Sony a7IV recensione è la nostra prova della fotocamera mirrorless appena presentata dal produttore giapponese nel corso dell’evento appena concluso. Abbiamo avuto modo di provare per qualche giorno la nuova mirrorless ibrida che affronta l’eredità importante di un vero colosso di vendite come Sony a7III, sarà all’altezza? In questo modello tanto atteso, quali sono le novità rilevanti? Ci avrà convinti? Ecco la recensione con tutti i dettagli del caso e, come sempre, i file RAW a vostra disposizione a fine articolo.
22 marzo 2018, Villa Reale di Monza. Ricordo quel giorno come se fosse ieri: FotoNerd, ovviamente, non era ancora stato nemmeno pensato, ma io ero al lavoro, per conto di un’altra testata dell’epoca, per provare in anteprima la nuovissima Sony a7III presentata qualche settimana prima dal produttore, quando ancora gli eventi si facevano dal vivo e le “conference” online erano soltanto per noi addetti del settore (e sporadiche, in caso di distanze importanti). Quel giorno rimasi così tanto colpito da quel prodotto presentato, soprattutto per il rapporto qualità-prezzo, che, al momento dell’uscita sul mercato, ne preordinai una per poi riceverla poco dopo tempo. Pertanto, era più o meno Aprile del 2018 quando arrivò la mia Sony a7III, fotocamera che ancora oggi è insieme a me, funzionante, senza mollare un colpo, e con cui realizzo tutti i video che vedete su YouTube e non solo, anche molte produzioni per Clienti ed Agenzie. Con la mia Sony a7III ho fatto davvero di tutto in questi tre anni: più di 80 matrimoni, eventi vari, shooting, servizi fotografici vari, video su YouTube (incalcolabili a livello di numero in quanto fatti anche per terzi) e posso sicuramente dire di essere rientrato dell’investimento iniziale, che all’epoca era pari a circa 2500€ con obiettivo 28-70mm incluso (che vabbè, ho usato giusto per il primo mese, poco prima di acquistare un 24-70 f/2.8 GM).
A differenza di a7II, la “nuova” a7III portava novità rilevanti e soprattutto un incredibile rapporto qualità-prezzo, che la rendeva una scelta papabile per una nuova categoria di utenti in totale rialzo negli ultimi anni: il fotomaker, cioè un ibrido tra fotografo e videomaker (il termine me lo sono appena inventato, giusto per specificare). Per molti è un paradosso, per altri realtà di ogni giorno: sebbene tanti anni fa le due attività non potevano coesistere, ad oggi esistono migliaia di utenti “tuttofare” che hanno bisogno sia di fare foto sia di fare video. Certo, magari non si tratta di calendari Pirelli e film Marvel, chiaramente, ma per quanto concerne le esigenze medie di PMI e simili, il “fotomaker” è senz’altro una persona fondamentale che, attenzione, non è il CUGGINO e nemmeno il primo che passa per strada, bensì una persona molto preparata sia lato fotografico che lato video che spazia in entrambi gli ambienti e magari monta pure il tutto (e poi che volete di più?).
Sono certo che Sony a7II abbia contribuito notevolmente ad aumentare la crescita a livello mondiale di questa figura, perché in fin dei conti permetteva di avere, a differenza di tanti altri dell’epoca, un autofocus estremamente veloce sia lato foto che lato video, registrazione in 4K (seppur solo fino a 30 fps), un ottimo fullHD, qualità fotografica interessante e tantissime altre caratteristiche notevoli fornite da un brand che, in fin dei conti, ha sempre creduto tantissimo nel mercato mirrorless ben prima di tanti altri.
Oggi il “terreno di gioco” non è più così favorevole però, perché la concorrenza si è svegliata, ha creato prodotti interessanti, il mercato è cambiato, le persone anche. Riuscirà Sony a7IV ad imporsi come la sorella ormai anziana qualche tempo fa? Le novità sono rilevanti? Ci saranno altri record di vendita?
Giusto per completezza d’informazione, Sony a7III è una fotocamera che, ad aprile del 2019, capitalizzava il 42% del mercato giapponese da sola contro tutti, un risultato non facile da battere oggi.
Sony a7IV recensione: a chi è adatta?
La nuovissima Sony a7IV porta ben 5 diverse “fasce” di rivoluzioni per il target di fotografi e videomaker (o di “fotomaker”) e si basano su un nuovo “Imaging Core” completamente rinnovato, pertanto un nuovo sensore completamente pensato e costruito da zero e un nuovo processore, una nuova serie di migliorie e rivoluzioni in ambito fotografico, importanti novità lato video, nuove ghiere pensate per l’ibrido puro tra le due figure già citate di target e soprattutto, la quinta rivoluzione, ovvero un prodotto pensato anche per i tempi odierni in cui c’è forte necessità di streaming online per ogni tipo di esigenza.
Sulla base di queste 5 principali novità, posso tranquillamente affermare che il reale target di pubblico interessato a questo prodotto non è cambiato affatto rispetto a quello di Sony a7III, tuttavia, il produttore ha ascoltato le richieste dei professionisti (e non solo) per creare un prodotto ancora più adatto alle esigenze, ancora più intuitivo, ancora più utile, ancora più in grado di “calarsi nella parte”. La ridefinizione di questo standard riparte con Sony a7IV, una fotocamera che è il risultato di ciò che il produttore ha appreso, sperimentato e presentato negli ultimi 3 anni.
Per farvi un esempio molto semplice e pratico, ogni volta che guardo una presentazione di prodotti Apple so che, in un modo o nell’altro, una main feature o una grossa novità di un iPad sarà possibile trovarla in un futuro iPhone e viceversa, così come una grande novità di un iPhone si potrà trovare in un Apple Watch e così via. In questo senso, spesso in ambito industriale vengono lanciate e sperimentate precise tecnologie su alcuni prodotti per poi arrivare ad uniformare la linea, ottimizzando ancora di più funzioni e simili. È un processo di produzione e ricerca industriale furbo dal mio punto di vista, perché, a conti fatti, è come se Sony a7IV l’avessimo in parte già vista (e anche usata) negli ultimi due anni ma in altri prodotti del brand.
Ho provato e recensito Sony a7RIV, Sony a7SIII e Sony a1 che sono tre modelli da cui questa nuova piccola sorella ha preso qualcosa, in un modo o nell’altro, per poi farsi bella e diventare quella fotocamera tanto attesa. Perché io, personalmente, ho sempre saputo che per le mie esigenze lavorative non ho mai avuto bisogno dei megapixel della R, delle incredibili specifiche video della S e…beh no, Sony a1 la sogno ancora, ma ahimé non me la posso permettere (ma questo è un altro discorso).
In sostanza, Sony a7IV è il giusto “ponte” che non voglio chiamare “compromesso”, perché sarebbe come svilire le grandi novità e rivoluzioni.
Fate video per lavoro? E magari fate anche foto? A volte potrebbe servirvi quella “spinta” in più lato video? Potreste dover fare foto anche al di fuori dal vostro contesto classico? Ecco, Sony a7IV vuole rispondere in maniera convinta e positiva e tutte queste domande, prefissandosi dei limiti tecnici obbligatori ma certamente offrendo anche notevoli sorprese al pubblico.
Sony a7IV recensione: specifiche e caratteristiche tecniche
Come specificato nel paragrafo precedente, Sony a7IV integra moltissime novità tecniche, seppur siano state racchiuse in cinque macro categorie da parte del produttore volte a rendere il tutto più immediato da comprendere. C’è un nuovo sensore all’interno di questa fotocamera, un Exmor R completamente ripensato e rivisto appositamente per questa categoria e soprattutto per questo prodotto. Si tratta di un sensore full frame BSI da 33 megapixel che offre nuove grandi possibilità di resa in termini di alti iso e gestione del rumore rispetto al modello precedente. Offre una sensibilità ISO da 100 a 51200 espandibile da 50 a 204800 – fermandosi a 100-102400 per i filmati). Ci sono 15 stop di gamma dinamica sia per foto che per video, ed è tutto “spinto” dal nuovo processore Bionz XR che ha una velocità di 8 volte superiore rispetto al modello precedente (cosa che si può verificare banalmente già nell’operatività odierna della camera). Per farvi capire il tipo di importanza di questo processore, vi basta pensare che è lo stesso presente in Sony a1 e Sony a7SIII, ergo qui non si scherza affatto.
Si passa quindi dai 24 megapixel di Sony a7III ai 33 attuali, un salto di quasi 10 megapixel che però non si sintetizza soltanto in “risoluzione” e meri numeri, perché Sony ha capito benissimo per cosa è stata usata a7III nel corso degli anni, e personalmente non potrei trovarmi più d’accordo con questa scelta. Ora tutto cambia per i matrimonialisti (alzo la mano), i paesaggisti (alzo la mano), i ritrattisti (alzo la mano ma la tengo a metà), i fotografi notturni (alzo entrambe le mani) e per i videomaker che non devono fare film ma semplicemente video corporate e simili (ri-alzo entrambe le mani).
Il nuovo Bionz XR è qualcosa di pazzesco in ogni modo: me ne ero già accorto su a7SIII e su A1, ma non pensavo che il produttore potesse essere così folle da metterlo qui e farlo anche funzionare perfettamente, e sono certo che molti forse non si renderanno conto delle reali possibilità del prodotto con questo processore finché non lo proveranno, perché a volte non basta leggere una recensione. Questo nuovo processore d’immagine è in grado di garantire una raffica di 10fps con AF/AE tracking, e fin qui certamente non gridiamo al miracolo, perché la sorella anziana aveva lo stesso valore. Si grida al miracolo quando poi si capisce che il buffer ora è passato da circa 90 RAW e 180 JPEG di prima a ben 800 RAW+JPEG senza stop. Avete letto bene: potete scattare raffiche a 10fps fino a 800 foto in RAW+JPEG, sebbene questa cosa sia “limitata” a *SPOILER* le CFExpress Type A e non sia possibile con le SD Card. Se poi vi “limitate” a scegliere uno dei due formati singoli, pertanto ipotizzando una raffica in JPEG o in RAW, potreste anche ottenere un buffer superiore alle 1000 immagini, sempre parlando di CFexpress Type A, ovviamente (rimarrà la conditio sine qua non per questa fotocamera).
C’è poi un autofocus importante in questo prodotto (non che quello precedente fosse pessimo eh, anzi), tuttavia, vediamo miglioramenti importanti anche qui: sono 759 punti per una copertura del 94% del frame, e ora c’è un nuovo compagno di giochi tra le funzioni di rilevamento: oltre a “umani” e “animali” si aggiunge “uccelli” (poi magari spiegheremo ai più suscettibili che si tratta esclusivamente di volatili).
Scusate, avete per caso già visto questo tipo di autofocus da qualche parte? Io si, in Sony A1, e posso affermare che funziona nella stessa maniera, cosa altrettanto incredibile.
Ma passiamo alla parte video, quella tanto attesa da tutti da me: appena ho saputo questa feature, avrei voluto telefonare a tutti i miei colleghi videomakers e amici appassionati per gridarla a gran voce, ma sono dovuto rimanere in silenzio e soprattutto impassibile senza farmi sfuggire nulla dato che avevo firmato col sangue promesso a Sony che non avrei parlato.
Ebbene si, Sony a7IV supporta finalmente la registrazione 4K@60fps in Super35 con un oversampling dal 7K per il 4K@30 senza binning e in full readout con supporto al 10 bit in 4:2:2 e full HD a 120fps con anche supporto alla registrazione RAW esterna (scusate, ho scritto tutto volutamente senza virgole per farvi intendere che è da leggere tutto d’un fiato senza pause).
L’altra particolarità “folle” è che gran parte delle peculiarità video sono prese direttamente da Sony a7SIII e, notate bene, quando scrivo “gran parte” intendo “praticamente tutte”, perché Sony a7IV non solo registra in 4:2:2 a 10Bit con supporto Long Gop / All-Intra e possibilità di sfruttare l’S35 per il 4K@60fps oppure l’oversampling dal 7K per il 30fps standard, ma offre anche il codec H.265, un bitrate massimo di 600Mbps e, udite e udite, il profilo S-Cinetone, che al tempo fu la grande novità di Sony a7SIII, caratteristica che la “collegava” al mondo Cinema. Vedendo queste caratteristiche sembra evidente come Sony a7IV sia una sorta di a7SIII con molti più megapixel, e personalmente mi sono subito chiesto se tutto questo non potesse in qualche modo contribuire a cannibalizzare proprio le vendite di a7SIII (ma ci arriviamo).
Oltre al profilo S-Cinetone, aggiunta che mi ha lasciato positivamente di stucco per quanto concerne questo prodotto, c’è anche una nuova voce dedicata all’estetica e ai colori che si chiama “Creative Look“, molto simile al concetto già visto in passato con il classico profilo foto (che in italiano rimane tradotto così) ma che incorpora qualche preset aggiuntivo preso anch’esso da a1 e a7SIII. Grazie all’aggiunta dell’S-Cinetone potrete avere in camera una registrazione con una maggior profondità e un colore più cinematografico, che si integra perfettamente in un setup con i prodotti cinema del brand.
Oltre a questo, sempre lato video, troviamo un S-Log 3 migliorato che include più di 15 stop di gamma dinamica e in grado di effettuare un perfetto matching con i prodotti Cinema Line.
Sony a7IV include inoltre un display vari-angle concettualmente come quello di Sony a7SIII con 1.03 milioni di punti e full touch, un nuovo tasto REC posizionato nella zona superiore, una struttura interna di dissipazione per le sessioni di registrazione più lunghe (la stessa presente in Sony a7SIII), 5.5 stop di stabilizzazione d’immagine con anche la funzione Active Mode (anch’essa conosciuta con a7SIII) e il supporto alla Digital Audio Interface, cioè una serie di contatti aggiuntivi sulla slitta Hotshoe che permettono, ad esempio, la connessione e l’utilizzo di microfoni come i Sony ECM-B1M / ECM-W2BT senza dover collegare il cavo jack all’ingresso dedicato.
Troviamo inoltre la nuova ghiera di selezione per differenziare menù foto e video, un grip eccezionalmente migliorato e con un’estrusione importante, doppio slot per le memory card (con supporto SD UHS-II e CFexpress Type A – ma attenzione, soltanto uno supporta le CFexpress di tipo A), una porta HDMI piena (Type A), connessione Type C 3.2 Gen 2, supporto ai file HEIF e Light Jpeg, il nuovo menù full touch di Sony, un mirino elettronico da 3.68 milioni di punti da 120fps, supporto UVC/UAC per lo streaming (limitato però al 4K@15fps) e l’incredibile presenza del WiFi 5GHz unitamente al 2.4GHz. Scende però l’autonomia della batteria, passando da circa 710 scatti del modello precedente a circa 610 attuali, dati che però valgono scattando tramite LCD, personalmente, scattando tramite mirino elettronico, ho ampiamente superato tale numero di scatti.
Come di consueto quindi, ecco un riepilogo delle principali specifiche e caratteristiche tecniche di Sony a7IV:
- Nuovo sensore Exmor R da 33 megapixel
- ISO fino a 50-204800 (foto) oppure 100-102400 (video)
- Nuovo processore Bionz XR preso direttamente da Sony a1
- Raffica fino a 10fps con buffer in grado di arrivare fino a 828 scatti JPEG+RAW oppure oltre a 1000 per singole modalità
- Stabilizzatore integrato da 5.5 stop + Active Mode (come su Sony a7SIII)
- Nuovo Autofocus ibrido da 759 punti con copertura del 94% del sensore (lo stesso di Sony a1)
- Nuova modalità AF dedicata ai volatili, real time tracking, AF Assist, Focus Map, Breathing Compensation
- Registrazione video fino al 4K@60fps 4:2:2 10 Bit (S35) oppure con oversampling dal 7K in modalità 4K@30fps
- Supporto FullHD 120fps
- S-Log 3
- S-Cinetone + Creative Look
- Nessun limite di registrazione video
- Nuova ghiera per selezione rapida della modalità foto / video / S&Q
- Mirino da 3.68 milioni di punti Quad VGA EVF con refresh rate fino a 120fps
- Nuovo Monitor LCD Vari-Angle full touchscreen con 1.03 milioni di punti
- Doppio Slot per SD UHS-II oppure singolo slot CFexpress Type A
- Nuova porta HDMI Type A (presa da Sony a7SIII)
- Supporto UVC/UAC per Streaming fino al 4K@15fps
- WiFi 5GHz/2.4GHz
- Autonomia di circa 610 scatti (LCD)
- Nuove misure: 132 x 95.4 x 76mm (L x H x P) – misure Sony a7III : 126 x 95.6 x 64mm
Sony a7IV recensione: design e materiali
A colpo d’occhio, anche dalla distanza, si vede subito che Sony a7IV porta con sé tante rivoluzioni anche lato design, eppure la primissima impressione da parte mia non è stata positiva, poi però mi sono abituato. Con questo intendo che, almeno nel mio caso, il primo giudizio non è sempre quello definitivo, soprattutto sull’estetica. Se è vero che esistono tanti dati oggettivi in un prodotto come questo, altri sono soggettivi. Il mio primo incontro con Sony a7IV è stato un misto di emozioni varie, tra gioie e dolori. È successa più o meno la stessa cosa con Nikon Z Fc: se vi ricordate, nella recensione scrissi che vista in foto mi sembrava terribile, dal vivo invece era bellissima.
La storia d’amore tra me e Sony a7IV nasce da una conferenza super segretissima di qualche tempo fa in cui mi venivano annunciate le caratteristiche tecniche e le novità (momento in cui ho iniziato a gioire) ma non veniva svelato il design (se è per questo nemmeno il nome, ma si capiva benissimo che si trattava proprio di lei). Una volta arrivata nei laboratori sotterranei e super segreti di FotoNerd (frase che rende tutto più Marvel – nella fattispecie Spider-Man però, così rimaniamo in casa Sony), ho tolto la fotocamera dalla confezione molto provvisoria e anonima e ho subito gioito perché la prima cosa che ho visto è stata il display posteriore Vari-Angle, solo che non ero sicuro se continuare a gioire o no, perché, abituato con il classico display Sony non vari-angle, devo ancora capire se questo mi piace.
Poi ho subito visto la ghiera dei programmi, e onestamente mi è sembrato di vedere una fotocamera molto entry level, povera di funzioni, poi però ne ho capito il senso: la ghiera di Sony a7III era “completa” di tutto, perché in effetti aveva tutto lì. La forza dell’abitudine ormai fa andare la mia mano automaticamente da “M” a “Movie” e da “Movie” a “S” e da “S” a “S&Q”, roba che se avessi messo un contapassi per calcolare i movimenti delle mie dita su quella ghiera per spostarmi da una funzione all’altra, come minimo adesso avrei fatto il giro del mondo due volte. Perché in effetti, una problematica di quella ghiera era proprio il “percorso” da fare. Adesso questo problema non c’è più, perché la ghiera è stata sdoppiata con evidenti migliorie, ma a chi come me è abituato da anni ad usare una a7III o simile, serve un po’ di abitudine (tranquilli, si fa presto).
La nuova ghiera in realtà è anche più intelligente, non solo perché vi permette il “main switch” rapido tra foto / Video / S&Q ma poi ora ha anche lo spazio per un comando custom in più, pertanto avrete 3 slot anziché 2 per gestire le vostre personalizzazioni, esattamente come avviene sulle ammiraglie, cosa molto comoda se scattate in luoghi diversi ma sempre molto “simili” (es. partita di calcio, set video con le stesse luci ogni volta e sessione di stelle di notte). Tuttavia, a parte questa importante digressione, mi ricompongo e vado con ordine.
Partendo dalla zona superiore sinistra, troviamo uno spazio vuoto come nel modello precedente ma visibilmente più largo e “comodo”, chissà se in futuro verrà riempito con una ghiera per l’AF come avviene su a9 (uno ci spera sempre). Si continua poi con il mirino elettronico da 3.68 milioni di punti Quad VGA, la slitta hotshoe con supporto alla Digital Audio Interface, la nuova ghiera dei programmi doppia (sopra le funzioni e modalità da utilizzare come M, S, A, P e simili e sotto le macro-categorie come Foto, Video e S&Q) e una nuova ghiera superiore come quella vista su Sony a7RIV e Sony a7SIII: resta praticamente nella stessa posizione rispetto a Sony a7III, ma ora è “tutta fuori”, cioè non viene nascosta per metà – fa parte delle nuove scelte stilistiche.

Sparisce poi il tasto C1 (che ora è dietro) in favore di un tasto REC più piccolo rispetto a quello di S3 ma sicuramente in una posizione ben più comoda rispetto al passato (nonostante fosse stata già modificata rispetto a Sony a7II). Ricapitolando, in questa parte destra superiore troviamo quindi un totale di tre ghiere (due posteriori e una frontale), la ghiera dei programmi doppia, un tasto C2, il nuovo tasto REC e lo switch d’accensione con pulsante di scatto che è rimasto praticamente invariato rispetto al passato. La nuova ghiera dei programmi, tra l’altro, ha anche un pulsantino di blocco / sblocco nella zona frontale per evitare di cambiare modalità quando non necessario (magari per sbaglio).
La parte frontale offre una nuova ed incredibile estrusione molto simile a quella vista con Sony a7SIII che si, è comoda e beh, grazie Sony (sto solo trattenendo la gioia per sembrare una persona seria, mica che poi sui forum vari di fotografia in Italia scrivono il contrario pensando che io non legga tutto, sia mai). Ad ogni modo, come nel modello precedente, per la parte frontale la parola d’ordine è “pulizia” e così è, solo che stavolta il grip è qualcosa di eccezionale. Niente di che, per quanto mi riguarda è un altro motivo per scegliere questo nuovo modello per le mie esigenze, e forse anche uno dei più importanti, dato che nelle lunghe sessioni di scatto è fondamentale avere un’ottima presa della propria fotocamera, cosa che sicuramente era da migliorare rispetto al passato. Ho usato questa fotocamera per pochi giorni, abbastanza però per apprezzare fin da subito la presa perfetta e stabile rispetto al passato incerto, a sufficienza inoltre per sentirne già la mancanza (almeno fino all’apertura dei preordini che, casualità, dovrebbero essere proprio oggi).
La parte posteriore vede altre novità dal punto di vista del design: si nota subito un mirino più “ciccio” e il rilevatore di prossimità posto ora nella zona inferiore anziché in quella superiore. Si nota subito anche il display Vari-Angle che è reclinabile e richiudibile e offre la stessa esperienza d’utilizzo vista in Sony a7SIII, pertanto si tratta senz’altro di un’interessante aggiunta ma che, almeno nel mio caso, richiede un po’ di abitudine (com’è giusto che sia). Purtroppo anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un display che, lato risoluzione, non rende giustizia alla qualità d’immagine offerta dal prodotto, una sensazione che ho già avuto con Sony a1 (e che rientra tra i difetti di quella macchina, secondo me) e che spiace ritrovare anche qui.
C’è un nuovo Joystick, e questa è una buonissima notizia in quanto è lo stesso preso da a9 II e altre sorelle simili di fascia altissima, pertanto riuscirete ad avere un’esperienza d’uso a mio avviso migliore, perché di fatto è migliore anche il grip stesso. Sempre parlando di grip, è stata migliorata anche l’estrusione posteriore (non solo quella anteriore), che ora è leggermente più lunga ed ergonomica per seguire la forma della mano nel migliore dei modi (ovviamente a livello “universale”). Dove prima, in Sony a7III, c’era il tasto di registrazione video, ora c’è il tasto C1 (che su a7III era in alto, dove ora c’è il tasto di registrazione video in a7IV). A parte questo, non ci sono altre novità rilevanti a parte un design dei tasti che è più pronunciato e ricorda, ovviamente, quanto visto a partire da Sony a7RIV e a seguire poi con gli altri modelli. Resta ovviamente la ghiera verticale multifunzione, pienamente configurabile e con possibilità di gestire circa 5 diverse funzioni già di default (stile display, autoscatto e raffica, ISO e altro).
Sempre guardando la fotocamera da dietro, nel lato destro troviamo il nuovo “cassettino” molto Sony a1 style che nasconde la rivelazione tecnologica del 2020, ovvero lo slot “ibrido” in grado di far funzionare sia due SD standard (Fino all’UHS-II) oppure una CFexpress Type A, le nuove memory card presentate l’anno scorso dal produttore e che sono in grado di avere performance incredibili sia in lettura che in scrittura (sebbene attualmente abbiano ancora prezzi decisamente proibitivi per molti, soprattutto per questo target).
A differenza di Sony a1 e di Sony a7SIII, questa nuova a7IV presenta per la prima volta un solo slot CFexpress Type A, senz’altro per prediligere di più un pubblico già più abituato alle card SD. A mio modesto parere, l’eventuale aggiunta di un doppio slot CFexpress di tipo A in questo prodotto non avrebbe precluso comunque l’acquisto di un corpo superiore e nemmeno cannibalizzato le vendite di S3 e a1, più che altro perché così si perde un po’ la “magia” di avere un vero doppio slot, che comunque permette backup, eccedenza e così via, ma con velocità nettamente ed ovviamente diverse. Insomma, da una parte risparmierete perché vi basta una sola CFexpress di tipo A, dall’altra però qualche limite c’è.
Nell’esatto lato opposto, quindi a sinistra, troviamo altre importanti sorprese: ci sono gli sportellini nuovi, quelli che tanto sognavo e che avevo richiesto a gran voce (insieme a tantissimi altri utenti). Questi nuovi sportelli, quelli che nascondono i vari connettori per intenderci, sono gli stessi che si sono visti a partire da Sony a7RIV e che permettono di essere aperti in maniera più fluida, oltre ad offrire una costruzione più solida senza perni vari che possono rompersi (come successo purtroppo sulla mia a7III e, sono certo, su quella di tanti altri). La seconda sorpresa riguarda il fatto che il jack del microfono è in uno sportellino separato da quello delle cuffie, così se volete solo usare un microfono esterno ma non le cuffie, non siete costretti ad aprire uno sportello ampio. Presenti poi un connettore USB Type C 3.2 Gen 2 e un connettore Micro USB che ancora resiste nel 2021, pazzesco.
E poi? E poi c’è la terza sorpresa, quella assolutamente inaspettata perché, ok, Sony a1 costa 7300 euro, Sony a7SIII è fatta per i video, pertanto in quei due casi mi aspettavo la presenza di questo connettore, qui no, ma il fatto che ci sia conferma ancora di più quanti incredibili passi avanti abbia fatto Sony e quanto velocemente io debba acquistare questo prodotto (sempre legato alle mie esigenze lavorative, ovviamente). Si, sto parlando del connettore HDMI Type A, quello “pieno” per intenderci, quello grosso che mi dà più sicurezza e mi permette di usare un qualsiasi cavo HDMI senza problemi. Pensate, per la mia Sony a7III avevo preso appositamente un cage esterno con tanto di accessorio dedicato alla protezione del cavo Micro HDMI di tipo D: data la sua dimensione eccessivamente compatta, molti colleghi, purtroppo, avevano rotto il connettore HDMI Micro della loro a7III sforzandolo troppo o toccandolo dentro nel momento sbagliato. Per evitare la stessa fine, io avevo preso una sorta di molla da stringere fatta apposta per proteggere tale porta nelle situazioni più fagocitate o dinamiche. Ora tutto questo non servirà più, perché HDMI Type A significa anche solidità e resistenza. E adesso vi sfido a romperlo (no, non accettate la sfida, per favore).
La parte inferiore vede la solita presenza del connettore per treppiede (universale) e dello slot batteria che resta una Sony FZ-100 come quella utilizzata in a7III, altra buona notizia per chi già possiede questa fotocamera o comunque un prodotto simile in questo target e sempre di Sony (ovviamente). Secondo i dati iniziali forniti da Sony, questa batteria, dentro alla nuova a7IV, ha un’autonomia inferiore di circa 100 scatti rispetto al modello precedente, differenza giustificata sicuramente dalle novità performanti lato hardware. Nella mia prova, ho scattato esattamente 424 foto in formato JPEG e 424 foto in formato RAW partendo da una base di carica della batteria pari al 53%, questo significa che con una carica piena avrei potuto arrivare tranquillamente a 800. Ho scattato esclusivamente con il mirino e anche molte raffiche, senza includere le varie clip video che ho girato per provare i nuovi codec. Pertanto, sebbene i dati di Sony evidenzino una minor autonomia, dal mio punto di vista si comporta anche meglio rispetto al passato, ma potrebbe essere stata soltanto una mia impressione (forse).
Sony a7IV recensione: prestazioni
C’è un nuovo sensore all’interno di questa fotocamera, un sensore creato da zero, pensato proprio per questo segmento, un sensore che ad oggi, ovviamente, non viene condiviso con nessun altro prodotto della gamma. Si tratta di un sensore BSI da 33 megapixel (ovviamente full frame) che, come per il precedente, non è stacked (esclusiva per ora delle regine più in alto – e ci sta). Ad ogni modo, una questione da valutare riguarda senz’altro la gestione del rumore, in quanto Sony stessa afferma che, grazie a questa nuova creazione, sarà possibile gestire meglio la sensibilità ISO e il conseguente rumore elettronico. Ci sono poi più di 15 stop di gamma dinamica sia per foto che per video, novità non da poco che colpa un altro gap importante. Una delle caratteristiche più “nascoste” ma anche più sbalorditive riguarda senz’altro la presenza dello stesso Bionz XR (il processore d’immagine, ndr) che offre Sony a1, la vera “regina” top di gamma attuale. Questo fa si che le prestazioni in termini di velocità siano più veloci di 8 volte rispetto a Sony a7III, e si vede anche banalmente nell’utilizzo della fotocamera, che ora non soffre più di fastidiosi lag e delay vari nell’accensione o nell’utilizzo di varie funzioni. La stessa incisività e velocità si vedono nell’esperienza globale, perché questo processore si occupa anche di gestire il rumore e il buffer (oltre che la raffica). È vero, la raffica è rimasta la stessa rispetto a Sony a7III, quindi pari a 10fps, ma il buffer è cambiato notevolmente (sempre se utilizzate una CFexpress Type A).
Globalmente, a livello prestazionale, anche solo guardando le specifiche tecniche e comparandole con il modello precedente si capisce che i salti fatti in avanti sono numerosi, e chiaramente non c’è un solo motivo per preferire, ad oggi, Sony a7III a Sony a7IV (com’è giusto che sia, ovviamente). Pertanto è giusto definire Sony a7IV come un vero nuovo modello, completamente stravolto rispetto al passato, non si tratta assolutamente di un “semplice aggiornamento” come a volte avviene nei modelli fotografici concorrenti. C’è studio, tecnologia, evoluzione, un vero concentrato di novità che rendono questo prodotto ancora più “importante” e completo rispetto al passato.
Sony a7IV recensione: qualità d’immagine
Ovviamente la qualità d’immagine è stata praticamente il primo aspetto da valutare in questo prodotto, perché Sony a7IV è prima di tutto una fotocamera, non bisogna dimenticarselo. Tra nuovo sensore, più megapixel, miglior resa lato ISO, buffer migliorato e tante funzioni d’aiuto, mi aspettavo davvero risultati importanti dal punto di vista della qualità d’immagine, e onestamente non sono rimasto deluso.
Partiamo da un semplice presupposto: non ho avuto la possibilità di analizzare i recuperi lato RAW, semplicemente perché, nel momento in cui scrivo questa recensione, ancora non esiste un profilo di lettura per gli ARW di questa a7IV, motivo per cui mi sono dovuto “accontentare” del JPEG. Anche qui si potrebbero aprire capitoli enormi, perché Sony a7IV supporta sia gli HEIF che i light JPEG (oltre ai JPEG standard), questo dà al fotografo una scelta pazzesca, forse a volte anche eccessiva, soprattutto perché, allo stesso modo, anche i formati RAW sono tre: RAW non compresso, RAW compresso senza perdita e RAW compresso. Entrando nello specifico invece del JPEG, se i “principali” sono tre, la realtà dei fatti offre 4 formati in tre diverse macro categorie: potrete scegliere tra JPEG Extra Fine, Fine, Standard e Light, oltre a cambiare tra JPEG, HEIF 4:2:0 e HEIF 4:2:2. Insomma, già solo nella scelta dei formati potrete davvero sbizzarrirvi cercando la soluzione più adatta al lavoro che dovrete gestire. Resta purtroppo la mancanza di scalabilità del RAW: non potrete quindi decidere di scattare a meno di 33 megapixel, utilizzerete sempre la risoluzione piena. La stessa cosa non si può dire per il JPEG invece, che è disponibile nei tagli L (33 megapixel), M (15 megapixel) e S (8.2 megapixel).
Con un prodotto qualsiasi forse non avrei apprezzato questa scelta, e, a dirla tutta, non l’ho apprezzata nemmeno con a7IV all’inizio della prova. Poi però, per mera curiosità, ho provato a fare un po’ di editing di base ai JPEG fuori dalla macchina, sfruttando Lightroom CC: sono rimasto abbastanza basito dei recuperi e della gestione che assomiglia molto ai RAW, ma che però si differenzia per gli ovvi limiti di un file inevitabilmente compresso. Pertanto si, esagerare con la post su un JPEG porta a grandi difetti, perdite, distruzioni e quant’altro, ma è ovviamente logico, per questo esiste il RAW. Nonostante tutto comunque, sono rimasto sorpreso da un’ottima possibilità di post-produzione anche su un semplice JPEG (che ormai tanto semplice non è più manco lui).
La qualità d’immagine è sorprendente, il nuovo sensore Sony si comporta davvero bene e secondo me rende il prodotto ancora più adatto alle esigenze dei “fotomaker”, perché in fin dei conti lato video è possibile fare una registrazione in oversampling dal 7K (ma ne parleremo dopo), mentre lato foto è possibile scattare senza preoccuparsi troppo, perché comunque un buon crop è fattibile mantenendo anche la qualità. A questo punto, opinione mia personale e soggettiva, questa diventa davvero la fotocamera definitiva per le mie esigenze lavorative, perché posso usarla per ritratti in studio, matrimoni, cortometraggi, foto e video corporate, video su YouTube…insomma, tutto quello che faccio normalmente. Aggiungiamoci anche un po’ di sport, perché l’ho provata durante alcune partite di calcio che sono solito seguire la domenica a livello giornalistico per una redazione, e mi sono trovato bene. Il mirino non è blackout free come su a9, ma di fatto è quasi come se lo fosse perché il vero blackout si vede solo nel primo frame con un leggero drop, poi sparisce e permette un’esperienza molto simile ad un vero blackout free. La raffica è migliorabile, vero, ma ricordatevi che non stiamo parlando di una fotocamera pensata per lo sport. Sempre per le mie personalissime esigenze, può andare bene anche per il mio lavoro giornalistico della domenica, perché in fondo non lavoro per la Serie A (almeno, non ancora) e in questo caso per me è molto più importante la gestione del rumore che la raffica in sé.

Alcuni JPEG “fuori dalla macchina” scattati anche di sera sono assolutamente impressionanti e mi hanno colpito fin da subito, mostrando realmente i muscoli in un modo che non mi aspettavo. Ci sono evidenti miglioramenti nella gestione ISO rispetto al passato, nonostante comunque Sony a7III avesse un minor numero di megapixel e, di conseguenza, più facilità nel gestire il rumore elettronico.

Se si alzano di tanto gli ISO, superando anche i 102.400, il file è praticamente inutilizzabile, ma non mi aspettavo altro, ciò che mi aspettavo era in realtà la possibilità di fare una foto a 8000-10.000 ISO senza praticamente problemi “grossi” o comunque molto recuperabile, cosa che è successa in realtà, perché scattando proprio a 8.000 ISO è uscito un JPEG perfetto, limpido e senza evidenti problematiche. Questa caratteristica vi consente anche di aumentare un po’ di più la sensibilità ISO in casi di emergenza senza però incombere in evidenti problematiche, quindi ben fatto, il nuovo sensore si comporta bene, esame superato.
C’è da far notare un’altra particolarità: sebbene il display LCD posteriore non abbia avuto ancora un balzo sperato in termini di risoluzione (ora è a 1.03 milioni di punti contro i 921.000 del passato) c’è però un miglioramento evidente della visione in Live View. In passato, potevano vedersi lievi artefatti durante la fase di scatto in questa modalità, cosa che attualmente è stata corretta e si vede praticamente ad occhio nudo. In sostanza, l’illusione di questa nuova funzione fa sembrare che il nuovo display sia molto più risoluto, quando in realtà lo è poco più. Utile, da non sottovalutare, perché questo ci permette di avere una visione migliore in fase di scatto LiveView, a differenza del passato.
Adesso poi il touch tracking e il Touch Focus permettono un controllo perfetto della messa a fuoco anche con il dito e anche dall’app, perché tutte queste nuove funzioni saranno integralmente supportate dall’app Imaging Edge Mobile.
Sony a7IV recensione: autofocus
Il nuovo autofocus di Sony a7IV è qualcosa di realmente sorprendente senza dubbi, è necessario specificarlo. Non poteva essere altrimenti in realtà, perché è lo stesso sistema di messa a fuoco presente in Sony a1, quella che attualmente è la migliore fotocamera del produttore a listino. Come vi avevo già anticipato proprio nella recensione di a1, spesso le ammiraglie così “pompate” servono proprio a dare un grande anticipo delle funzioni che verranno pian piano aggiunte nei modelli “minori”. Certo è che, come normalmente accade, ci si aspetta che poi nei modelli minori vengano introdotti dei “derivati” di funzionalità rispetto alle vere ammiraglie, mentre qui Sony è come se avesse staccato il sistema di AF di a1 per metterlo su a7IV, cosa che sorprende e stupisce. A dire la verità, la parola “derivato” in questa fotocamera mi sento di usarla soltanto per alcuni aspetti video (funzionalità e codec) e per lo slot ibrido che non è ibrido (o meglio, lo è soltanto per lo slot 1), per il resto invece, si tratta di funzioni e possibilità reali presi in un rapporto 1:1 da modelli superiori, cosa che non va sottovalutata assolutamente.

Sono 759 i punti di messa a fuoco sul piano focale, un AF ibrido come in passato ma molto più veloce, molto più intelligente e soprattutto con un apprendimento dinamico basato sulle nostre abitudini. Oltre alla specifica impostazione per umani e animali, ora si aggiunge quella dedicata ai volatili (uccelli) per avere ancora più precisione in fase di messa a fuoco automatica. C’è poi la nuova Focus Map, che è una vera e propria “mappa” della messa a fuoco in rempo reale che colora la scena in base alla profondità di campo e a ciò che viene messo a fuoco in quel momento. Non è esattamente un Focus Peaking (che è comunque presente) quanto più un sistema che di solito si vede su videocamere professionali e permette un controllo molto preciso su ciò che sta succedendo (in tempo reale ovviamente). Lodevole.

Le modalità di messa a fuoco sono Wide, Zone, Center, Spot, Exp. Spot e Tracking per la parte fotografica, Wide, Zone, Center, Spot e Exp. Spot per filmati e modalità S&Q. Tutte queste modalità di AF possono essere gestite anche tramite Touch Focus e Touch Tracking (anche da app Imaging Edge Mobile).
Parliamo però dell’inseguimento, perché c’è sia quello “standard” che insegue l’occhio di un soggetto, un volto, o anche di animali e volatili e poi c’è quello “manuale” coadiuvato dal Real Time Tracking AF, tecnologia già vista su Sony in passato ma che qui sembra ancora più performante. Supponiamo di voler inseguire una bottiglia d’acqua senza alcun motivo: basta toccarla sullo schermo per attivare l’inseguimento e da quel momento la fotocamera non si staccherà da lei, anche se questa dovesse uscire e rientrare dall’inquadratura.
Ho fatto questa prova con persone che si muovevano fuori e dentro dal frame usando un FE 1.8/85 che per molti viene considerato “l’85 spuzzo” mentre per me è un’ottima lente (comunque basilare): la fotocamera non ha mai perso il soggetto, non ha mai fallito e lo ha recuperato sempre, e stiamo parlando di una lente base, non pensata per il video, non così rapida come una GMaster. La stessa cosa, provata con il mio 24-70 2.8 GM è ancora più pazzesca. E volete sapere un’altra caratteristica “killer”? Tutto questo viene compreso nell’apprendimento intelligente, pertanto l’AF può continuare a migliorarsi nel tempo in maniera autonoma basandosi sul vostro tipo di utilizzo.
C’è poi anche una nuova modalità che si chiama “Breathing Compensation” che si occupa di ottimizzare la messa a fuoco, rendendola più rapida per i cambi di fuoco, andando anche a compensare l’angolo di campo per correzioni ancora più precise. È una modalità a parte, diversa dalle altre, che funziona soltanto con alcune lenti e in alcune modalità. Ad esempio, tale modalità non può funzionare in modalità slowmo a 120P (S&Q) e nemmeno su lenti SELP1650 o SEL18200LE / lenti a-mount. Contando che la fotocamera che avevo in mano io era un prototipo, certamente questa modalità necessita di maggior approfondimento nel corso del tempo e richiede senz’altro un periodo più esteso di utilizzo per comprendere al meglio vantaggi e difetti possibili.
L’AF Assist poi si occupa di gestire le transizioni di fuoco per i cambi rapidi da primo a secondo piano; si tratta, anche in questo caso, di una funzione presa “paro paro” da un modello superiore ed importante, che in questo caso è Sony FX6, una videocamera mid range della serie Cinema Line. Questa funzione è stata “importata” per dare un apporto ancora più “cinema” alla gestione dell’AF.
Insomma, ricapitolando un po’ le novità AF, si parla davvero di “tante cose”, tante funzioni, tanti miglioramenti e non solo un’importazione diretta, ma di fatto vediamo come in Sony a7IV ci siano “pezzi” interi e migliorati di a1, a7SIII e addirittura FX6. Davvero non male.
Sony a7IV recensione: video
Sono ben consapevole del fatto che le specifiche più attese di questo prodotto riguardino anche e soprattutto la parte video, perché Sony a7III ha visto nascere ed evolversi molti appassionati di video che, con il modello precedente, hanno creato cortometraggi, interviste, filmati particolari. Io stesso ho visto la mia più grande evoluzione lavorativa proprio grazie a Sony a7III, la mia prima vera mirrorless dopo una vita passata con reflex. Per me è stato un passo importante proprio perché con reflex facevo video ma non riuscivo ad esprimermi bene, non riuscivo ad essere rapido e “di qualità” a causa dei limiti ovvi del sistema “del passato”. Con Sony a7IV ci voleva uno step in più, era necessario colmare alcuni “gap” precedenti, uno su tutti quel dannato 8 Bit sempre presente nella generazione precedente del produttore. Con grande gioia posso affermare che adesso è finalmente possibile registrare in 4K@60fps in 4:2:2 a 10Bit anche su scheda SD, la vera differenza riguarda il fatto che se usate una SD UHS-II V60 sarete “limitati” a 200Mbits (che sono comunque 100 in più rispetto al massimo del modello precedente), mentre se utilizzate una CFexpress Type A potrete addirittura arrivare a 600Mbits. Pazzesco.
Chiaramente poi ci sono le varie differenze del caso, come ad esempio il fatto che la registrazione in 4K@60fps è limitata al Super35, mentre soltanto il 4K@30fps può usare un’area totale del sensore arrivando ad un oversampling in 7K. Sono certo che ci saranno i videomaker più “pro” che si lamenteranno del fatto che il 4K@60fps è croppato, a me personalmente interessa poco per il semplice fatto che, analizzando le videocamere professionali e non solo Sony (prendiamo anche Canon e Blackmagic), il formato S35 è sempre presente e anche costante. Dal mio punto di vista, per le mie esigenze, va assolutamente bene così e non lo reputo un difetto, diversamente, se avete bisogno di quel qualcosa in più, ci sono sempre a7SIII e Sony FX3, che registrano in 4K@60fps senza crop.
Dal mio punto di vista era importantissimo il 4K@60 e il 10Bit, entrambe caratteristiche presenti in questo nuovo modello.
Andando ad evidenziare il dettaglio funzionale, a livello qualitativo è senza dubbio meglio registrare in 4K@30FPS perché si ha un oversampling dal 7K, pertanto qualità maggiore e più “purezza” d’immagine, diversamente, maggiori fps richiedono un crop, ma la qualità si vede lo stesso, sempre valutando il rapporto qualità-prezzo e il segmento d’appartenenza di questo prodotto.
C’è ora un tasto più comodo per la registrazione e si, c’è anche il REC Square, che è un po’ nascosto nel menù e non attivato di default (almeno sul modello che avevo io), ma c’è, e questo conta tantissimo. Certo, il REC Square dev’essere trovato, e potrebbe non essere facile, perché la grafica dei menù Sony è cambiata, è vero, ma non la poca intuitività nei nomi delle funzioni. Pertanto vi posso dire che se volete avere il Rec Square dovete fare lo switch sulla modalità video dalla ghiera, entrare nel menù, andare alla voce 11 della parte video (quindi “visualizz.ripresa”) e attivare “Vis. ev. dur. REG”. E anche qui, io dico, cara Sony, ma ci voleva tanto a scrivere “REC SQUARE” anziché “Vis. ev. dur. REG”? – un giorno dovrò parlare con chi gestisce la localizzazione dei menù in italiano, per forza.
Allo stesso modo, la stabilizzazione video, per questo segmento, ha fatto passi da gigante in quanto è praticamente la stessa vista in Sony a7SIII: c’è uno stabilizzatore integrato da 5.5 stop con Active Mode attivabile, che si, effettua un lieve crop ma resta davvero “un drago” nella compensazione dei movimenti.
Non dimentichiamoci poi un’altra novità importante: l’introduzione dell’S-Cinetone con supporto ad un S-Log 3 migliorato in grado di gestire gli oltre 15 stop di gamma dinamica, un setup davvero preso dalla Cinema Line del produttore. La colour grading, con un abbinamento S-Log 3/S-Gamut3.Cine oppure con un S-Cinetone diventa davvero qualcosa di molto gestibile, soprattutto se poi registriamo tutto in 4:2:2 a 10 Bit. Anche l’introduzione della S-Cinetone è una bella novità inaspettata (corrisponde al profilo colore numero 11, ndr); mi ha lasciato di stucco (positivamente) esattamente come quando ho visto la porta HDMI Type A, quindi quella “integrale”, che finalmente mi permette di lanciare via quegli odiosi cavi da HDMI a HDMI Micro di tipo D che, onestamente, non mi sono mai piaciuti.
Molti colleghi di mia conoscenza con Sony a7III hanno letteralmente spaccato l’uscita Micro HDMI dopo intenso utilizzo con monitor esterni, io per tutelarmi ho acquistato un cage apposito con una mollettina costruita per Sony a7III al fine di evitare tale fine becera per il mio connettore, ma adesso, finalmente, posso lasciarmi tutto alle spalle. Per carità, la porta HDMI di tipo A non è una rivoluzione a livello generale, ma sicuramente una rivoluzione di questo segmento, in quanto, a conti fatti, non ci sono altri prodotti, ad oggi, con una porta HDMI full in questo preciso segmento ibrido (la principale competitor è Canon EOS R6).
Ricapitolando quindi, supporto 10 Bit, 4:2:2, Long Gop e All-Intra, XAVC-HS in H.265 e XAVC-I in H.264 e un bitrate massimo che può arrivare a 600Mbps che si traduce con la maggior parte delle caratteristiche prese da Sony a7SIII. La vera differenza riguarda il fatto che Sony a7SIII è in grado di registrare in 4K@120fps su tutto il sensore e non offre formato Super 35, per il resto però è tutto praticamente uguale, e questo è assolutamente interessante.
Quando davvero pensavo di aver visto tutto in questa fotocamera, e stavo anche per terminare tutti i vari appunti presi prima di mettermi a scrivere questa lunghissima e dettagliata recensione, mi sono accorto di un particolare non di poco conto che mi era assolutamente sfuggito. Totalmente ubriacato dalle meravigliose novità, non mi sono assolutamente reso conto che Sony a7IV non ha limiti di registrazione, cosa di cui potete accorgervi perché in modalità video non viene segnato il classico 29:59 rimanente ma proprio il tempo totale di registrazione fattibile sulla base delle SD inserite (e sullo spazio occupato in esse). Era la ciliegina sulla torta che mancava per far pendere definitivamente l’ago della bilancia su questo prodotto.
Non siete ancora contenti? Beh, ZV-E10 insegna, perché Sony a7IV integra anche il protocollo UVC/UAC per effettuare e gestire live streaming in maniera ancora più facilitata fino al 4K@15fps (passando per il 1080p a 30fps o 60fps). Ergo, Sony a7IV non è soltanto un prodotto ottimo per fotografi e videomaker, ma, potenzialmente, anche un mezzo incredibile per chi fa streaming a livelli “normali” o che ha bisogno di inserire nella propria diretta un prodotto con supporto UVC/UAC.
Sony a7IV recensione: connettività e menù
La parte di connettività e il nuovo menù meritavano un capitolo a parte in quanto sono convinto che possano essere l’inizio di una nuova serie di migliorie che man mano verranno portate anche ad altri prodotti. Se è vero che alcune cose c’erano già, come ad esempio il nuovo menù, altre sono state prese da altri prodotti e migliorati. Ad esempio, nelle ultime settimane sto usando per lavoro una Sony a9II e una cosa che mi ha particolarmente stupito è il suo Bluetooth: rapido, efficace, subito e sempre connesso, una cosa che su Sony a7III mi è sempre mancata. Tale funzione è stata portata anche su Sony a7IV e migliorata, perché ora si può avere a tutti gli effetti ciò che da tempo c’è nei prodotti della concorrenza: il trasferimento in real time delle immagini. Il tutto può essere fatto tramite Bluetooth o tramite WiFi 5GHz, altra grande aggiunta, oppure, diversamente, se avete un adattatore Ethernet – USB-C (come quelli che si usano sui MacBook e simili) potrete addirittura utilizzare la rete cablata per gestire i trasferimenti. Specifico subito: su alcune Sony precedenti c’era la possibilità di usare il Bluetooth per trasferire immagini, ma diciamo che Imaging Edge non è mai stata un’app adeguata a tale esigenza. Si spera ora che un aggiornamento possa risolvere i numerosi problemi, diversamente continuerò ad utilizzare l’ottima Camrote di terze parti.
Secondo il produttore, ci vorrà un solo step (e anche rapido) per configurare la fotocamera soltanto la prima volta all’invio delle immagini al vostro smartphone o tablet. Allo stesso modo, tramite l’app Image Transfer, che ho usato più volte con a9II e che è sempre stata esclusiva delle ammiraglie, sarà possibile gestire anche trasferimenti di immagini su FTP sia tramite LAN cablata sia tramite WiFi.
Dovete quindi farvi una cultura sull’app Image Transfer di Sony, completamente diversa rispetto a Imaging Edge, più spartana, più da “nerd” ma anche più funzionale. Il sistema di configurazione di un indirizzo FTP potrebbe essere frustrante se non siete del mestiere o se non masticate un po’ di reti informatiche, personalmente però l’ho trovato fantastico e funzionale. In sostanza, con Sony a7VI potrete avere la stessa esperienza di condivisione scatti in real time che avreste con Sony a9 / a9II, con la differenza che sulle ammiraglie c’è direttamente una porta LAN Ethernet, qui invece dovrete aggiungerla tramite adattatore, ma poco cambia. Ok, sto seriamente pensando di cambiare la mia a9 II in favore di questa a7IV, ma questo non ditelo a nessuno.
Interessante la possibilità di controllare il touch tracking e il touch focus tramite app così com’è interessante la possibilità di trasferire i file RAW su smartphone, funzione presa direttamente da Sony a1. C’è un nuovo menù per gestire i file da trasferire da fotocamera a smartphone / tablet: potrete creare un target di file (es.:”tutte le foto di questa data” “tutte le foto”), scegliere se trasferire solo foto o solo video, scegliere se trasferire le foto in base al rating (es.:”solo le foto a 5 stelle”), solo le foto selezionate manualmente, solo le foto protette o non protette e, infine, solo le foto in coda per il trasferimento. In sostanza, gestendo tutto dalla fotocamera, alla fine della selezione / scrematura potrete avviare il ciclo di trasferimento una volta sola sulla base delle vostre direttive, utile per trasferire solo ciò che vi serve e quando vi serve.
Per quanto concerne il menù invece, nella recensione di Sony a7SIII ero molto sorpreso e stupito per le novità che mi sembravano rivoluzionarie, usandolo per più tempo e anche in questa occasione, mi sono reso conto che però sono rimaste alcune logiche del passato che speravo che il produttore avesse abbandonato. È vero, c’è il menù nuovo, ha la grafica nuova, alcune macrocategorie in più, alcune voci meglio organizzate…però è ancora difficile trovare le opzioni, è ancora difficile rendersi conto a cosa servano, è ancora lento e macchinoso l’utilizzo nelle situazioni più dinamiche. È vero, è sempre questione di abitudine, vale per tutto (valeva anche per il vecchio menù), tuttavia, ci sono alcune scelte a mio avviso assolutamente illogiche: ad esempio, Sony ha messo uno switch per la modalità foto / video, cosa che permette anche di distinguere i due menù e ordinare al meglio il tutto. In virtù di questo, quindi, perché nel menù foto ci sono anche le impostazioni video e nel menù video non ci sono le impostazioni foto? Potrebbe essere un bug, qualcosa da sistemare per quanto concerne il modello che mi è stato inviato (un prototipo), ma certamente non è l’unico punto problematico del menù.
Sono rimaste infatti ancora delle voci che non si riescono a capire / leggere e che risultano poco intuitive, come ad esempio “Col.fotog.ms.fco” o “Cb. Area AF V/O” o anche “CB. imp. rilev. sg” e quel dannato “effetto contorno” che tutti conoscono come “Focus Peaking” e che sarebbe giusto chiamare così anche nel menù italiano. Pertanto, si può ancora lavorare molto sull’ottimizzazione delle voci e la facilità d’uso, tutte cose che, volendo, potrebbero essere risolte lato firmware. Per la pulizia e l’ordine nei menù, personalmente prendo sempre d’esempio Leica, che ha sempre trovato modi egregi di gestire le voci e l’intuitività nelle proprie fotocamere.
Sony a7IV recensione: galleria fotografica
Sony a7IV recensione: scarica i file RAW
Come per ogni recensione fin dall’alba dei tempi, anche per Sony a7IV è possibile scaricare i file RAW ma attenzione, al momento della pubblicazione (come per ogni novità), non ci sono ancora i profili per gestire tali file all’interno delle principali app di post-produzione. Tuttavia, ho avuto modo di aprirli (seppur in maniera provvisoria) con l’app ufficiale Sony Imaging Edge Desktop, scaricabile a questo link. Se volete scaricare i file RAW potete farlo cliccando qui oppure sul tasto qui sotto:
Sony a7IV recensione: le nostre conclusioni
C’erano grandi aspettative, enormi oserei dire. Negli ultimi giorni mi sono chiesto come mai io e gli altri scappati di casa su FotoNerd Podcast stessimo aspettando tantissimo Sony a7SIII quando in realtà nessuno di noi la voleva, perché tutti eravamo interessati a questa a7IV, dato che tutti e tre abbiamo una a7III. L’esperienza, gli anni di uso, i lavori fatti…Sony a7III è stata un’egregia compagna di viaggio, sempre lì, pronta ad aiutarci. La paura era quella che la sostituta non potesse essere all’altezza o che non potesse soddisfare tutte le aspettative. Il mio personale riscontro è che in realtà Sony a7IV non solo rispetta ogni esigenza ma le supera anche. Mai avrei pensato di trovare la porta HDMI full, il supporto LAN, il WiFi 5GHz, il REC Square e la registrazione video senza limiti. Avrei potuto vivere senza queste caratteristiche tenendo tutte le altre? Certamente si, perché non aspettavo precisamente questo, ma il fatto di aver trovato anche di più mi ha fatto enormemente piacere, oltre ad essere stata un’aprezzabile sorpresa.
C’è tutto e anche di più, non manca niente, e ora l’attesa sale per quanto mi riguarda, perché è inevitabile l’acquisto (date le mie esigenze). Non è sicuramente una fotocamera per tutti, non è la fotocamera perfetta, non è la fotocamera “da comprare assolutamente”. È una fotocamera come tante altre, costruita sulle esigenze di una persona (le mie in questo caso). Esisterà sempre chi preferisce la versione R o la versione S, semplicemente perché le esigenze non sono uguali alle mie. Non è certamente una fotocamera con cui iniziare, ancora di più, a maggior ragione rispetto al passato. È una fotocamera molto avanzata, un piccolo miraggio, una grande rivoluzione.
È ciò che stavamo aspettando senza saperlo davvero, e sono certo che andrà assolutamente a ruba, magari ancora di più rispetto a Sony a7III, con però lo svantaggio di un periodo di crisi economica non proprio risolto e una crisi del silicio in piena emergenza.
Sony a7IV è disponibile al preordine a partire da oggi, 21 ottobre 2021, al prezzo di 2800,00€ per il solo corpo oppure 3000€ in kit con ottica base, la disponibilità tuttavia è ancora un dubbio ed è molto variabile sia sul numero di richieste sia sull’effettiva disponibilità dei componenti, cosa da non sottovalutare.
È giusto che la recensione più lunga che io abbia mai scritto qui su FotoNerd fosse dedicata a Sony a7IV, perché alla fine ero incredibilmente curioso di conoscere la fotocamera che avrebbe sostituito la mia fida compagna da oltre 3 anni.
Recensione in breve
a7IV
Una fotocamera che sorprende, stravolge, re-inventa. Un prodotto molto atteso con caratteristiche inattese. Il nuovo sensore, il display vari-angle, il nuovo grip, la porta HDMI Full, la registrazione video illimitata, il profilo S-Cinetone, il WiFi 5GHz, i 60fps in 4K, la registrazione in oversampling e il supporto ethernet sono soltanto alcune delle grandi novità. Resta ancora qualche pecca e un menù non perfetto, ma questo prodotto, a questo prezzo, sarà sicuramente irresistibile per i professionisti "ibridi" (chiamati anche "fotomaker" in questa recensione)
PRO
- Incredibile qualità d’immagine
- C’è praticamente tutto quello che mancava nel modello precedente
- Porta HDMI Type A
- Supporto Ethernet tramite porta Type C
- Buffer da 828 scatti
- Ottima autonomia
- Autofocus perfetto
- Registrazione video illimitata
CONTRO
- Manca il doppio slot ibrido (ce n'è solo uno)
- Menù con voci ancora da rivedere
- Display posteriore migliorato, ma si può fare di più sicuramente