di fotografia, il termine “Paparazzo”, che in tutto il mondo serve per identificare in modo dispregiativo quei fotografi che inseguono le star per scattare foto compromettenti o imbarazzanti, era il cognome del personaggio del fotografo nel film La Dolce Vita di Federico Fellini.
Questi sono solo due esempi eclatanti, che dovrebbero farvi capire quanto sono vecchio, potrei continuare ancora a oltranza elencando tutti i nomi di personaggi dei film che sono diventati sinonimi di atteggiamenti/cose/persone, o di frasi celebri diventate dei veri e propri modi di dire comuni. Il carico da 90 l’ha messo soprattutto la televisione, essendo perennemente installata in almeno una stanza di ogni casa, unificando l’immaginario collettivo, non solo di quelli che potevano permettersi di andare al cinema.
Serie Tv che hanno cambiato la realtà: come è iniziata
Da sempre la televisione è stata accusata di essere un mezzo di propaganda più o meno velato, ma questo non sta a me dirlo e non voglio entrare in discorsi politici perché non è il mio campo. Il mio campo è l’intrattenimento e oggi vi voglio parlare di quelle Serie Tv che hanno cambiato la nostra realtà, proprio letteralmente.
Prima degli anni 2000 le Serie Tv erano una giungla di sit-com varie, soap opera e polizieschi basati sul personaggio e sull’affezione ad esso, che poi era quella che teneva incollato lo spettatore, settimana dopo settimana allo schermo. L’obiettivo era, come lo è tutt’oggi anche se gli equilibri si sono sbilanciati con le varie piattaforme online, di aumentare il costo dello spazio pubblicitario all’interno di una puntata. Insomma, più gente guarda un episodio, più questo diventa remunerativo. Il problema era che si sguazzava sempre nello stesso stagno, al di là del personaggio in sé, con le sue manie e i suoi metodi, di quella determinata Serie Tv, le trame e i modi erano sempre gli stessi più o meno.
Serie Tv che hanno cambiato la realtà: CSI – Scena Del Crimine
La svolta arrivò nel 2000, quando la CBS cominciò a trasmettere una Serie Tv del tutto nuova: CSI – Scena Del Crimine. Ideata da Anthony E. Zuiker e prodotta da nientepopòdimenoché Jerry Bruckheimer, C.S.I. era un punto di svolta, una cosa del tutto nuova nelle Serie Tv Crime e catalizzò in maniera impressionante l’attenzione degli spettatori, diventato un successo planetario. Innanzitutto non era incentrata su un qualche investigatore dai modi più o meno sgarbati, ma su una squadra intera di persone che stavano a metà tra il poliziotto e lo scienziato e affrontavano i vari casi, con piglio logico e scientifico, lasciando da parte le congetture, i trucchetti, gli inseguimenti e le mani in faccia al cattivo.
I casi, è importante ribadirlo, non venivano più risolti con i metodi investigativi, più o meno ortodossi, visti alla nausea fino a quel momento, ma seguendo gli indizi ritrovati sulla scena del crimine che andavano a ricostruire il puzzle del delitto. Una specie di reverse engineering dell’omicidio. Di punto in bianco, gli spettatori si trovavano a guardare dentro un laboratorio di analisi forense, cominciavano a sentire parlare con cognizione di causa di impronte digitali, DNA, balistica, A.F.I.S. e di tutte quelle tecniche investigative che nelle altre Serie Tv venivano solo accennati.
Il tutto era confezionato in una regia impeccabile e una fotografia patinata, fatta di sontuose riprese aeree di Las Vegas di notte, ricostruzioni dei delitti al computer che radiografavano dei delitti, immacolati laboratori avvolti nella penombra per favorire le luci ultraviolette che svelavano qualunque cosa.
Serie Tv che hanno cambiato la realtà: oltre CSI
Vero cuore delle puntate di C.S.I., era la squadra della scientifica: non erano nerd occhialuti e un po’ gobbi, ma maschioni e donne bellissime, che si recavano sulle scene del delitto a scoprire i più minuscoli residui che il malfattore aveva lasciato. E mica ci andavano con le tute spaziali sulle scene del crimine, ci andavano baldanzosi, con i loro scarponcini, i tacchi a spillo, le pettinature scolpite dai migliori parrucchieri di Las Vegas, 7 chili di trucco e trovavano 2 cellule epiteliali del killer, affogate in un ettaro di moquette alta due dita. Che uno si chiedeva: “ma se il killer come si muove perde brandelli di pelle che nemmeno un’anaconda durante la muta, ‘sti qua come fanno a non lasciarsi dietro una scia di scorie tali da far sembrare loro i colpevoli?“.
Poi, tutti questi indizi venivano impacchettati e portati in laboratorio. Se avevano un’impronta digitale, la inserivano nell’A.F.I.S. e nel giro di cinque minuti ecco che sullo schermo appariva il proprietario. Una minuscola goccia di sangue trovata su un muro? Si mette dentro una fialetta, la si infila in una specie di frullatore e, in meno di 10 minuti, una stampante tira fuori un foglio con la sequenza del D.N.A. del colpevole. Un colpo di pistola? Si guarda il proiettile al microscopio e, grazie al database delle armi, si ha quella che ha sparato. Poi si uniscono impronte, D.N.A., arma e si arriva la colpevole che, in genere, era il primo a cui un detective aveva fatto un paio di blande domande. Allora, i membri del team escono dal laboratorio e cominciano un interrogatorio così serrato che il colpevole, non solo ammette il delitto, ma confessa le peggio cose della sua vita, un po’ come Chunk quando viene catturato dalla Banda Fratelli.
Il successo di CSI – Scena Del Crimine, come dicevo, è planetario, tanto che Quentin Tarantino ha voluto dirigere il doppio episodio finale della quinta stagione dal titolo Sepolto Vivo. Questa fortunata serie ha dato il via a tre spin-off: CSI: Miami, CSI: New York, CSI: Cyber, e ad una valanga di altre Serie Tv realistiche che hanno contribuito a cambiare la realtà: Senza Traccia, NCIS – Unità Anticrimine, Law And Order, Criminal Minds, Bones, Cold Case, Lie to Me e tante altre. Gli spettatori hanno cominciato a familiarizzare con le tecniche di interrogatorio, di negoziazione ostaggi e con il profling, ossia come tracciare un profilo psicologico approfondito del criminale basandosi sugli indizi, sul modus operandi e sulla scena del crimine, per arrivare alla tipologia dell’assassino, fino quasi al nome.
Serie Tv che hanno cambiato la realtà: l’Effetto CSI e le sue conseguenze
Tutta questa infornata di Serie Tv crime molto realistiche ha contribuito a cambiare la realtà per la loro minuziosa ricostruzione dei delitti, degli atti criminosi, spesso ispirati a fatti reali, e soprattutto delle tecniche investigative dissezionate, svelate e date in pasto a chiunque, cosa che ha generato quello che viene chiamato l’Effetto CSI.
L’Effetto CSI è una medaglia a due facce, nessuna delle quali positiva. Da una parte c’è un pubblico che ormai si è abituato a conoscere in modo dettagliato e capillare ogni tecnica di indagine di un qualunque caso, dal rapimento all’omicidio. Il che potrebbe non essere un problema, se non che, quello stesso pubblico, negli Stati Uniti, può essere chiamato come giurato in un qualsiasi processo penale. Avvocati e giudici, a un certo punto, si sono trovati ad avere a che fare con intere giurie che davano estrema importanza alle prove raccolte e alle analisi fatte, valutavano con occhio critico le indagini e le deposizioni dei testimoni, mettendole in discussione e, quando devi decidere se una persona rischia di finire in carcere a vita, o peggio, subire la pena di morte, questa non è una cosa buona.
Gli indizi e le prove fanno parte del castello accusatorio, che deve essere supportato da indagini adeguate e complete. Vi faccio un esempio: vado a casa di un mio amico per una serata, mangiamo, ci vediamo un film sul divano, qualche volta vado in bagno, poi vado a casa. Un paio di giorni dopo questo mio amico viene trovato morto in casa sua. Quelli della scientifica esaminano l’appartamento e trovano le mie impronte digitali e il mio DNA ovunque. Nella realtà questi indizi mi collocano solo a casa sua, mi incasellano tra i sospetti, ma non provano niente. In un tribunale potrebbero essere considerate le prove schiaccianti che l’abbia ucciso io, anche se manca un movente, l’arma e nonostante io abbia un’alibi, per quanto traballante esso possa essere. Badate bene, non è una confessione di qualcosa che ho fatto, è solo un esempio, non ho ucciso nessun amico… perché non ho amici, altrimenti non guarderei tutte queste Serie Tv!
Tornando a noi, questo risvolto dell’Effetto CSI ha portato, inevitabilmente, a dover inserire delle domande su queste Serie Tv quando si scelgono i giurati per formare la giuria di un processo. (Intanto, se volete approfondire l’argomento delle prove, vi consiglio una docu-serie su Netflix che parla proprio di come le prove possano essere fuorvianti, se non contestualizzate in un’indagine ben condotta: Reperto A.)
L’altra faccia della medaglia è che, dall’inizio di CSI, le scene del crimine nella vita reale sono diventate sempre più pulite, rendendo ancora più difficili le indagini. I criminali, sapendo come operano le forze dell’ordine, hanno cominciato a stare molto più attenti, ripulendo la scena, cancellando tutte le tracce possibili e cercando di evitare gli errori. Non solo, hanno anche imparato come rispondere agli interrogatori, dissimulando la menzogna e superando il test della macchina della verità, sempre che il poligrafo abbia mai avuto una qualche valenza, visti i numerosi casi di falsificazione dei risultati.
Così, gli organi di polizia, da quelli cittadini fino all’FBI, si sono visti costretti a chiedere ai produttori delle Serie Tv di inserire dei grossolani errori nello svolgimento delle indagini in televisione. Non solo, l’FBI, a un certo punto, si è vista costretta a monitorare la vendita di ammoniaca perché, come queste Serie Tv ci hanno insegnato, questo composto cancella le tracce di sangue. In realtà questo è uno dei tanti errori inseriti: usando questo “piccolo trucco” non verranno cancellate le tracce di sangue, che rimangono anche se invisibili all’occhio, ma vengono rotte le catene del DNA rendendo impossibile ricostruirle. Quindi, se negli Stati Uniti uno andasse a comprare 10 litri di ammoniaca, poi l’FBI potrebbe giustamente andare a chiedergli a cosa gli serve.
Ecco che, da CSI in poi, le Serie Tv hanno cambiato la nostra realtà, rendendo la caccia al crimine e il successivo giudizio, un problema più grosso di quanto non fosse già. Anche noi in Italia abbiamo avuto a che fare con l’Effetto CSI in un famoso caso in cui sono stati effettuati 18 mila test su altrettanti campioni di DNA raccolti.
Le Serie Tv che hanno cambiato la realtà: i Medical Drama
Ovviamente, in un discorso come questo, non si possono non citare i Medical Drama e non possiamo fare a meno di parlare del successo che hanno avuto ininterrottamente da quando, nel 1961, il Dottor Kildare fece capolino al cinema e in televisione.
Queste Serie Tv hanno avuto un impatto imponente nell’immaginario collettivo e sul modo di vedere l’ambiente medico, i medici e gli infermieri. Serie Tv come ER – Medici In Prima Linea, quindici stagioni e altrettanti anni di vita, e Grey’s Anatomy, sedici stagioni in sedici anni, hanno dato l’idea che gli ospedali siano il posto migliore per trovare tutte le anime gemelle di cui una persona sente il bisogno.
Per poi generare tutta una lunga lista di Serie Tv che hanno variazioni sul tema, toccando i generi come la comicità o il dramma vero e proprio: Scrubs: Medici Ai Primi Ferri, nato proprio come parodia di ER – Medici In Prima Linea, Nip/Tuc, Dr. House – Medical Division, fino al recente The Good Doctor.
Tutte queste serie raccontano di casi medici, più o meno limite, dei dottori che con abnegazione li curano, dell’ambiente medico in cui si muovono e delle storie e storielle amorose che nascono e muoiono in un ciclo di puntate, intrecciandosi tra loro, in un carnaio di sentimenti così vasto e confuso che a un certo punto risulta difficile capire chi sia stato con chi e quante volte. Non solo, hanno anche dato la falsa convinzione al telespettatore di conoscere la medicina, il funzionamento del corpo umano, le analisi da effettuare e le terapie da mettere in atto.
Non è raro che i pazienti contestino o suggeriscano ai medici analisi da fare e terapie, perché Dott. House o Il Buon Dottore in quella determinata puntata hanno curato il paziente che presentava dei sintomi simili. Oppure che non si vada nemmeno più dal dottore, auto diagnosticandosi la malattia, con l’aiuto del Dottor Google che ha sempre la risposta pronta. Anche io la settimana scorsa ho cercato come farmi passare l’emicrania senza prendere medicinali e ho scoperto di avere una malattia che mi lasciava 4 minuti di vita.
Certo, il fascino dei medici di queste Serie Tv è innegabile e ci fanno sentire tutti un po’ più intelligenti, perché le spiegazioni sono così didascaliche da farle sembrare alla nostra portata. Hanno anche un effetto catartico: prendiamo il Dott. House, così sprezzante del pericolo, della vita umana e delle relazioni. Ha un vaffanculo pronto in canna per tutti e nessun rispetto del suo datore di lavoro, dei suoi colleghi e dei suoi sottoposti.
Il suo atteggiamento ci fa stare bene perché fa quello che vorremmo fare noi tutti i giorni, quando incontriamo qualcuno. La differenza, però, tra noi e lui è che lui se lo può permettere, perché è il migliore, un genio assoluto nel suo campo, quindi può sputare nel piatto dove mangia semplicemente perché non si può fare a meno delle sue competenze. Competenze che noi non abbiamo, non siamo i migliori nel nostro campo, quindi dobbiamo stare calmi, dire sempre di sì al nostro capo, sorridere ai colleghi insopportabili e aspettare che sia il Dott. House a rimettere il giusto ordine delle cose nell’Universo. Ed è così appagante.
Le Serie Tv che hanno cambiato la realtà: il caso di Lie To Me
Per capire come le Serie Tv abbiano cambiato la realtà, un esempio eclatante è quello di Lie To Me, serie con protagonista Tim Roth.
Il protagonista della serie è il dottor Carl Lightman, massimo esperto mondiale di prossemica. Grazie alle microespressioni indotte dalle emozioni che compaiono sul nostro volto, Carl Lightman può dire se stiamo mentendo oppure no. Lightman, come consulente, usa queste tecniche per incastrare criminali, interrogare sospettati, risolvere casi e tutte le applicazioni che potete immaginare di una capacità come la sua, incluso il gioco del poker, ma non ditelo in giro perché già all’ingresso dei casinò già mi guardano storto, quando entro.
Il personaggio di Carl Lightman è ricalcato su Paul Ekman, psicologo che, verso la metà degli anni ’60, ha cominciato a studiare le microespressioni presso un popolo della Papua Nuova Guinea. Paul Ekman era anche il consulente scientifico della serie. La prima stagione di Lie To Me, infatti, insegna tutto ciò che c’è da sapere sulla menzogna e su come scoprirla. Poi dal sapere all’applicare il passo è lungo anni e pieno di studi specifici, intendiamoci.
Ekman è anche un consulente, profumatamente pagato, dell’FBI che si è accorta di un piccolissimo conflitto di interessi: attraverso alla serie, Ekman stava insegnando ai criminali come mentire. Quindi l’FBI fa pressione affinché la serie venga chiusa, ma l’unica cosa che ottiene è che Ekman non faccia più il consulente della serie. I produttori, tra cui lo stesso Tim Roth, insistono e la seconda stagione viene fatta basandosi sui libri di Paul Ekman e, per varie beghe derivanti da questo, la serie viene divisa in due tronconi, la prima parte trasmessa in autunno e la seconda l’estate successiva. Ma i problemi non sono finiti, perché la Fox rinnova Lie To Me per una terza stagione, grazie alla caparbietà di Tim Roth. Vengono girati i primi 13 episodi e le pressioni dell’FBI diventano sempre più forti, tanto che Tim Roth, che è inglese e non americano, rischia di essere bollato come “Cittadino non gradito negli Stati Uniti” e quindi di non poter più lavorare sul suolo statunitense.
Lie To Me è stata cancellata alla tredicesima puntata della terza stagione, le nove puntate mancanti non sono mai state girate.
Le Serie Tv che hanno cambiato la realtà: conclusioni
Quando cominciamo a vedere una Serie Tv, spesso lo facciamo perché ci interessa l’argomento, o ci piace quel determinato attore o il suo personaggio, o ha successo e ne parlano tutti. Ma non ci domandiamo mai come questa cambierà, se lo cambierà, il modo in cui vediamo le cose o ci approcciamo a esse. Eppure succede spesso, spessissimo, che queste Serie Tv ci entrino sottopelle, si insinuino così nel nostro profondo da andare oltre e distorcere la realtà, sovrapponendo le cose che vediamo con quelle che effettivamente sono. Se questo processo non succede solo a noi, ma a tutta la gran quantità di spettatori che seguono una determinata Serie Tv, ecco che la realtà fa un piccolo scatto di lato e muta, andando ad adattarsi a quello che milioni di persone sono convinte che funzioni.
Le Serie Tv e i film hanno un potere immenso, certo, anche se quel potere non ci può convincere che esistano davvero i Robottoni Giganti che si trasformano in macchine, anche se negli anni ’50 Orson Welles aveva convinto tutti che c’era in corso un’invasione aliena con uno sceneggiato radio, ma ci può convincere che una determinata cosa funzioni cosà, invece che così ed ecco che questa determinata cosa da ora in poi, funziona in un altro modo.