Sony a7SIII recensione è la nostra prova dettagliata dell’ultima fotocamera mirrorless per videomaker presentata nel corso del 2020 dopo quasi 5 anni di attesa. La serie “S” di Sony è sempre stata nota per essere dedicata ai videomaker alla ricerca di un prodotto con tecnologia mirrorless che potesse essere più leggero e gestibile rispetto ad una videocamera. In un mondo in cui è stata poi presentata Sony FX3, abbiamo provato a7SIII con tanto di profilo S-Cinetone arrivato con un recente aggiornamento. Ecco cosa ne pensiamo
Confesso di non aver mai avuto una “S” della serie a7 di Sony, ma avendole sempre provate e recensite, è ovvio che io sia sempre rimasto affascinato da questa gamma. Da possessore di una fotocamera della serie a7 del produttore, so ormai capire bene pregi e difetti, frustrazioni e prestazioni incredibili, motivo per cui la prova di questa Sony a7SIII è stata sicuramente influenzata dal fatto che io utilizzi una fotocamera di questo brand ogni giorno, e so bene ormai cosa mi piace e cosa no. Una delle cose che non mi piacciono della mia a7III è sicuramente il menù, dettaglio che in questa a7SIII, per la prima volta, è stato completamente rinnovato. Certo, il menù non è l’unica grande novità di questa fotocamera, ci sarà molto da dire e molto da considerare, pertanto mettetevi comodi e godetevi le mie considerazioni rispetto a questo prodotto che innegabilmente è stato lungamente atteso da moltissimi utenti. L’attesa sarà stata meritevole?
Sony a7SIII recensione: design e materiali
La nuova Sony a7SIII, esteticamente, vista da lontano ricorda moltissimo sia il modello precedente, a7SII, sia le varie fotocamere della linea a7 del produttore. Si tratta di un design che, nel corso degli anni, non è mai cambiato fin troppo, ma in fondo a noi videomakers / fotografi piace così ed è giusto che non cambi poi così tanto (o forse no?). Ad un primo colpo d’occhio notiamo immediatamente i vari “punti chiave” di una fotocamera della serie A7, come ad esempio la grande scritta “SONY” frontale, il modello inciso nella parte superiore posteriore, le comode ghiere e, ovviamente, il “ring” arancione posto proprio nell’innesto della lente.
Vista frontalmente, Sony a7SIII ha un grip migliorato, più ergonomico, con una bella estrusione come piace a me, continuando poi con una ghiera frontale per la gestione dei diaframmi / tempi, l’aiuto per l’AF, il tasto di sgancio dell’ottica e la denominazione modello, che resta sempre “a7S”, quindi se non avete l’occhio estremamente attento potreste confonderla con un modello precedente della stessa linea – cosa che succede anche con la a7R e la a7.
La parte superiore vede la presenza di alcune idee di design viste per la prima volta in Sony a7RIII (che abbiamo recensito QUI), ma offre alcune novità interessanti pensate per i videomaker, come ad esempio ghiere più comode e un tasto di registrazione posto proprio vicino a quello di accensione / scatto. In questa parte della fotocamera troviamo quindi una parte sinistra spoglia, la slitta hotshoe che si posiziona proprio sopra al nuovo ed incredibile mirino elettronico (di cui vi parlerò dopo), una ghiera dei programmi in stile Sony, tasto di accensione/spegnimento e scatto, il comodo tasto di registrazione dedicato ai video, un C2 programmabile, una ghiera supplementare per la gestione del tempo di esposizione e una ghiera dedicata alla compensazione dell’esposizione.
Si passa quindi subito ai lati e alla parte inferiore, giusto per lasciare il meglio alla fine: guardando la fotocamera da dietro, nel lato sinistro troviamo quello che definisco come “il sogno di un videomaker da strada“, nel senso che tutte le connessioni presenti in questa fotocamera possono soddisfare a pieno le esigenze di un videomaker che non deve fare film al cinema o il cameraman per Sky (questo perché ovviamente mancano porte XLR, SDI e simili dedicate al broadcasting). Nei nuovi “sportellini” che ora si aprono e rimangono aperti senza problemi (in quanto più rigidi rispetto a quelli visti in passato), troviamo subito e finalmente una porta HDMI di tipo full, quindi a grandezza naturale. Proprio così: non dovrete più “smattare” a cercare migliaia di adattatori oppure a temere di distruggere il connettore micro HDMI / la porta della fotocamera dedicata a questa connessione – ansia che io ho perennemente con la mia Sony a7III e che, purtroppo, rientra tra i tipi di “danno” di cui ho sentito parlare da molti colleghi. Troviamo poi un jack d’ingresso per un microfono esterno, un jack per le cuffie dedicato al monitoraggio audio, una porta USB Type-C per la ricarica e l’interscambio di dati e una porta “MULTI” che altri non è che una micro USB dedicata alla connessione a computer e simili (se non volete usare la Type-C).
Sul lato destro, cioè opposto, troviamo quella che secondo me è stata la più grande rivoluzione tecnologica-fotografica del 2020 (presentata insieme a questa fotocamera): il doppio slot ibrido. Si tratta di un tipo di argomento che ho particolarmente a cuore in quanto sono da sempre stato amante del “ti lascio questa cosa ma te la miglioro e decidi tu cosa fare”. Ad esempio, se Apple non avesse tolto il lettore SD dai MacBook nel 2016 sarei stato molto più felice, ma questa è un’altra storia. Sony ha capito questo tipo di esigenza e soprattutto sa bene quanti professionisti utilizzino i supporti SD, memorie su cui anch’io stesso ho investito decisamente parecchi soldi negli anni. Per questo motivo, gli ingegneri dell’azienda giapponese si sono inventati questo incredibile slot doppio che permette di inserire, a scelta, due schede SD oppure due CFexpress di tipo A, oppure, volendo, una SD e una CFexpress di tipo A. Oltretutto, queste memorie presentate da Sony insieme alla fotocamera sono incredibilmente veloci e performanti, ma purtroppo non ho potuto ancora provarle e, insieme alla fotocamera, non c’erano, motivo per cui sono stato anche limitato in alcuni casi per la prova (ma lo scoprirete dopo).
La parte inferiore vede la presenza del classico attacco a vite per il treppiede e dello slot per la batteria che, come per altri modelli di fotocamere Sony, anche in questo caso è una NP-FZ100 in grado di garantire un’autonomia raddoppiata rispetto al passato: fino a 600 foto con una singola carica (contro i 310 scatti di Sony a7SII) e ben 95 minuti di registrazione video.
Va bene, veniamo alla parte posteriore: in primis, vorrei segnalarvi un altro piccolo miracolo tecnologico presente in questa fotocamera; sto parlando ovviamente del mirino elettronico (EVF) da ben 9.44 milioni di punti di tipo QXGA Tru-Finder che, nel momento dell’uscita della fotocamera, ha “vinto” il record come EVF più definito in assoluto sul mercato. E si vede.
Si continua poi con un’altra novità che vorrei chiamare “gatto di Schrödinger“, perché, in maniera analoga a quell’esperimento, sappiamo che tra tutti quelli che hanno acquistato una Sony a7SIII c’è un 50% di persone che hanno apprezzato l’aggiunta e l’altro 50% no (e se n’è lamentato); sto parlando del monitor reclinabile verso l’esterno, chiamato in maniera formale “Display Vari-Angle / articolato“. Onestamente, si tratta di una nuova feature che ho apprezzato notevolmente sia per una questione di “protezione” del display quando è chiuso, sia per una maggiore comodità in fase di utilizzo: per le riprese a mano libera infatti ho adorato “appoggiare” il monitor sul mio polso per guardare dall’alto verso il basso ciò che stavo facendo. Per me è incredibilmente comodo, ma capisco che a molti non sia piaciuto. Pareri soggettivi.
Questo display è pienamente touchscreen ed integra un nuovo e, finalmente, incredibile menù più ordinato e pratico che approfondirò più avanti nel corso della recensione. Il display è di tipo LCD, misura 7,5cm (3.2″) e offre 1.440.000 punti di definizione con un focometro integrato per l’ingrandimento della messa a fuoco in alcune precise situazioni. C’è un controllo manuale di 5 step (-2 +2) per la luminosità e una modalità “tempo soleggiato” che promette una migliore visione all’esterno.
Per il resto troviamo poi tre tasti “C” (C3, C1, C4) pienamente configurabili (più facilmente rispetto al passato), il tasto AEL, il tasto AF-ON, una ghiera verticale classica con i vari tasti funzione laterali e un comodo Joystick per controllare messa a fuoco e altre funzioni.
La fotocamera pesa circa 614 grammi e misura 128.9 x 96 x 69,7mm, pertanto troviamo un peso piuttosto contenuto e un corpo che è leggermente più grande rispetto al passato in quanto è stata migliorata notevolmente l’ergonomia, cosa fondamentale per l’utilizzo di questa fotocamera “on-the-go” e senza gimbal (in una situazione “a mano libera”).
Sony a7SIII recensione: caratteristiche e specifiche tecniche nel dettaglio
Dopo avervi parlato del design e dei materiali, vediamo ora cosa c’è dentro al corpo macchina di questa nuova Sony a7SIII cercando di capire gli eventuali miglioramenti, le novità e i motivi per valutarne l’acquisto. All’interno di Sony a7SIII c’è un sensore completamente ripensato, rifatto e ricostruito che, nonostante tutto, mantiene la risoluzione del modello precedente (ma questo, come abbiamo imparato, non significa necessariamente meno qualità). Si tratta di un sensore BSI da 12 megapixel con pixel più grandi e una velocità di readout migliorata di 2X. Troviamo poi un processore Bionz XR con velocità superiori di 8X rispetto al passato, registrazione video fino al 4K@120fps con un FullHD fino a 240fps (con pieno supporto in tutte le modalità AF), un incredibile autofocus ibrido da 759 punti con messa a fuoco a rilevamento di fase oppure fino a 425 punti con messa a fuoco a rilevazione di contrasto (CDAF) con Real Time Eye AF migliorato del 30%, Touch Tracking e un bel 92% di copertura del sensore. Sono presenti nuovi codec con supporto al formato H.265, un REC Square all’interno del display durante la registrazione, un tasto REC più grande (e più comodo), un doppio sistema di stabilizzazione a 5 assi interno con modalità Active per una compensazione fino a 5.5 stop e un output RAW fino a 16 Bit su monitor esterni Atomos Ninja V.
Come già scritto sopra, troviamo anche il Mirino EVF con ben 9.44 milioni di punti QXGA Tru-Finder. Grazie ad un importante sistema di dissipazione del calore, Sony a7SIII può registrare in 4K@60fps fino ad un’ora senza nessun tipo di surriscaldamento. C’è una raffica da 10fps in formato RAW (fino a 1000 RAW non compressi), AF con sensibilità fino a -6EV, tropicalizzazione migliorata, WiFi, USB Type C, Porta HDMI full, nuovo output digitale per l’audio, ingresso microfono e uscita cuffie, doppio slot di memorie ibrido, profilo HLG per HDR, profilo S-Cinetone (con il nuovo aggiornamento gratuito), gamma ISO da 40 a 409.600, 15 stop di gamma dinamica per i video, 14 stop per le foto, 4K senza binning con piena lettura dei pixel in ogni modalità di registrazione e miglioramenti drastici nella gestione del rolling shutter.
Insomma, Sony a7SIII sembra essere una di quelle fotocamere a cui non manca nulla, o quasi, ma come ogni volta, per comodità, vi lascio un comodo riepilogo dettagliato qui sotto:
- Nuovo sensore BSI da 12 megapixel con pixel più grandi e una velocità di readout migliorata del 2X
- Nuovo processore Bionz XR con velocità superiori dell’8X rispetto al passato
- Registrazione video fino a 4K@120fps / FHD fino a 240fps con pieno supporto di tutte le modalità AF
- Autofocus ibrido fino a 759 punti di messa a fuoco (fase) oppure 425 punti CDAF (contrasto) con Real Time Eye AF migliorato del 30%, Touch Tracking e 92% di copertura del sensore
- Display Vari Angle / articolato pienamente Touch Screen con nuovi menù migliorati e resi più intuitivi
- Batteria della serie Z con autonomia aumentata fino a 95 minuti di video oppure 600 frame
- Nuovi codec con supporto H.265 per una maggiore compressione senza perdita di qualità
- REC Square all’interno del display durante la registrazione
- Ergonomia migliorata e maggiorata
- Nuova disposizione dei tasti con bottone REC comodo e grande
- Doppio sistema di stabilizzazione: a 5 assi interno + modalità Active per una compensazione fino a 5.5 stop
- Output RAW fino a 16 Bit su Atomos Ninja V
- Mirino EVF da ben 9.44 milioni di punti QXGA Tru-Finder
- Registrazione in 4K@60fps fino ad un’ora senza surriscaldamento
- Cattura di immagini in formato HEIF compresso
- Raffica fino a 10fps fino a 1000 RAW non compressi
- AF con sensibilità fino a -6EV
- Tropicalizzazione migliorata
- WiFi, USB Type-C, Porta HDMI, Nuovo output digitale per Audio
- Ingresso Microfono / uscita Cuffie
- Doppio Slot di memorie: SD UHS-II + CfExpress Type A fino a 800mb in lettura e 700Mb/s in scrittura
- Profilo HLG per HDR
- Bitrate fino a 600MBps
- Nuovo profilo S-Gamut3.Cine che gestisce fino a ISO6400
- Gamma ISO da 40 a 409.600
- 15 stop di gamma dinamica per i video, 14 stop per le foto
- 4K senza binning con piena lettura dei pixel in ogni modalità di registrazione
- Miglioramenti drastici nella gestione del rolling shutter
Sony a7SIII recensione: prestazioni
Questa fotocamera, come si intuisce facilmente, si basa quasi esclusivamente sulle grandi potenzialità lato video, campo in cui Sony ha preso una decisione netta che può riassumersi con le seguenti parole: una specializzazione totale per la risoluzione 4K come per dire “occupiamoci di fare bene questa cosa e stop, niente di più”. Sulla base di questa idea, ci possono essere diverse teorie in merito, ma è chiaro come Sony abbia deciso di affrontare questa cosa evitando ogni riferimento alla risoluzione 8K, cosa che invece altri produttori hanno fatto. Dal mio personalissimo punto di vista, è chiaro che non siamo assolutamente pronti per la risoluzione 8K “a questi livelli”, nel senso che, lato produzione cinematografica, il formato 8K è già ricorrente per tanti lavori, ma ovviamente non si parla di fotocamere da 4000€, anzi. Per Sony a7SIII si parla comunque di segmento “prosumer” che non è assolutamente comparabile alle “cifre” e ai prodotti che si vedono nel mondo del cinema. Per questo motivo, una risoluzione 8K aveva forse poco senso di esistere, e in questo appoggio la decisione di Sony di concentrarsi sul 4K e farlo “bene”. Forse, e sottolineo “forse”, si poteva pensare ad un maggior numero di megapixel per valutare una registrazione in oversampling su base 6K, cosa che altri brand fanno molto bene. A detta di Sony però, questa caratteristica non era necessaria o “fondamentale”, in quanto il nuovo sensore BSI riesce a garantire prestazioni sopra la media. Sarà vero?
Infatti, sotto al punto di vista tecnico, il ragionamento di Sony è stato “semplice”: creiamo dei pixel più grandi su una base di sensore full frame con un numero uguale di megapixel (12,1) e aggiungiamo una struttura dedicata alla dissipazione. In questo modo, si riesce ad avere un 4K “pulito”, definito e soprattutto un prodotto che, con le attuali tecnologie e seguendo quel target di prezzo, riesce a non surriscaldarsi eccessivamente e garantire prestazioni prolungate ai videomaker. Ovviamente si tratta di un prodotto dedicato ai videomaker, manco a dirlo, anche se comunque non è mai da sottovalutare la potenzialità lato sensibiltà ISO per la fotografia, nella fattispecie, magari, per la fotografia notturna, perché per il resto forse in alcuni casi 12 megapixel possono risultare davvero pochi. Mi riferisco ovviamente a chi deve fare campagne pubblicitarie, still life, paesaggistica a livelli alti o anche, banalmente, pensare ad un setup in cui sarà necessario croppare gli scatti per diversi motivi o necessità. Per tutte queste esigenze fotografiche quindi, Sony a7SIII è assolutamente inadatta, ma niente di nuovo, perché la serie S è pensata proprio per i video. Poi oggi possiamo anche dirvi che se volete “IL TUTTO”, cioè la fotocamera che realmente ha “tutto”, potreste anche pensare ad una Sony a1, ma a che prezzo? Per quali esigenze? Ne avete davvero bisogno? Siamo alle solite.
Grazie al nuovo processore d’immagine è ora possibile sfruttare una vasta gamma di codec (tra cui 4:2:2 10 Bit in camera) e registrare fino ad un ottimo 4K@120fps – senza dimenticarci della sensibilità ISO fino a 409.600 (cosa già vista nel modello precedente ma che resta sempre impressionante e che – soprattutto – è stata migliorata ancora). In tutto questo, il nuovo processore permette anche di avere un incredibile Autofocus, e quando scrivo “incredibile” intendo qualcosa che personalmente non avevo mai visto prima di questo modello, ma ve ne parlerò più in basso, andiamo con ordine.
Sony a7SIII recensione: qualità d’immagine
Dal punto di vista della qualità d’immagine, è possibile suddividere questa fotocamere in due parti ben distinte, cioè “foto” e “video”. Forse però sarebbe più giusto applicare un condizionale e ricordarvi che i megapixel non vanno ad inficiare la possibile qualità d’immagine. Il fatto di avere soltanto 12.1 megapixel per il lato fotografico si traduce con “ben 12.1 megapixel” per fare i video, perché tutto cambia e tutto dev’essere rapportato alle esigenze. L’ho già scritto nel corso della recensione ma mi ripeterò ancora: non è vero che Sony a7SIII non è adatta per la fotografia, ma è giusto che non sia la prima scelta per un fotografo, soprattutto se quel fotografo non fa video. Sarebbe sicuramente insensato acquistare questo prodotto e pensare di utilizzare soltanto la parte fotografica, oppure ancora decidere di acquistare una Sony a7SIII come prima esperienza di videomaking. Questa fotocamera non è professionale lato broadcasting, ma non è nemmeno entry level, pertanto è giusto rapportare il tutto con un minimo di senso. Fatta questa doverosa premessa, Sony a7SIII è migliorata notevolmente dal punto di vista qualitativo “puro” dell’immagine e, in effetti, registrando video in 4K (o anche “banalmente” a 1080P) si possono notare tutte le migliorie derivate dal nuovo sensore e dal nuovo processore d’immagine.
Lato impostazioni e possibilità di scatto / registrazione, la modalità di scelta del profilo colore su a7SIII è stata ribattezzata con “Creative Look” (Look creativo), tuttavia, il profilo standard sembra essere rimasto invariato rispetto al passato. Guardando bene i colori e il tipo di risposta, sembra esserci un apporto minore di magenta all’interno degli scatti, oltre ad un look molto più simile alla color science di Nikon rispetto a quella di a7RIV. C’è da dire che, dal punto di vista della color science, gli utenti si sono sempre divisi in due: c’è a chi piace e c’è chi pensa non sia sufficientemente saturo o corposo. A me, personalmente, la color science di Sony è sempre piaciuta molto, soprattutto per quanto concerne le varie possibilità in post-produzione e, soprattutto, la sempre ottima gamma dinamica negli scatti, che si riconferma tale anche in Sony a7SIII.
Sony a7SIII recensione: sensibilità ISO
La fotocamera, come il modello precedente, ha una gamma ISO che può essere estesa da 40 a ben 409.600 ISO: niente di nuovo ma soprattutto (ormai) nessun tipo di record, dato che alcuni concorrenti hanno già superato tale valore. La domanda è sempre la solita: serve? È necessario? Secondo me assolutamente si, ma non per quello che pensate voi. Pensare di poter scattare a 409.600 ISO e ottenere foto nitide, senza rumore e senza problemi è pura follia, ma non è per niente su questo che dobbiamo focalizzare l’attenzione. Tornando indietro di qualche step della sensibilità ISO e, ad esempio, fermandoci attorno al valore che corrisponde a 102.400, possiamo sicuramente constatare che, già così, si tratti di un valore non comune da usare ma che potrebbe potenzialmente tornare comodo. Se pensate che molte fotocamere, ad oggi, sfruttano come valore di estensione massima proprio quello corrispondente a 102.400 ISO, allora è presto detto: il valore massimo di tale sensibilità non verrà mai sfruttato a dovere a causa dell’eccessivo rumore elettronico e del tipo di degrado subito dall’immagine, tuttavia, anche nel caso di altre fotocamere, sfruttando un valore inferiore rispetto a quello massimo si ottiene un risultato più che utilizzabile.
Allo stesso modo quindi, con Sony a7SIII è possibile avere un valore pari a 102.400 ISO completamente utilizzabile, frutto dell’impegno del produttore nel voler migliorare il processore e il tipo di funzionalità da esso derivate o di cui ne è responsabile. Posto il fatto che ad oggi non è ancora possibile avere una foto a 102.400 ISO completamente priva di rumore, il passo avanti dal punto di vista tecnologico è evidente in Sony a7SIII, data la qualità migliorata nella gestione della grana e dal mantenimento della qualità dell’immagine.
Sony a7SIII recensione: autofocus
Moltissimi utenti, perlopiù professionisti “storici”, nel corso degli anni si sono abituati a filmare utilizzando esclusivamente il Manual Focus, cioè il fuoco manuale, proprio perché, fino a qualche tempo fa, l’Autofocus era impreciso, inaffidabile, lento, capace di farti perdere quell’attimo importante. Io, in primis, qualche anno fa facevo i matrimoni (lato video) con attrezzatura estremamente pesante e fuoco manuale sulla lente (spesso anche senza follow focus ma limitandomi ad una ghiera dentata) e credetemi, arrivare a fine giornata non era facile. Ero però abituato, così come tanti altri videomakers “di quell’epoca”: pensare di fare un matrimonio, un evento o un reportage video con l’autofocus attivo era impensabile e pura follia. Oggi invece, soprattutto dopo quello che ho visto con Sony a7SIII, posso assolutamente affermare il contrario: non riesco più a capire come fosse possibile fare video del genere senza autofocus.
Con Sony a7SIII siamo arrivati ad un livello di intelligenza artificiale, controllo, velocità e precisione mai visto prima, e questo posso affermarlo in maniera certa ed assoluta. Usando Sony a7SIII con la mia lente Sony 24-70mm f/2.8 GM dire che la messa a fuoco automatica è stata “fulminea” non è sufficiente, perché è stata ancora più veloce. Ho girato un videoclip in stile pubblicitario per un locale della zona, anch’esso, come molti, colpito da un periodo difficile causato dal COVID-19. Al di là della qualità video, su cui non avevo dubbi, ho trovato estremamente impressionante l’autofocus proprio perché, anche nei momenti più dinamici, non ha mai sbagliato un colpo, ha sempre capito cosa volessi mettere a fuoco, quasi come se leggesse la mia mente. È stata un’esperienza incredibile perché sono realmente rimasto scioccato, dopo anni e anni di recensioni di vari modelli di fotocamere, nel vedere un sistema praticamente perfetto.
Lo stesso tipo di stupore ha funzionato anche con gli altri professionisti del settore a cui ho mostrato l’AF di Sony a7SIII per la prima volta: bocca aperta, faccia incredula e spesso anche una gioviale affermazione come “no vabbè…” oppure, nei meandri romani, affermazioni eleganti come “ESTICA***” spesso formulati, in alternativa, con “MECOJ***”. Perché alla fine, ci sono pochi altri modi per definire questo autofocus, è sorprendente ed impressionante.
Da tutto questo si evince, nuovamente, l’importanza di quel “piccolo passo” (secondo molti) da parte di Sony nel voler decidere di ingrandire i pixel del sensore: avere pixel più grandi, in una mirrorless, non significa soltanto raccogliere più luce ma anche avere un sistema di messa a fuoco automatica in grado di rilevare al meglio un soggetto anche in condizioni di scarsa luminosità. Pertanto, anche nei frame più scuri del mio videoclip a luce controllata all’interno di un bar vuoto e chiuso, non ho avuto nessun tipo di problema a gestire la scena.
All’interno del menù, per quanto concerne la regolazione dell’AF, sono moltissimi i parametri di regolazione che vi saranno utili, a partire dalla velocità di messa a fuoco in base al soggetto: ci sono 7 impostazioni diverse per quanto concerne la velocità di transizione che partono da 1 (lenta) a 7 (veloce). Si può poi regolare e gestire la sensibilità dello spostamento del soggetto AF e controllare il modo in cui la fotocamera traccia il soggetto durante il movimento, anche in questo caso sono presenti differenti modalità, pari a 5. Manca purtroppo l’Animal Eye AF in modalità video, ma direi che per questo Autofocus ibrido da 759 punti (fase) oppure 345 punti CDAF (contrasto) con Real Time Eye Af migliorato del 30% e Touch Tracking su una copertura del 92% del sensore…beh, può bastare a farvi fare grandi lavori con più facilità.
Sony a7SIII recensione: video
Questo è sicuramente il punto più importante della recensione, ma non necessariamente quello più complesso. Vi ho già spiegato il motivo per cui questa fotocamera non offre (giustamente direi) la registrazione video in 8K, e va bene così: concentriamoci su ciò che possiamo gestire ora, perché sebbene il formato 8K sia affascinante e potrebbe essere potenzialmente utile per chi fa molto crop, bisogna anche avere un computer in grado di gestirlo, cosa che non vale per tutti (già potreste fare fatica con i file RAW a 16-Bit che questa fotocamera può gestire in registrazione su un output con Atomos Ninja V).
Il sensore e le modifiche che sono state fatte ad esso, unitamente al processore d’immagine reinventato, lascia traccia anche nella registrazione video di Sony a7SIII, dove troviamo diverse modalità di registrazione tra cui 4K@60, 4K@120, 4K@30, 4k@24, 4K con Steady Shot attivo (la massima stabilizzazione possibile) e le conseguenti modalità di registrazione anche a 1080p, con la differenza che, in tal caso, è anche possibile registrare in oversampling, in quanto viene presa l’area 4K del sensore (ovviamente direi).
Come “formato file” è possibile scegliere tra XAVC HS 4K, XAVC S 4K, XAVC S HD, XAVC S-I 4K e XAVC S-I HD, pertanto, potrete spaziare tra i vari settaggi anche in questo caso e, ovviamente, sulla base di ciò che dovrete fare. Se necessitate del classico “All-I” (che molti conoscono come “All-INTRA”) per migliorare le possibilità in post, è un’impostazione che si attiva con pochi “tap” sullo schermo o facilmente navigando tra le varie schede del nuovo menù. Il resto delle impostazioni è qualcosa che si vede anche in altre fotocamere, con la differenza che, però, se volete registrare in 4K@120 o in 4:2:2 10 Bit avrete bisogno necessariamente di usare le nuove CFExpress di tipo A, che non sono propriamente a buon mercato allo stato attuale delle cose. È lecito tuttavia aspettarsi che Sony adotterà questa strategia del doppio slot anche su altre fotocamere (come già visto su Sony FX3), motivo per cui in futuro potremo aspettarci cali di prezzo senza problemi finché poi non arriverà il momento in cui useremo soltanto i nuovi supporti di memoria (altro dato interessante). È ancora troppo presto per questi discorsi, ma sono certo che andrà così in futuro.
Detto questo, ci sono due fattori importanti da analizzare dal punto di vista del comportamento di Sony a7SIII lato video: il rolling shutter e il dual gain.
Rolling Shutter
È ormai chiaro il tipo di approccio di Sony a7SIII per il video: anziché sfruttare un sensore con un alto numero di pixel per fornire riprese con una risoluzione maggiore, questo prodotto sfrutta soltanto il “necessario” per avere un ottimo 4K. Questo significa che sono presenti “meno dati” da leggere e gestire, con il conseguente miglioramento drastico per quanto concerne il rolling shutter, da sempre incubo dei videomakers in alcune determinate situazioni di luce o di scena.
A livello operativo, forse Sony a7SIII è proprio la migliore tra tutte (nel suo segmento) nella gestione (e nella limitazione) del rolling shutter: si parla di un valore inferiore ai 10ms per ogni modalità video, particolarità decisamente impressionante. Se però calcoliamo la possibile velocità dell’otturatore nel dettaglio per le varie modalità sulla base della dimensione del sensore, notiamo che si tratta di una frazione inferiore agli 8,3 ms (1/120) per registrare a 120 fotogrammi al secondo in 4K. Questo spiega il motivo per cui viene fatto un crop quando decidete di registrare un video in 4K@120fps.
Dual Gain
Come ci si aspetta dalle fotocamere con sensori di grandi dimensioni, Sony a7SIII integra un sensore dual gain. Non si tratta di qualcosa che viene particolarmente pubblicizzato, sia lato marketing sia lato menù e opzioni. Questo tipo di sensore però permette, in soldoni, di passare dalla lettura normale ad alta gamma dinamica dei pixel ad un metodo di lettura con un rumore elettronico inferiore (sempre nella lettura) per gli ISO più elevati. In questo caso quindi, il valore ISO dipende molto anche dal tipo di profilo d’immagine che viene utilizzato, ma garantisce comunque, nel complesso, una qualità video (e d’immagine) ben più alta di chi, tra i concorrenti, non sfrutta il Dual Gain in lettura, chiarendo e delineando ancora di più le intenzioni di Sony nel voler fare un prodotto in grado di soddisfare pienamente le aspettative per la registrazione video in 4K.
Allo stesso modo, Sony a7SIII offre una registrazione video fino al 16-Bit quando viene utilizzato come output un recorder Atomos Ninja V, cosa che di fatto “straccia” gli altri vari record di 12 e 14 bit di altri produttori, ma manca ancora un po’ di chiarezza, lato tecnico, sotto questo punto di vista. Apple non dichiara come viene gestito il segnale e nemmeno Sony: non è chiaro e nemmeno facile capire come viene gestito ed eventualmente convertito quel segnale 16-Bit in lettura, ma di fatto si tratta di un prodotto di qualità altissima che, come tale, richiede un’adeguata attrezzatura e conoscenza per essere sfruttato al meglio. Personalmente non ho mai avuto a che fare con formati a 16-Bit, pertanto si tratta di un campo decisamente complesso da padroneggiare al meglio ma che sicuramente può regalare immagini di qualità “spaventosa” (in senso positivo ovviamente).
È possibile scegliere direttamente dalla fotocamera il tipo di profilo da gestire per l’output, a scelta tra S-Log3 / SGamut3 oppure S-Log3 / CineGamut3.
Il profilo S-Cinetone
Con il recente aggiornamento 2.0 per il firmare di Sony a7SIII è stato aggiunto il profilo S-Cinetone direttamente dalla Cinema Line del produttore giapponese. Si tratta di un particolare profilo colore derivato dalla Sony Venice, videocamera professionale ampiamente utilizzata in produzioni cinematografiche.
Tale profilo colore permette all’utente di avere toni medi naturali, colori tenui e luci forti in grado di creare un look cinematografico in linea con altri prodotti, garantendo quindi il perfetto utilizzo di questa fotocamera mirrorless in combinazione con le cineprese professionali del brand. Questo significa sostanzialmente che viene offerta la possibilità, agli utenti, di sfruttare un flusso di lavoro professionale e “considerare” Sony a7SIII anche come prodotto “da set”, cosa che può rivelarsi estremamente utile data la leggerezza di questo prodotto in confronto a cineprese ben più pesanti.
Con questo nuovo aggiornamento quindi, “unione” significa “possibilità”, perché sono moltissimi i set in cui serve anche, banalmente, un prodotto “sacrificabile” per riprese estremamente dinamiche e che sia sufficientemente leggero per essere montato anche sui veicoli. Immaginatevi il concetto di action cam: sui set cinematografici spesso vediamo acrobazie, esplosioni, riprese in situazioni dinamiche e difficili, tutte operazioni che di solito costringono la troupe a sacrificare prodotti costosi (ben più di questa a7SIII) oppure pianificare in maniera difficoltosa strutture adatte per la gestione di peso e manovrabilità di cineprese molto pesanti e professionali. L’esempio banale può essere quello di usare una Sony Venice come videocamera principale, una Sony FX6 come secondaria, una Sony FX3 come “mano libera dinamica” e una Sony a7SIII come “camera sacrificabile” o per scene dinamiche. Una serie di vantaggi da valutare molto bene e che permette quindi una flessibilità estrema nelle produzioni importanti.
Il profilo S-Cinetone può piacere oppure no, ma di fatto si rivela essere utile per effettuare il giusto matching nella color science della Cinema Line, un tipo di flusso di lavoro non comune e non facile da gestire con altri prodotti. Sarà quindi sufficiente, dopo aver aggiornato la fotocamera, selezionare il profilo PP11 per iniziare fin da subito a registrare in S-Cinetone.
Sony a7SIII recensione: il nuovo menù
Sony a7SIII non solo è stata una fotocamera in grado di ridefinire molti standard del “cinema portatile e compatto”, ma ha anche segnato una vera rivoluzione, che con questo modello ha ufficialmente inizio, per quanto concerne il layout e lo stile del menù Sony. Da anni molti utenti e fedeli utilizzatori di Sony si lamentavano di un menù troppo complesso e difficile da gestire, e con a7SIII, Sony ha finalmente accontentato tutti. Il nuovo menù si può definire con due semplici parole: bello e funzionale.
Sony ha ora disposto le schede dei vari sotto-menù in una colonna posta alla sinistra dello schermo anziché in alto (com’era prima). Tutte le varie sezioni sono state divise per pertinenza con dei colori che possono essere associati facilmente alle varie voci. Anche le icone sono state cambiate, e risultano ora di più facile compressione. Subito a destra troviamo ora le varie voci elegantemente divise per ciò che bisogna regolare o gestire e, in una terza parte dello schermo, sempre a destra, il dettaglio delle voci “nascoste” in quelle sotto-categorie. Tutte le voci del menù possono ora, finalmente, essere gestite sia col Joystick che con il touch screen.
Sony aveva bisogno di ottimizzare il menù e soprattutto di fare pulizia delle varie voci, ordinandole in modo logico e con un accesso semplificato rispetto al passato. Mancava logica, mancava velocità, mancava intuitività, problematiche che ora, finalmente, sono state risolte.
Una caratteristica che ho particolarmente apprezzato riguarda la netta divisione delle impostazioni FOTO / VIDEO, che ora sono divise e compaiono solo quando ce n’è l’esigenza. Niente più voci mischiate, niente più nomi incomprensibili, niente più necessità di cercare un’impostazione per lunghi minuti. Anche il tasto funzione FN ora cambia dinamicamente in base alla modalità FOTO / VIDEO.
Tutto questo è molto bello e decisamente migliorato, anche se, come ogni cosa, serve un po’ di abitudine e soprattutto del tempo per poter padroneggiare al meglio lo spostamento tra le varie voci, anche se adesso è molto più facile impararle a memoria e muoversi velocemente.
Chiariamo però questo punto: il nuovo menù è fantastico ma non è ancora perfetto, almeno secondo me. Ad esempio, le varie modalità di ripresa video spesso vengono nascoste e mostrate solo in determinate necessità / esigenze, cosa che può essere comoda ma anche no. Ci sono visualizzazioni alternative che potrebbero velocizzare ancora di più l’utilizzo delle funzioni, come ad esempio una griglia o uno scorrimento rapido tra le varie modalità, più o meno come fanno Blackmagic e Canon. Spesso inoltre, come già accadeva in passato, vengono visualizzati dei banner che ci avvisano di alcuni errori senza però spiegarci come risolverli: è il caso soprattutto delle varie impostazioni dei bitrate o delle modalità video, dove alcune volte si visualizza un messaggio che dice che è impossibile impostare quel settaggio per quella determinata modalità, senza però spiegare come risolvere il problema.
Sony a7SIII recensione: galleria fotografica
Sony a7SIII recensione: scarica i file RAW
Come in ogni nostra recensione di macchine fotografiche, fin dall’alba dei tempi di FotoNerd, anche in questo caso è possibile scaricare le foto scattate con questo prodotto in formato RAW per fare in modo che possiate rendervi conto autonomamente delle possibilità offerte dalla gamma dinamica in fase di post-produzione. In maniera assolutamente eccezionale, dato il tipo di prodotto, abbiamo deciso anche di mettervi a disposizione un video dimostrativo registrato con profilo S-Cinetone da utilizzare a vostro piacere, utile per vedere, anche in questo caso, la gamma dinamica e le possibilità offerte dal color grading. Per accedere ai file potete cliccare qui oppure sul tasto qui sotto.
Scarica i file RAW e le Clip video
Sony a7SIII recensione: le nostre conclusioni
Mi sento di affermare tranquillamente che questa fotocamera è un punto di arrivo, non di fine. Con a7SIII, Sony non è arrivata da nessuna parte. Non si è arenata, non si è fermata, non ha vinto nulla. Sembra quasi come se il lavoro di Sony fosse appena iniziato con questo modello, e non è una critica o un modo di disconoscere quanto fatto finora, più che altro un nuovo inizio verso un mondo di possibilità che dobbiamo ancora scoprire e che attualmente non possiamo immaginare. Sony a7SIII è un punto di partenza e una grossa congiunzione con il mondo del cinema. È un prodotto ben delineato, estremamente targettizzato e pensato davvero per chi sa cosa vuole, perché solo il vero professionista del settore saprà sfruttare al meglio ogni singola funzione di questo prodotto, agli altri invece nemmeno servirà avere così tante possibilità, perché non fanno parte delle esigenze.

Sicuramente l’uscita di Sony FX3 ha creato diversi dubbi, lato utente, circa la scelta, perché in fondo è possibile acquistare Sony a7SIII e aggiungere il supporto opzionale per microfono e connettori XLR ad un costo di circa 500€, opzione che porta il costo finale a circa 4700€ che corrisponde al prezzo di listino di Sony FX3 che già integra nella confezione un supporto con “manicotto” analogo. C’è però da dire che non tutti vogliono una videocamera come Sony FX3 e non tutti necessitano di un cage integrato. Allo stesso modo, per molti è decisamente importante anche l’estetica, caratteristica che differenzia di netto i due prodotti. Certo, se Sony FX3 avesse avuto i filtri ND integrati non ci sarebbero stati dubbi circa il target delineato, ma così in effetti si fa un po’ di fatica a scegliere.
Per tutto il resto, bisogna soltanto fare un grande applauso a Sony, perché sebbene non abbia innovato dal punto di vista estetico, è stata in grado di dimostrare quale sia il reale tipo di innovazione tecnologica di cui abbiamo bisogno adesso (e non in futuro).
Recensione in breve
a7SIII
Mi sento di affermare tranquillamente che questa fotocamera è un punto di arrivo, non di fine. Con a7SIII, Sony non è arrivata da nessuna parte. Non si è arenata, non si è fermata, non ha vinto nulla. Sembra quasi come se il lavoro di Sony fosse appena iniziato con questo modello, e non è una critica o un modo di disconoscere quanto fatto finora, più che altro un nuovo inizio verso un mondo di possibilità che dobbiamo ancora scoprire e che attualmente non possiamo immaginare. Sony a7SIII è un punto di partenza e una grossa congiunzione con il mondo del cinema. È un prodotto ben delineato, estremamente targettizzato e pensato davvero per chi sa cosa vuole, perché solo il vero professionista del settore saprà sfruttare al meglio ogni singola funzione di questo prodotto, agli altri invece nemmeno servirà avere così tante possibilità, perché non fanno parte delle esigenze.
PRO
- Grandissima qualità video
- Nuovo slot ibrido da urlo
- Ergonomia perfetta
- L'autofocus migliore di sempre
CONTRO
- Un segmento difficile in cui collocarla ad oggi
- Forse un oversampling dal 6K avrebbe dato qualcosa di più
- La risoluzione a 12 megapixel inizia un po' a pesare