La serie tv più attesa dell’anno sta per arrivare sugli schermi di tutto il mondo. Dal 2 settembre sarà disponibile Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, nuovo progetto di Prime Video di cui abbiamo potuto vedere in anteprima i primi due episodi e che vi presentiamo con questa recensione senza spoiler. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Signore degli Anelli Prime Video recensione: introduzione
Le grandi storie non muoiono mai perché ci restano dentro. Per quanto gli anni passino, il mondo su carta creato da J. R. R. Tolkien continua a ottenere consensi e ad affascinare anche le nuove generazioni. Potrebbe essere questo, o meglio lo vogliamo credere, che ha spinto infine Prime Video a realizzare un progetto ambizioso, ricalcando quanto fatto dallo scrittore.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, esplora la mitologia dei romanzi e delle rispettive trasposizioni cinematografiche di Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit collocandosi temporalmente durante la Seconda Era, migliaia di anni prima rispetto a ciò che conosciamo molto bene. Tali informazioni sono racchiuse in modo più corposo e completo nel libro “Il Silmarillion”, ma quanto riportato su schermo è ispirato solo alle numerose annotazioni presenti nella trilogia in cui è protagonista la Compagnia dell’Anello.
Sarà bastato per creare un buon prodotto?
Signore degli Anelli Prime Video recensione: la trama
La Seconda Era della Terra di Mezzo, dunque, epoca in cui i Popoli di Arda assistettero all’ascesa e caduta di Nùmenor, del primo oscuro signore Morgoth e del suo servo Sauron. A seguito dell’Ultima Alleanza fra Elfi e Uomini, Sauron venne sconfitto e venne data inizio la Terza Era, per poi giungere alle storie di Bilbo Baggins e di chi lo succederà.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è un progetto talmente tanto studiato e strutturato che fin da prima della messa in onda ne è stato dichiarato il numero di stagioni da cui dovrebbe essere composta: cinque, per la precisione, avente ognuna tra gli otto e i dieci episodi.
Signore degli Anelli Prime Video recensione: doverose premesse
Fare riemergere l’universo narrativo di Tolkien non è certo la cosa più semplice: a dirla tutta è davvero una grossa responsabilità. Il rischio più grande è quello di andare a scontentare i fan più affezionati, che tremeranno di paura ed emozione all’idea di tornare a rivivere l’ambientazione amata. Non solo riviverla, ma esplorarla per la prima volta da un punto di vista visivo, dal momento che questa serie tv tratta fatti che mai nessuno aveva portato su schermo prima.
Fin da subito bisogna però tenere in chiaro un certo grado di compromesso: i fatti della Seconda Era, che vedono la forgiatura degli Anelli del Potere, la conoscenza di Sauron e la nascita di altri personaggi noti tra cui Galadriel ed Elrond, avvengono su un arco temporale molto ampio, di migliaia di anni. Quindi è intuibile che con la serie il tempo verrà in qualche modo condensato e la storia plasmata in base alla narrazione più consona per una serie tv.
Signore degli Anelli Prime Video recensione: il giusto spirito
Ma se è necessario modificare il materiale di partenza pur di fare una nuova trasposizione, è davvero necessario andare di nuovo a scomodare questa saga? Penso che sia stato il pensiero di molti, nel corso di questi anni e soprattutto negli ultimi mesi, da quando hanno iniziato a comparire le prime immagini promozionali e i primi teaser e trailer. Tutti elementi che lì per lì non hanno fatto impazzire la buona parte del pubblico (me compresa) e che ancora oggi, a poche ore dalla messa in onda, non convincono del tutto.
La maestosità dei paesaggi e le musiche orchestrate a dovere, però, sono il primo vero impatto che si ha all’inizio del primo episodio della serie. Una voce narrante, quella di Galadriel, racconta il passato di Arda, soffermandosi brevemente su uno scorcio dell’infanzia per poi arrivare al suo presente, all’inizio di tutto. Solo in quel momento ho compreso che il modo migliore per affrontare la visione di questi primi due episodi era semplicemente godermeli, senza dare troppa retta alla vocina interiore che ben ricorda quanto scritto.
Signore degli Anelli Prime Video recensione: tra i dubbi, la meraviglia
La curiosità della scoperta e quel senso di famigliarità che mai abbandona, fa sì che le due ore totali di anteprima non siano troppo pesanti da digerire. Stiamo pur sempre parlando di una lunga introduzione, volta a presentare tutti i personaggi coinvolti e a dare una prima piccola spinta agli eventi che devono ancora fare il loro corso. Da un punto di vista visivo, che mi preoccupava particolarmente, la serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è davvero una gioia per gli occhi. Almeno, sullo schermo del cinema.
Dal punto di vista della trama, bisogna continuare a considerare che i fatti riportati sono solo ispirati a quanto scritto da Tolkien. Come dicevamo, addirittura, la serie si basa non su quanto scritto nel Silmarillion ma sulle appendici della trilogia del Signore degli Anelli. Appunti, che se da un lato hanno una precisione minore dall’altra danno un margine di narrazione piuttosto ampio.
Il desiderio di rimodernizzare e rendere più inclusiva la Terra di Mezzo ha portato a scelte discutibili, come la presenza dell’elfo Arondir, creato appositamente e impersonato dall’attore del Puerto Rica Ismael Cruz Cordova, la cui bravura non va assolutamente messa in discussione. Stesso vale per l’impeccabile e fiera Morfydd Clark e la sua Galadriel, con una caratterizzazione ben diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere.
Dare un’opinione completa, al momento, è impossibile. Se visivamente non c’è nulla da criticare, al momento è troppo presto per affermare che anche la trama sia agli stessi livelli del comparto tecnico. Sarebbe, più che altro, un azzardo. La curiosità non si perde via e resiste contro ogni previsione. Quello che ci aspetta lo scopriremo insieme di settimana in settimana, nella speranza di non doversi pentire della fiducia al momento ben riposta.
Signore degli Anelli Prime Video recensione: il cast e la produzione
Insieme a Clark e Robert Aramayo nei panni di Elrond, il cast comprende Owain Arthur, Nazanin Boniadi, Tom Budge, Ismael Cruz Córdova, Ema Horvath, Markella Kavenagh, Joseph Mawle, Tyroe Muhafidin, Sophia Nomvete, Megan Richards, Dylan Smith, Charlie Vickers e Daniel Weyman.
“Il Signore degli Anelli: Gli anelli del Potere” è diretto da J.A. Bayona, Wayne Che Yip e Charlotte Brändström. Patrick McKay e JD Payne sono gli showrunner e i produttori esecutivi della serie.
Signore degli Anelli Prime Video recensione: conclusione
Con Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, dire che bisogna andare con i piedi di piombo è quasi un eufemismo. Stupore e scetticismo sono in continua lotta, come bene e male, e noi siamo solo gli avidi spettatori che attendono solo di capire chi la spunterà. Vedremo nelle prossime settimane uno sviluppo migliore di questo lavoro e poi, alla fine, potremo trarre le giuste conclusioni.
Conoscete Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere? Guarderete questa nuova serie tv? Fatecelo sapere!
Recensione in breve
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere nasce allo scopo di farci esplorare ancora una volta la Terra di Mezzo da un punto di vista visivo e su uno schermo, piccolo o grande che sia. Se sugli effetti speciali e tecnici non c'è nulla da ridire, è ancora troppo presto per avere una visione davvero positiva o negativa della trama proposta. I primi due episodi sono molto introduttivi. Prendersi il tempo di presentare luoghi e personaggi da un lato aumenta la curiosità, ma bisogna comunque considerare che il disastro è ancora in agguato, pronto a colpire e far crollare anche le poche aspettative che queste prime due ore infondono nel pubblico.
PRO
- La Terra di Mezzo torna a splendere
- Un progetto che esplora nuovi archi narrativi, al momento racchiusi soltanto tra gli scritti di Tolkien
- Effetti speciali e tecnici davvero d'eccellenza
- Gli attori ben calati nei ruoli
CONTRO
- Diverse incongruenze e differenze rispetto al materiale originale
- Due episodi, due ore intense. Ma prettamente introduttive.