a7RV in offerta
Sony a7RV recensione è la nostra prova della nuova ed incredibile fotocamera del produttore giapponese, in grado di migliorare sotto tanti punti di vista pur mantenendo la stessa risoluzione del modello precedente (che di certo era già da record). Un nuovo display incredibile, un autofocus sempre più intelligente, video in 8K e foto a 61 megapixel. Come si sarà comportata però in quella che dovrebbe essere la sua specialità, cioè la fotografia? Scopriamolo insieme
La serie “R” di Sony ormai vanta di una lunghissima tradizione di modelli di successo, con tanti megapixel e soprattutto sempre adatti ai fotografi esigenti. Sony ha aperto le danze del segmento “R” nell’ormai lontanissimo 2013, quando ancora la parola “mirrorless” era considerata eresia, quando le reflex digitali splendevano e luccicavano come non mai, quando Nikon e Canon continuavano ad essere rivali storici, soprattutto in ambito professionale, quando i fotografi “classici” e analogici si erano ormai arresi alla conversione al digitale da qualche tempo. Proprio in quei tempi poco sospetti, sul mercato veniva introdotta una fotocamera mirrorless da 36.3 megapixel su cui pochissimi hanno puntato, perché era lentina, c’erano dei problemi, il mirino non era perfetto…insomma, non dava fiducia, non spingeva i professionisti a fare il passaggio, anche perché c’erano pochi obiettivi e zero adattatori. Le cose però in quasi 10 anni sono cambiate radicalmente, e ora Sony è praticamente diventata la regina del mercato mirrorless, con più di 65 obiettivi ad attacco E/FE all’attivo, con corpi macchina di ogni tipo e per ogni esigenza, con supporti da partner esterni per video e foto di ogni tipo e così via. Sony a7RV è la “figlia” di questa evoluzione, un modello che per molti non era necessario, ma che a modo suo ha portato (e porterà) grandi rivoluzioni.
Io in primis, quando presentarono questa fotocamera lo scorso anno, fui subito scettico, non tanto per la fotocamera in sé, quanto più per il “ma era necessaria? non era già ottima la precedente?”. Tutto è cambiato quando ho toccato Sony a7RV per la prima volta, e soltanto con un singolo dettaglio: il display. Quando ho aperto il display e capito come funziona ho capito che Sony ce l’aveva fatta ancora ad innovare alla grande, dopo i vari sensori, le tecnologie autofocus, il mirino super reattivo e definito e lo slot ibrido è arrivata un’altra tecnologia ingegneristica rivoluzionaria: il display che puoi davvero orientare come diavolo ti pare e che va bene davvero per OGNI esigenza. Dopo il display, a me, è “arrivato” tutto il resto, quindi l’AF incredibilmente intelligente, la qualità fotografica che sembra ancora migliore rispetto a prima e così via.
Ho usato questa Sony a7RV per circa un mese, e sono pronto a raccontarvi tutto ciò che penso.
Sony a7RV recensione: a chi è adatta?
Il tipo di target di questo prodotto è forse l’unica vera cosa che, nel corso degli anni, è rimasta assolutamente invariata: fotografi professionisti che necessitano di grande qualità fotografica, grandi possibilità di crop e soprattutto possono permettersi non solo ottiche GM per ottenere il massimo della qualità, ma anche tutti i vari supporti necessari per questo prodotto, come schede, computer prestanti e così via.
Vi faccio un esempio: per ottenere la raffica più veloce in questo prodotto oppure, banalmente, registrare video in 8K senza preoccupazioni, è necessario acquistare una CFExpress Type A, che ha dei costi importanti. Nel momento in cui io ho comprato la mia A7V nel 2021 ho acquistato anche una scheda Type A e il suo lettore dedicato: la scheda da 160GB è costata 500€, il lettore circa 130€, i prezzi non sono variati di molto nell’ultimo anno. Oltre a questo poi dovete mettere in conto un computer molto prestante, in grado di gestire file a 61 megapixel, soprattutto se scattate tante raffiche e avete molti file da gestire, rivedere e post-produrre.
L’errore che spesso fanno in molti è pensare questa cosa: “quanto costa Sony a7RV? Ah, 4500€? Ok, posso permettermela, è giusto il budget che avevo prefissato per acquistare una fotocamera con cui fare foto ai miei gattini”, poi però lasciano fuori i costi degli obiettivi, delle memorie, delle eventuali batterie aggiuntive, dell’eventuale battery grip e del non assolutamente eventuale ma necessario computer potente, con tanto spazio, con SSD veloci, con processori moderni e rapidi…insomma, con un prodotto come questo non potrete mai “fermarvi” a 4500€, ma è una cosa assolutamente normale in questo target di prodotti, ecco perché io non la consiglierei mai ad un principiante o a chi non ci deve lavorare, perché sarebbe sprecata….eppure và così lo stesso, ma pazienza, non spetta a me giudicare.
Pertanto, non dimenticatevi che “non finisce qui”, solo che i professionisti, magari anche a partita iva, che lavorano con la fotografia, sono perfettamente abituati a questi prezzi, a questi ragionamenti, a ciò che serve, a quello che potrebbe servire in più, a ciò che potrebbe mancare e così via.
Indipendentemente dal fatto che 4500€ possano essere tanti o pochi per un prodotto, prima ancora di pensare “accidenti quanto costa” o “accidenti com’è economica” riflettete su quella che sarà effettivamente la vostra spesa finale.
In questa recensione vedrete foto scattate con questa fotocamera (mandatami da Sony per la recensione) con battery grip (di mia proprietà) con 50mm f/1.2 (purtroppo non mio ma di Sony) e un 24-70mm f/2.8GM (mio). Se dovessimo quantificare il valore (incluso schede e tutto) che ho scritto in queste ultime righe, sappiate che superiamo tranquillamente i 10.000€.
Sony a7RV recensione: specifiche e caratteristiche tecniche
Vi ho già accennato ad alcune caratteristiche chiave di questo prodotto, ma ora è giusto approfondirle nel modo migliore. Sony a7RV si presenta sul mercato con un sensore da 61 megapixel full frame BSI Exmor R CMOS, lo stesso del modello precedente ma, a detta di Sony, migliorato negli algoritmi e nella gestione dell’immagine, pertanto, sebbene i megapixel siano gli stessi, la qualità, almeno sulla carta, cambia. La gamma ISO nativa è pari a 100-32000 ma è espandibile a 50-102.400, troviamo poi un doppio processore d’immagine Bionz XR in una singola unità migliorata rispetto al passato, un nuovo chip interamente dedicato alla gestione e processazione dell’intelligenza artificiale, un nuovo AF spinto proprio dall’intelligenza artificiale che funziona insieme al Real-Time Tracking e che offre 693 punti di messa a fuoco in un sistema ibrido in grado di coprire il 93% dell’area verticale e l’86% dell’area orizzontale del sensore, il tutto in un sistema in grado di funzionare al meglio fino a -4EV. C’è una raffica di scatto pari a 10 fps con AF/AE e otturatore meccanico, oppure 7fps con otturatore elettronico. Troviamo poi il nuovo e geniale display multi-angle a 4 assi da 3.2″ LCD, un mirino elettronico da 9.44 milioni di punti di tipo OLED con 0.9x di magnificazione, un sistema di stabilizzazione a 5 assi fino a 8 stop di compensazione (grazie al nuovo giroscopio e una miglior elaborazione), la possibilità di scattare in RAW Losless per i file più piccoli (novità rispetto al passato), nuovi controlli, menù leggermente migliorati, nuovo Pixel Shift multishot che sfrutta l’IA, focus bracketing, video fino all’8K@24fps oppure in 4K@60, slot CFExpress Type A e nuovo chip WiFi con supporto al MIMI.
Insomma, le novità di Sony a7RV sono davvero tante in termini di specifiche e caratteristiche tecniche, vediamo un comodo riepilogo:
- Sensore Full Frame BSI EXMOR R CMOS da 61 megapixel
- ISO standard da 100 a 32.000 oppure da 50 a 102.400
- Doppio processore Bionz XR
- Nuova unità dedicata alla gestione dell’intelligenza artificiale (IA)
- AF ibrido con 693 punti di messa a fuoco, riconoscimento AI per gomiti, gambe, testa e altri vari arti (oltre agli occhi di umani e animali), treni, auto, moto e altri veicoli vari
- Possibilità di usare l’AF fino a -4EV
- Raffica fino a 10fps con AF/AE con otturatore meccanico oppure fino a 7fps con otturatore elettronico
- Nuovo display multi-angle da 3.2″ LCD a 4 assi che può essere orientato verso l’alto, verso il basso, girato davanti, messo in verticale…etc
- Nuovo Mirino elettronico OLED da 9.44 milioni di punti con 0.9x di magnificazione e refresh rate fino a 120fps (lo stesso di Sony a1 ma con alcune piccole differenze tecniche)
- Stabilizzatore a 5 assi con compensazione fino a 8 stop grazie al nuovo giroscopio e una migliore elaborazione dei dati
- Opzione per RAW losless anche per i formati più piccoli
- Controlli migliorati
- Menù rivisitati
- Pixel Shift multishot con supporto dell’IA per il miglioramento dei movimenti e delle correzioni varie
- Focus Bracketing (novità)
- Video fino all’8K@24fps oppure 4K@60, HLG e altro
- Doppio slot CFExpress Type A ibrido con supporto anche per schede SD
- Nuovo chip WiFi 2.2 MIMI
- Nuova porta USB Type-C 3.2 Gen 2
- 530 scatti di autonomia con display, 440 usando il mirino
Sony a7RV recensione: design e materiali
Dopo aver visto cosa troviamo dentro al corpo, vediamo cos’è cambiato esternamente e cosa appare a prima vista. Sicuramente la nuova Sony a7RV porta con sé vari miglioramenti presi, ad esempio, da Sony a7IV, che è di fatto più recente di Sony a7RIV. Queste novità di senso estetico si possono notare anche solo guardando le due fotocamere dall’alto, perché nella nuova a7RV troviamo il tasto REC al posto del “vecchio” tasto C1, ora spostato, scelta già vista anche su Sony a7SIII e che risulta essere più comoda per i videomaker, che in questo modo hanno un tasto di registrazione vicino al tasto di scatto. Sony, in passato, era solita mettere il tasto di registrazione dei video nella parte posteriore del corpo, a destra del mirino, esattamente dove ora c’è il tasto C1.
Una piccola inversione che in realtà è molto comoda per i vari utenti (anche se comunque il tasto C1 poteva essere rimappato per fungere da tasto di registrazione dei video, dettagli). Ci sono anche delle nuove ghiere, come ad esempio la ghiera dei programmi multifunzione, la stessa vista su a7IV e che integra i programmi sopra e le varie modalità foto / video / S&Q sotto. L’estrusione e l’ergonomia non sono cambiate così tanto, ma devo dire che già il modello precedente era eccellente se comparato alle generazioni di un tempo, e la presa, anche con mani grandi, era ottima, cosa che si riconferma anche per questo modello.
Andando con ordine per il resto, nella parte superiore troviamo la slitta Hotshoe multifunzione, la ghiera dei programmi multifunzione, tasto di scatto e switch d’accensione, tasto di registrazione, tasto configurabile C2 e due ghiere, una per tempi o diaframmi e l’altra per la compensazione dell’esposizione (anche quest’ultima è cambiata lato design rispetto al passato, perché ora è rimappabile a piacere e quindi non offre più i valori della compensazione dell’esposizione stampati sopra).
La parte frontale resta piuttosto pulita e simile al passato, con la classica denominazione modello “a7R” che fa sempre confondere molti (perché la numerazione effettiva del modello è scritta nella zona superiore a sinistra del mirino EVF).
Le novità estetiche importanti, chiaramente, sono nella parte posteriore, dove la prima cosa da provare, osservare e gustare è proprio il nuovo display che può essere praticamente snodato in ogni modo: può essere alzato verso l’alto o verso il basso (come le classiche a7 del passato), può essere aperto esternamente e orientato verso la parte posteriore o frontale (come a7IV), può essere messo in verticale, tirato fuori, girato verso destra, verso sinistra….insomma, viene chiamato “a 4 assi” ma potrete fare qualunque tipo di orientamento possibile, ed è incredibile che molti si soffermino ancora a parlare di risoluzione di questa fotocamera, perchè, almeno per me, la vera novità è questa (insieme all’AF, ok).
Non mi era mai capitato di vedere un display così geniale e ho avuto le stesse “vibes” di quando vidi per la prima volta lo slot ibrido che poteva contenere CFExpress Type A oppure SD. Insomma, Sony ha colpito ancora sull’innovazione tecnologica, sulla capacità di anticipare la concorrenza, sulle soluzioni geniali e comode per chi realmente lavora con queste tecnologie, e sono certo che questa tipologia di display verrà presto copiata da altri, perché è oggettivamente troppo comoda.
Nel mio utilizzo per vari shooting ho sempre potuto gestire ogni tipo di angolazione riuscendo a guardare il display nel modo giusto e trovandomi sempre comodissimo. Potevo estrarlo, girarlo, orientarlo in altre direzioni, metterlo in verticale…insomma, chapeau a Sony per questa ennesima innovazione, va detto. Il nuovo display è anche più definito, perché offre 2.095 milioni di punti contro i 1.440 milioni di punti di Sony a7RIV, ed è anche leggermente più grande, perché ora è pari a 3,2″ contro i 3,0″ di prima. C’è da dire però che Sony, dopo a7RIV, aveva presentato Sony a7RIVa, che aveva alcune piccole migliorie, tra cui il display da 2.359 milioni di punti, che di fatto non solo è più risoluto di a7RIV ma anche di quello montato su a7RV (misteriosamente in questo caso).
C’è anche da notare che pure il mirino EVF ha subito miglioramenti, perché di fatto ora il mirino è lo stesso di Sony A1, quindi un OLED molto largo da 9.44 milioni di punti e 0,9x di magnificazione. Si tratta di un mirino estremamente definito e che fa sembrare veramente molto vecchio quello da 5.76 milioni di punti di Sony a7RIV. In questo mirino, tuttavia, non c’è la possibilità di avere un refresh rate a 240p, fermandosi quindi ad un massimo di 120fps ma con una riduzione di risoluzione.
Anche i due lati sono decisamente interessanti: nella parte destra, guardando la fotocamera da dietro, troviamo il cassettino con il doppio slot ibrido che può gestire CFExpress Type A oppure SD, mentre nella parte opposta troviamo tutti i vari connettori che possono servire, a partire da una porta HDMI Type A, un connettore PC Sync per collegare flash esterni via cavo evitando il trigger wireless, jack per cuffie e per microfono, porta Type C Gen 3.2 e anche una multi port (cioè una micro usb) che può far sempre comodo all’occorrenza.
Per il resto, come sempre, troviamo i vari tasti funzione già visti su altri prodotti del brand e, nella parte inferiore, l’attacco per il treppiedi e lo slot per la batteria, che resta sempre una FZ-100 in grado di fornire un’autonomia di 530 scatti per singola ricarica usando il display posteriore oppure 440 scatti usando il mirino. Personalmente però, ho fatto uno shooting con questa fotocamera sfruttando il Battery Pack (che avevo già in mio possesso) quindi due batterie integrate, e sono riuscito serenamente a superare i 1200 scatti senza alcun problema avendo ancora batteria – ho fatto in tempo a finire la memoria ma non l’autonomia.
Sony a7RV recensione: prestazioni
Prima dell’uscita di questo modello, leggevo di tanti rumors online che parlavano di un aumento di megapixel per la futura Sony a7RV, cosa che onestamente non speravo, perché 61 megapixel sono davvero tanti, e sicuramente non servono a tutti. Speravo davvero che Sony non si limitasse ad un upgrade di megapixel, ma ero anche convito, conoscendo il brand, che avrebbe saputo sfruttare molto bene la tecnologia per creare una reale evoluzione del modello precedente. Diciamocelo: quando ho provato e recensito Sony a7RIV ho pensato “adesso voglio vedere cosa si inventeranno per il prossimo modello, difficile migliorare un modello del genere” – Spoiler: ce l’hanno fatta (ancora).
Ho scattato veramente tante foto con Sony a7RV, e soprattutto vissuto tante belle avventure, in un solo mese. Il pacco contenente fotocamera, 50mm f/1.2 GM e 135mm f/1.8 GM è arrivato poco prima di Natale, pertanto ho iniziato a provare per “scherzo” la fotocamera proprio durante le feste con i parenti, giusto per farmi un’idea. Certo, dal mio punto di vista in questi casi non si riesce a capire davvero la qualità d’immagine, ecco perché ho recuperato alla grande a Gennaio, con un po’ di lavoretti interessanti, tra cui uno shooting di danza con l’accademia professionale di Milano “Artemente” e un matrimonio, sempre a Milano, al consolato Turco, in cui non solo ho dovuto fare il fotografo ma anche la guida dei vari monumenti della città con la scusa di fotografare gli sposi. È stato divertente per me, ma anche per Sony a7RV, che non ha mai mostrato “stanchezza” “debolezza” o “affanno” (a differenza di chi la stava impugnando in realtà….gli anni passano per tutti, dannazione).
In circa un mese di utilizzo, ho superato tranquillamente i 5000 scatti con Sony a7RV e posso dirvi che non è sempre “rose e fiori”, nel senso che c’è sempre il rovescio della medaglia. Ad esempio, 61 megapixel, proprio come vi dicevo all’inizio, vanno saputi gestire. Il grande “PRO” è sicuramente la grande qualità ma anche la grande possibilità di crop, perchè di fatto, anche semplicemente usando un 50mm, ho spesso potuto eseguire dei crop senza alcuna perdita di qualità come se avessi avuto un 135mm, e questo in alcuni momenti è davvero determinante. Il contro però è che se torni da uno shooting con 3500 foto da guardare, selezionare, gestire, cancellare, editare e così via…beh, sono tutte foto a 61 megapixel, quindi ci vuole moltissimo tempo a importarle, gestirle ed elaborarle, soprattutto se non avete la giusta attrezzatura.
Ad esempio, io ho un Apple Mac Studio con M1 Pro e 64 GB di RAM, ma l’hard disk è un po’ esile (1TB) e certamente non posso sempre usarlo per archiviazione fotografica, motivo per cui per gestire shooting del genere uso un hard disk esterno collegato in Type C ma che resta pur sempre un 3.5″ SATA, e si, è un grande errore in questi casi, perché si vede tutta la lentezza di Lightroom nel gestire tale mole di dati in un HD esterno. La soluzione migliore sarebbe quella di avere un SSD esterno in Type C, ma certamente mi servirebbero tra i 4 e gli 8 TB per essere “tranquillo per un po'”, e sono ancora prodotti che costano troppo.
Pertanto, in queste situazioni in cui ci sono grandi moli di dati mi rendo conto dei limiti del mio setup pur avendo un computer che da solo potrebbe liberamente gestir tutto velocemente. Immaginatevi se magari doveste usare questa fotocamera con queste moli di dati con un vecchio pc che magari non arriva nemmeno a 16 GB di RAM o a qualche core importante per la CPU, sicuramente sarebbe tutto ancora più difficile. Ecco perché fa sempre fede il discorso che vi facevo all’inizio: qualità si, ma poi bisogna anche gestirla.
Sony a7RV recensione: qualità di scatto
Il sensore di questa fotocamera non è proprio esattamente lo stesso del modello di prima, diciamo che è lo stesso all’80%, perché Sony ha lavorato per migliorare alcuni aspetti, come ad esempio la gestione del rumore, il tipo di gestione dei dati in combinazione con le nuove unità aggiunte…insomma, piccoli miglioramenti che servono per far funzionare bene tutto ma che di certo non stravolgono la qualità fotografica, ma va benissimo così, perché come dicevo qualche riga fa, non ce n’era assolutamente bisogno. Ad oggi, nonostante siano passati anni da Sony a7RV, questo sensore è ancora il più “grosso e imponente” sul mercato, cioè quello che, in campo full frame, ha la risoluzione maggiore.
Pertanto a livello fotografico troveremo assolutamente un’ottima gamma dinamica, tonalità e colori perfetti e una profondità che non sembra nemmeno da full frame.
Ci sono però molti “aiuti” e miglioramenti più nascosti nella fase di scatto, come ad esempio quelli che riguardano il bilanciamento del bianco: diciamocelo, davvero tutti usate il bilanciamento del bianco manuale? Io lo uso….nei video, nelle foto praticamente mai, soprattutto perché, male che vada, è una cosa che si sistema in post lavorando sul RAW senza troppi problemi, pertanto mi limito sempre a lasciarlo su “AUTO“.
Quello che cambia con questo modello è che ora il bilanciamento del bianco sfrutta l’intelligenza artificiale per regolarsi sulla base di migliaia di fattori condizionanti e che vengono letti in una frazione di secondo, in più c’è il Deep Learning, che apprende da eventuali “errori” o abitudini, e poi c’è il solito sensore infrarossi nella parte frontale che esegue un’ulteriore lettura più “old school”. Tutto questo mix di cose e tecnologie fanno in modo che il bilanciamento del bianco nelle varie foto sia sempre davvero perfetto in fase di scatto.
Parlando di gestione dei colori, credo che in parte sia sempre una cosa soggettiva: ad esempio, io mi sono trovato molto bene con il classico profilo “standard” delle Sony (che sembra essere comunque decisamente migliorato rispetto al passato), perché i colori non sono troppo saturi, l’immagine è ben contrastata e, guardando l’equilibrio totale, è di mio gradimento. Certo, se questo non dovesse piacervi, oltre a tutti gli altri stili di colore e profili vari della camera, esiste sempre la post-produzione, con cui potrete variare tutto a vostro piacimento. Diciamo però che, nei vari shooting che ho fatto, nella maggior parte dei casi i RAW erano già praticamente “pronti così”, senza bisogno di grande lavoro in post per recuperare dettagli, aprire le ombre o saturare/desaturare i colori, e questa cosa l’ho apprezzata molto.
Parlando di sensibilità ISO e gestione del rumore, chiaramente, come ogni fotocamera, la qualità più alta è agli ISO più bassi, anche se io ho trovato il “mio” equilibrio a circa 400 ISO. Mi è capitato di spingere più volte la fotocamera ad alti ISO, e ho notato che, comunque, i file sono utilizzabili anche a 12.800 ISO con un filino di recupero in post, diversamente, superata questa fase diventa difficile gestire la qualità perché la grana aumenterà esponenzialmente, ma questo era prevedibile proprio com’era prevedibile nel modello precedente, alla fine 61 megapixel sono tanti e di certo non si può pretendere di scattare a questa risoluzione a 100.000 ISO senza alcun problema, per quello ci vorranno ancora molti anni di sviluppo tecnologico (ma non è impossibile).
Parlando di gestione dei file RAW in post, ho notato una grande flessibilità totale, sia nel recupero delle ombre, delle alte luci, dei colori (se necessario) e anche in fase di crop. Lavorare con i file di Sony a7RV mi ha dato molta “libertà d’espressione”, questo significa che ho potuto scattare come volevo per poi seguire magari le esigenze del Cliente in post seguendo crop e così via. Ad esempio, in molte situazioni di scatto per l’accademia professionale di danza ArteMente, ho fotografato i soggetti ad una grande distanza per seguire una prospettiva precisa, riuscendo comunque poi ad effettuare grandi crop in post per avvicinare il soggetto, una caratteristica fondamentale in quella fase di scatto e che avrei potuto ottenere con poche altre fotocamere in commercio.
Bisogna prestare attenzione ad un paio di cose però: questa non è una fotocamera sportiva, ha un sensore stacked che limita la velocità di readout e soprattutto la raffica è piuttosto “lenta”, arrivando ad un massimo di 10fps (state sempre scattando a 61 megapixel, non dimenticatevelo). Per questo motivo, non stiamo parlando di Sony A1 o A9II, fatte e pensate per la fotografia sportiva (e non solo), motivo per cui in alcune tipologie di raffiche da angolazioni particolari potreste tranquillamente andare incontro ad un fastidioso rolling shutter, cosa che non può essere etichettata come “difetto”, perché per l’appunto non è una fotocamera sportiva, bisogna saperlo.
Sony a7RV recensione: autofocus
Una delle più grandi novità introdotte con questo modello riguarda proprio il sistema di messa a fuoco automatica. Questa Sony a7RV è l’inizio sicuramente di una nuova era per il produttore giapponese, grazie soprattutto alla nuova unità dedicata alla gestione dell’IA in tutto il sistema, una chicca intelligente che attualmente non vede una vera concorrenza in ambito fotografico. Sony A7RV usa una serie di sistemi molto evoluti, avanzati e soprattutto “allenati” (in gergo informatico si definisce “trained” un’intelligenza artificiale proprio perché per funzionare al meglio deve ragionare meglio di un umano, ma con un allenamento alle spalle per capire cosa riconoscere e come comportarsi in varie situazioni) per riconoscere soggetti di (quasi) ogni tipo ma anche arti dei soggetti, vera novità in ambito fotografico e video.
La fotocamera può riconoscere umani, animali di vario genere, uccelli, insetti, automobili, moto, bici, aerei ma anche occhi umani e animali, visi e parti del corpo da tante angolazioni diverse. Questa cosa è molto importante, unita al Real Time Tracking del produttore, perché vi permette di avere una precisione e una velocità senza pari sia in ambito foto che video, perché potrete avere, ad esempio, l’occhio di una persona sempre perfettamente a fuoco anche se sta ruotando in una piroetta, classico esempio dove molti competitor falliscono sfocando il soggetto in alcuni frame.
Per testare al meglio l’autofocus di questa fotocamera ho proprio scattato varie raffiche durante diverse coreografie di danza con vari soggetti in alcune località di Milano (tutte in zona Fabbrica del Vapore), e sono rimasto sorpreso nel vedere che, in un totale di circa 3000 foto scattate a raffica in soggetti diversi, solo una era fuori fuoco perché in qualche strano modo aveva perso per una frazione di secondo il movimento del soggetto. Una foto su 3000 in raffica, a 61 megapixel, in rapido movimento, durante coreografie di danza in cui anch’io mi spostavo per mettere alla prova la fotocamera. È straordinario, c’è poco da dire.
Ah, dimenticavo, erano tutte foto a f/1.2, così, giusto per aumentare la difficoltà di messa a fuoco all’estremo, perché sono tutti bravi in iperfocale.
Ahimé non ho avuto modo e nemmeno possibilità di sfruttare l’AI di questo AF in situazioni come la Wildlife Photography, perché ad esempio so per certo che spesso i movimenti di alcuni uccellini sono imprevedibili, rapidi e mettono a dura prova la maggior parte degli autofocus, questo, teoricamente no, perché è fatto anche per questo. Vedendo come si è comportato con le persone posso immaginare che sia perfetto anche con gli animali, dove però, in realtà, ci sono occhi più piccoli, movimenti più imprevisti e in più, pazzesco, alcuni possono anche volare rapidamente, quindi tutto cambia.
Ci sono molte opzioni nel menù AF, pertanto potrete dire esattamente alla fotocamera come comportarsi, ad esempio dicendole che state fotografando uccelli, rendendola quindi più “sull’attenti”, rapida e pronta ai movimenti repentini.
Dal mio punto di vista c’è poco da aggiungere sull’autofocus, perchè la base è la stessa del modello precedente, ed era già fantastica, ora, grazie a questo chip che gestisce l’intelligenza artificiale, sfioriamo praticamente la perfezione, dato che questa tecnologia permette a Sony a7RV di arrivare dove altri non sono mai arrivati. Certo, con questo non sto dicendo che la concorrenza sia 10 passi indietro, ma sono certo che in futuro ne vedremo davvero delle belle.
Sony a7RV recensione: video
La registrazione video non dev’essere in alcun modo la caratteristica principale di questa fotocamera, perché la “R” è sempre stata per le foto, la “S” per i video. Nonostante questo, in termini risoluzione (ed è un dato puramente tecnico) Sony a7RV batte la sorella a7SIII in quando è in grado di registrare in 8K. Certo, bisogna poi vedere quante volte userete questa risoluzione, se vi servirà veramente e così via. Una mia piccola “polemica” che voglio continuare (dopo averla aperta con X-H2) riguarda la mancanza della possibilità di registrare in 4K@120fps, cosa che avrebbe reso questo prodotto davvero interessante anche per i videomaker.
Questa fotocamera può arrivare a registrare in 8K@25fps, ma si ferma al 4K@60 nella risoluzione “minore” pur effettuando un oversampling in registrazione dal 6.2K, cosa che si, rende la qualità più alta, ma non permette grandissimi slow motion se servono davvero. Oltre a questo, ci sono anche dei crop da valutare (per i puristi della risoluzione massima): ad esempio, registrando in UHD in 4K si può scegliere tra formato pieno oppure modalità S35 / APS-C con crop pari a 1.52x, diversamente, andando a registrare in 4K@60fps c’è già automaticamente un crop pari all’1.24x. Allo stesso modo, anche registrando in 8K@24fps viene necessariamente applicato un crop pari all’1.24x, cosa che a me personalmente non interessa, ma che a molti potrebbe non piacere.
Anche in questo caso, io non lo vedo un vero difetto, quanto più una distinzione tra i modelli, e il messaggio è sempre lo stesso: se volete fare video e basta non comprate una R, ci sono S ed FX per questo.
A parte le questioni meramente tecniche, lato video a7RV si comporta molto bene, soprattutto per un fattore in particolare: la stabilizzazione.
Indipendentemente da tutto, dalla qualità che è sempre alta, l’AF impeccabile e bla bla bla, ho voluto soffermarmi su un dettaglio che mi ha lasciato di stucco, e riguarda proprio gli 8 stop di compensazione anche nei video. Sony, nel corso della presentazione, aveva detto che ci sono vari algoritmi, oltre all’IA, che vanno ad intervenire anche sulla stabilizzazione, che ora non è più solo “meccanica a 5 assi standard” ma è coadiuvata anche da un giroscopio che fa egregiamente il suo lavoro.
Sono rimasto esterrefatto (positivamente) dalla stabilizzazione di questa fotocamera a partire dai contributi che ho fatto nella recensione di Fujifilm X-T5 a dicembre: ero a mano libera con un 50mm f/1.2 GM e ho fatto vari spostamenti (respirando regolarmente senza trattenere), il risultato, anche senza bisogno di compensazione, è stato incredibile. È la prima volta che mi capita di ottenere un risultato così perfetto in termini di stabilizzazione video, a mano libera e soprattutto con un 50mm (che non è proprio l’escursione focale perfetta se volete puntare sulla stabilizzazione).
Pertanto, parliamoci sinceramente: non starò qui a raccontarvi la famosa “rava e la fava” sulle varie tipologie di codec, sulla lavorabilità dei file, sui framerate, sui mbps…perché tanto sappiamo che si comporta bene, come tutte le ultime Sony uscite, come anche a7IV. Il vero Game Changer, in questo caso, è lo stabilizzatore, che vorrei definire “allucinante” in ogni situazione. Mi era capitato in passato di pensare con alcune fotocamere che non fosse più necessario usare un gimbal esterno, ora ho avuto l’ennesima conferma. Certo, questo non significa che se mi metto a correre sulla ghiaia agitando le braccia in ogni modo allora non avrò comunque bisogno di un gimbal esterno, ma per contributi a mano libera “soft” è assolutamente perfetta.
Immagino di poter fare un normalissimo “video aziendale” a mano libera con questo prodotto, e non sto esagerando.
Sony a7RV recensione: scarica i file RAW
Come per ogni nostra recensione su FotoNerd fin dall’alba dei tempi, anche per questo modello è possibile scaricare alcuni file RAW per provare voi stessi, sul vostro dispositivo, a gestire la post-produzione. Siete fortunati, perché nel momento in cui scriviamo questo articolo è già disponibile l’aggiornamento per i principali software di post-produzione al fine di supportare il profilo di questa fotocamera e quindi di leggere i file RAW correttamente. Potete scaricare i file RAW di Sony a7RV cliccando qui oppure sul tasto qui sotto:
Sony a7RV recensione: galleria fotografica
Sony a7RV recensione: le nostre conclusioni
È importante notare che le novità di questo prodotto sono davvero tantissime e sicuramente ci accompagneranno per il futuro prossimo (anche su altri modelli). Ci sono nuove tecnologie che vanno un po’ studiate e capite, nuove funzioni del menù che necessitano di qualche tempo per abituarsi e tantissima intelligenza che può davvero aiutarci a realizzare la foto perfetta. Certo, la presenza di così tanta tecnologia potrebbe far storcere il naso ai puristi, però stiamo vivendo un periodo storico di evoluzione, pertanto è giusto valutarla nel modo più appropriato.
Il nuovo monitor è straordinariamente geniale, e spero che diventi una regola fissa per ogni fotocamera, perché permette davvero di fare tutto esattamente come si vuole. C’è poi il nuovo chip per l’IA, futuristico, rapido, intelligente. Sebbene ci sarà sempre una parte di pubblico che chiederà a gran voce un nuovo sensore (in maniera immotivata secondo me), Sony a7RV rappresenta un vero e proprio passo avanti rispetto al passato, un’evoluzione incredibile di quella che è ancora la fotocamera con la più alta risoluzione in ambito mirrorless full frame.
Certo, costa, ma d’altronde la tecnologia si paga, è sempre stato così, è così per tutto. Chi necessita di questo prodotto e delle sue novità per motivi lavorativi avanzati di certo capirà la tipologia d’investimento.
Recensione in breve
a7RV
Una fotocamera futuristica, intelligente, moderna, che funziona con una vera e propria intelligenza artificiale. Ha il display più evoluto di sempre e offre una qualità d'immagine difficile da replicare. Lunga vita alla regina.
PRO
- Monitor a 4 assi semplicemente perfetto
- Unità AI futuristica e innovativa
- Autofocus meraviglioso
- Grandissima qualità di scatto
- Compatibile con gli accessori del modello precedente
CONTRO
- Manca il 4K@120
- Non è possibile convertire i RAW internamente in camera
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