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Sony Alpha a1 recensione è la nostra prova di una fotocamera che è difficile da definire per il semplice motivo che, in pratica ha tutto quello che ad oggi potrebbe servire e anche di più. Siamo “stati con lei” per un paio di settimane, cercando di portare a casa tante foto e qualche clip video in 8K per capire il reale potenziale, le eventuali difficoltà e il tipo di target a cui fa riferimento. Sedetevi comodi e gustatevi il nostro verdetto di questo “mostro” da 7000 euro.
Una volta esistevano le fotocamere analogiche, che avevano dei limiti (vedi il processo di sviluppo, che per alcuni tipi di lavori dinamici rallentava necessariamente il completamento). Poi il mondo è passato al digitale, offrendo più velocità, più possibilità, più tecnicismi. Poi sono praticamente morte le reflex (si, le fanno ancora, tranquilli, ma è come se non esistessero più). Di conseguenza, le mirrorless hanno preso il sopravvento, ma la storia non è finita qui, e anzi, è continuata ancora (a livello di tecnologia) facendoci pensare al fatto che i limiti, oggi, non esistano affatto. Sony Alpha a1 è l’incarnazione “vivente” di qualcosa che in un certo senso anticipa il futuro e ci fa pensare al fatto che, incredibilmente, sotto sotto anche questo prodotto potrebbe avere dei “limiti”. A questo punto però la domanda sorge spontanea: cosa potrà essere fatto di superiore a questo prodotto? Cosa si potrà volere di più? (ancora).
Sicuramente questa fotocamera non è per tutti, questo mi sembra ovvio, ma a chi si riferisce? Per chi potrebbe essere adatta? E soprattutto, ha senso fare un investimento di questo tipo? Cerchiamo di rispondere a tutto.
Sony Alpha a1 recensione: a chi serve questo prodotto?
Questa fotocamera è l’attuale “ammiraglia top di gamma” del produttore giapponese e offre uno scatto fotografico a 50 megapixel con una raffica fino a 30 fps, registrazione video fino all’8K@30fps oppure 4K@120fps e un nuovo autofocus che sfrutta il machine learning per apprendere le vostre abitudini ed essere sempre più preciso. Capite bene che un corpo macchina del genere richiede anche, teoricamente, delle necessità o esigenze lavorative specifiche, come ad esempio la fotografia sportiva, sebbene comunque un fotografo sportivo potrebbe non aver bisogno di così tanti megapixel. É un po’ difficile definire con precisione il target di questo prodotto proprio perché, almeno fino ad oggi, le varie esigenze fotografiche sono state sì specifiche ma anche ben delineate.
Ad esempio, come scrivevo poco sopra, un fotografo sportivo, che quindi fotografa ad esempio la Formula 1, la MotoGP o il Calcio, non necessita di troppi megapixel bensì di rapidità sia nello scatto che nel trasferimento. Questo è il motivo per cui, di solito, le ammiraglie hanno il connettore ethernet (che questa fotocamera ha), una raffica veloce (che questa fotocamera ha), un autofocus fulmineo e preciso (che questa fotocamera ha) e soprattutto generano file tendenzialmente “piccoli” proprio per agevolare il trasferimento (cosa che questa fotocamera non ha, o meglio, non proprio).
Chiariamo subito il fatto che, ad esempio, i file JPEG sono scalabili, cosa utile soprattutto nello scatto RAW+JPEG per avere dei file compressi che possono essere subito inviati a qualcuno (vedi ad esempio una redazione di un giornale). Si può scegliere tra il formato “L” da 50 megapixel, “M” da 21 megapixel e anche “S” da 12 megapixel, quest’ultima forse la scelta migliore per i fotografi sportivi che devono inviare i file subito e che tanto hanno come destinazione d’uso il web.
Quindi, in realtà, anche la risposta all’ultima domanda sarebbe tendenzialmente affermativa.
Lato video invece, di solito chi registra in 8K, ad oggi, o fa cinema oppure ha grosse esigenze di crop, caratteristica che può rivelarsi utile, ad esempio, in un’intervista da pubblicare poi comunque a 1080p (formato che spesso fa ancora da padrone oggi). Un piccolo trucco spiegato proprio da Canon con la sua R5, che la presenta come “perfetta per creare tre inquadrature da una singola registrazione” proprio perché, registrando in 8K, si possono ottenere praticamente tre inquadrature diverse a 1080P (larga, stretta di una persona, stretta dell’altra persona). In realtà, volendo anche in 4K.
Pertanto, anche sotto questo punto di vista, lato risoluzione video non manca niente nemmeno qui.
Ma alla fine, a chi serve questa fotocamera? La risposta è molto semplice: a tutti e a nessuno.
Chiaramente, se parliamo di un fotografo professionista che magari si divide tra foto sportive e video interviste o contenuti simili, allora Sony Alpha a1 è quel tipo di fotocamera che si compra una volta sola e dura per anni e anni, perché alla fine sarà comunque difficile superare queste caratteristiche su questa fascia di prezzo nei prossimi 5 anni (anche se tutto è possibile).
Ovviamente, dato il prezzo, il mio parere è che bisognerebbe avere delle reali esigenze lavorative che giustifichino l’acquisto, diversamente sarebbe solo “scena”.
Sony presenta la sua a1 come “adatta a tutto”, cioè una fotocamera che può fare “qualsiasi cosa”, sia che si tratti di fotografia di moda che azione / fotografia sportiva e dinamica, così come paesaggistica, reportage, fotografia di viaggio, video ad altissima qualità. Insomma, il produttore stesso definisce questa fotocamera come “definitiva per tutto”, e date le caratteristiche e le possibilità potremmo anche crederci.
Sony Alpha a1 recensione: design e materiali
Il design di questa fotocamera in realtà non si discosta molto dagli altri modelli full frame del produttore: benché non si tratti più della serie “a7” (in questo caso, ovviamente), Sony ha comunque mantenuto lo stile già presente nell’altra gamma di prodotti a listino, inclusa la a9, che vorrei definire come “ex ammiraglia” e che potrebbe essere comunque ancora tranquillamente “papabile” per coloro i quali cercano esclusivamente una raffica fotografica veloce e nient’altro (ovviamente blackout-free incluso).
Esteticamente quindi è difficile distinguere immediatamente questa fotocamera da una classica a7, tant’è che, proprio da lontano, incontrando alcuni amici fotografi, tutti, indistintamente, mi hanno chiesto quale a7 stessi provando. Avvicinandosi con lo sguardo però, si scruta subito la scritta “a1” nella parte frontale che non lascia alcun dubbio e che permette ai ladri più esperti di derubarti ancora più velocem…ah no aspettate.
Una caratteristica che si nota immediatamente e che deriva direttamente da Sony a7SIII è l’impugnatura, che anche in questo caso è molto più pronunciata, comoda, larga e sicuramente adatta ad una presa più salda rispetto a tutti gli altri modelli finora venduti.
Il corpo macchina è realizzato in lega dí magnesio con varie trame “grunge” e con piccoli rilievi nelle zone del grip proprio per migliorare la presa. La fotocamera è ovviamente resistente alle intemperie (e ci mancherebbe, aggiungerei).
Nella parte superiore si notano le prime novità rilevanti: a sinistra è stata aggiunta una ghiera molto comoda ed elegante che racchiude, nella parte superiore, la selezione rapida del tipo di scatto, utile per scegliere rapidamente se scattare una sola foto, una raffica standard, una raffica veloce, un autoscatto o un bracketing. Sotto a questa ghiera ce n’è un’altra che però gestisce il tipo di messa a fuoco: anche questa caratteristica l’ho letteralmente amata per il semplice motivo che in mezzo nano secondo riesco a passare da AF-S ad AF-C, oppure da AF-S a MF e DMF e così via, cose che negli altri modelli di fotocamere Sony necessitano qualche “smanettamento” nei menù.
Il resto rimane tendenzialmente uguale alle ultime “nate” nel settore full frame di casa Sony: ghiera dei programmi solita, ghiera di compensazione dell’esposizione, doppia ghiera (frontale e posteriore) per gestire apertura del diaframma e tempo di esposizione, tasti C1 e C2 programmabili, e un comodo tasto di scatto che nasconde anche lo switch d’accensione.
La parte posteriore è molto simile a Sony a7SIII in quanto si nota subito il “nuovo” tasto di registrazione preso direttamente dal modello dedicato ai videomakers sebbene posto in una posizione più simile a quella della serie R (cioè poco sopra al display posteriore). Il mirino EVF è lo stesso di a7SIII, cioè quello dei record, con ben 9.44 milioni di punti e un refresh rate di 240fps.
C’è poi un display posteriore “tiltabile” esattamente come sulla serie A7 / A7R ma non “flippabile” come su A7SIII che offre 1.440.000 di punti in una dimensione pari a 3″. Forse, in tal caso, soprattutto con una risoluzione del genere, è necessario lavorare su display più definiti e luminosi, soprattutto trattandosi di un prodotto così “premium”. Non si hanno dati, purtroppo, circa i NITS di questo display, che comunque risulta piuttosto visibile al sole ma nemmeno così tanto (risulta un tipo di visione “standard” esattamente come sugli altri modelli). Restano standard gli altri vari tasti dedicati alle funzioni e anche il joystick, sempre posizionato in una zona comoda e agevole.
La parte destra della fotocamera (guardandola da dietro) presenta il fantastico slot ibrido presentato insieme a Sony a7SIII che permette la possibilità di utilizzare sia le classiche SD di sempre, sia il nuovo formato CFexpress Type-A che ho potuto provare con questa a1. A tal proposito, sono rimasto incredibilmente sbigottito dalla velocità di elaborazione dei frame con questa nuova memory card. I risultati sono incredibili. Per vedere con i vostri occhi la rapidità vi rimando però alla mia video recensione all’inizio dell’articolo.
Il lato opposto invece, quello di sinistra, offre davvero tutte le connessioni che un fotografo di questo target / segmento di fotocamere potrebbe sognare. Piccola nota: gli sportellini sono gli stessi di Sony A7SIII, quindi comodi e resistenti, a differenza di quelli della serie A7 precedente alla S3.
Nel primo sportellino di sinistra troviamo un connettore Ethernet LAN 1000 e un PC-Sync per collegare la fotocamera ai flash da studio e scattare in modalità tethered. Si continua poi con ingresso microfono e uscita cuffie, un connettore HDMI di tipo A (quindi full) e un connettore Type-C che supporta la ricarica ma anche il trasferimento rapido verso computer o altre periferiche. C’è addirittura un quarto sportellino più in basso e nascosto che offre un connettore micro-USB, nel caso in cui ne sentivate la mancanza.
Completa il tutto la parte inferiore, con il classico attacco a vite e lo slot per la batteria, che risulta essere la stessa degli altri modelli, quindi una Sony NP-FZ100, in grado di dare un’autonomia di circa 550 scatti, nella media.
Sony Alpha a1 recensione: specifiche tecniche
Vi ricordate quando in alcune recensioni specifiche vi rimando al sito del produttore in quanto ogni singola specifica è incredibilmente “vasta” da definire? L’effetto qui è più o meno lo stesso, con la differenza che però, in questo caso, bastano le prime specifiche per definire bene il livello di questo prodotto e capirne l’utilizzo, il resto sono ulteriori conferme di un importante sviluppo tecnologico.
Sony a1 integra un sensore Exmor RS da 50 megapixel, non il più risoluto in casa Sony (vi ricordo Sony a7RIV con 61 megapixel), una scelta dettata sicuramente dal corretto equilibrio con raffica, autofocus e così via. Probabilmente, ad oggi non sarebbe stato possibile ottenere lo stesso tipo di raffica da 30fps su un sensore da 61 megapixel.
Si continua poi con un doppio processore d’immagine Bionz XR, autofocus con 759 punti di messa a fuoco e 92% di copertura del sensore, modalità Face AF, Real Time Tracking e Real Time Eye AF per animali e umani (ottimizzato per volatili), 30 fps di raffica di scatto (ma questo credo lo abbiate già capito), registrazione video in 8K fino a 30fps (NTSC) a 10-bit 4:2:0 XAVC HS con registrazione in oversampling a 8.6K, registrazione video fino al 4K@120p con oversampling in Super 35mm a 5.8K in 10 bit 4:2:2, S-Log 3 e output in RAW a 16-bit tramite HDMI.
Si continua poi con uno stabilizzatore a 5 assi che compensa fino a 5.5 stop grazie all’Active Mode, la stessa funzione presente in Sony a7SIII e che ha già dimostrato di essere in grado di fare “miracoli”. É presente l’S-Cinetone, il Creative Look e una sensibilità ISO che può essere estesa fino a 102.400.
Si conferma presente poi il Doppio Slot per le CFexpress di Tipo A + le SD UHS-II SDXC, un nuovo menù, otturatore ibrido, struttura di dissipazione del calore come su a7SIII e una batteria con un’autonomia fino a 530 scatti.
Vediamo un piccolo riepilogo delle specifiche tecniche di Sony a1:
- Sensore Exmor RS da 50 megapixel
- Doppio processore d’immagine Bionz XR
- AF con 759 punti di messa a fuoco con 92% di copertura
- 30 fps di raffica
- Modalità Face AF, Real Time Tracking, Real Time Eye AF per animali e umani (ottimizzato per volatili)
- Registrazione video 8K@30fps 10-bit 4:2:0 XAVC HS con registrazione in oversampling a 8.6K
- Registrazione video 4K@120p con oversampling in Super 35mm a 5.8K
- 10 bit 4:2:2
- Output 16Bit in RAW tramite HDMI-A (Full)
- 10Bit Slog-3
- Stabilizzatore a 5 assi integrato fino a 5.5 stop con Active Mode
- Digital Audio Interface
- S-Cinetone
- Creative Look
- ISO 100-32000 (fino a 50-102400)
- Batteria con autonomia da 530 scatti (CIPA)
- Vertical Grip opzionale
- Resistenza a polvere e umidità migliorata
- Corpo in lega di magnesio
- Otturatore meccanico + elettronico
- Doppio slot CFexpress di tipo A ibrido con SD UHS-II SDXC (come su a7SIII)
- Mirino OLED da 9.44 milioni di punti
- Fino a 1/400 di flash sync con otturatore meccanico, 1/200 con otturatore elettronico
- 164 funzioni assegnabili in 17 tasti diversi + ghiere
- Nuovo menù
- WiFi 2.4/5GHz con doppie antenne per garantire comunicazioni affidabili (5GHz con supporto 2×2 MIMO)
- Bluetooth
- Connettore Ethernet LAN 1000BASE-T
- Velocità di trasferimento FTP Wireless 3,5 volte più veloce rispetto ad a9II
- Supporto FTPS con crittografia SSL o TLS
- Connettore Type C per trasferimenti veloci verso PC (tethered)
- Settaggi indipendenti per foto e video
- Nuova UI come su Sony a7SIII
- Struttura di dissipazione del calore come su a7SIII
- Otturatore anti-distorsione
- Modalità di scatto silenzioso
- Corpo tropicalizzato
- 737 grammi di peso
- 128,9 x 96,9 x 80x8mm (L x A x P)
Sony Alpha a1 recensione: prestazioni
La caratteristica che salta subito all’occhio di questa nuova Sony a1 è sicuramente la raffica di 30fps costante a 50 megapixel e con un’incredibile velocità di elaborazione se sfruttata con le nuove memorie CFexpress Type-A, il tutto con AF attivo in ogni funzione possibile. Lo scatto a 30 fps è supportato sia in modalità JPEG sia in modalità HEIF (la stessa presente sugli iPhone da qualche anno e anche sulla maggior parte degli smartphone Android, un formato compresso come il JPEG ma con una qualità più alta). Purtroppo, per scattare a 30fps dovremo cedere al RAW compresso e non “full”. La buona notizia è che, in ogni caso, non ci sono problemi di perdita di profondità o di bit in lettura a questa velocità, e c’è solo un piccolo impatto sulla gamma dinamica (quasi impercettibile).
Ci sono alcune considerazioni da fare, comunque, sulla raffica a 30fps, come ad esempio il fatto che il tipo di messa a fuoco scelto o l’obiettivo utilizzato possono impedire lo scatto a 30fps pieni. Oltre a questo, è necessario mantenere una velocità dell’otturatore di almeno 1/125 per avere la massima velocità possibile. Sony afferma che il tempo di esposizione dev’essere di 1/250 se si desidera utilizzare l’AF-C e la raffica a 30fps. Se si utilizza un obiettivo non adatto, un tempo di scatto inferiore a 1/125 o un formato diverso di RAW, la modalità Hi+ scenderà inevitabilmente a 20fps (che comunque non sono male lo stesso, chiariamolo).
Sony a1 è inoltre la prima fotocamera del produttore ad offrire uno scatto in formato RAW “lossless compressed“, cioè un compresso senza perdite. Ciò significa che i file non saranno leggeri come quelli lossy compressed (cioè “compressione con perdita”) che, in precedenza, erano l’unica alternativa.
C’è poi una lettura super veloce definita come “fast readout electronic shutter” che è così veloce da riuscire a sincronizzarsi a 1/260s anche con i flash che supportano fino a 1/200. Sarà ovviamente necessario utilizzare un flash o un trigger compatibile con il TTL di Sony per avere questa velocità.
Una conseguenza di questo tipo di otturatore colpisce anche lo scatto silenzioso, che ora risulta essere molto veloce e decisamente utilizzabile. Di fatto, Sony a1 è la prima fotocamera in cui non ci sono assolutamente svantaggi nell’utilizzo di questa modalità.
Grazie a questo readout super veloce, viene ovviamente ridotta anche la possibilità di flickering in contesti luminosi particolari, come ad esempio in alcuni tipi di luci artificiali “classiche” da ufficio. Ci sono molte opzioni tecniche di personalizzazione per lettura e velocità, come ad esempio il fatto che per le situazioni con luci che funzionano a frequenze insolite (vedi i LED), è disponibile un’opzione di otturatore variabile che consente la regolazione in modo frazionario della velocità dell’otturatore per evitare il flickering. Tutte queste cose fanno capire bene quanto questo prodotto sia “tecnico” e dedicato davvero a chi ha esigenze specifiche di utilizzo (anche banalmente molti servizi fotografici in queste condizioni di luce).
C’è poi, ovviamente, come nella serie R, il PixelShift, cioè una modalità di scatto che sposta automaticamente il sensore al fine di ottenere un’immagine finale con molti più megapixel e, di conseguenza, maggior risoluzione. Grazie al sensore da 50 megapixel, è possibile arrivare ad ottenere file fino a 200 megapixel per singola sessione di PixelShift, ovviamente su treppiede. Grazie però a questo nuovo otturatore meccanico, è ora possibile fare un PixelShift anche con un flash (con conseguente ritardo tra gli scatti per permettere una ricarica del lampo). Purtroppo però, anche in questo caso, Sony non ha ancora aggiunto una funzione di merging automatico in camera per i PixelShift, pertanto, vi ritroverete dai 4 ai 16 scatti (a seconda della modalità scelta) da unire poi a PC utilizzando software come Imaging Edge Desktop (che diciamocelo, non è così intuitivo) oppure PixelShift2DNG. I file uniti risulteranno in un formato “ARQ“, che attualmente non è supportato dai software Adobe ma potrebbe esserlo presto.
Sony Alpha a1 recensione: qualità di scatto
Lato qualità di scatto, sicuramente, come sempre, una buona parte la fa anche la lente utilizzata. Per il nostro test abbiamo avuto il piacere di utilizzare, in combinazione con Sony a1, un FE 12-24mm f2.8GM e un FE 50mm f1.2 GM, due obiettivi straordinari che riescono a dare il massimo della loro qualità con questo prodotto.
Dal punto di vista della qualità di scatto, si tratta di qualcosa di incredibile. Sebbene molti potrebbero pensare che la qualità sia migliore in a7RIV in quanto ha 61 megapixel, 11 in più di questo modello, ci terrei a ricordarvi che i megapixel sono solo un numero, per la precisione un numero matematico che esprime una dimensione. Ci sono tantissimi fattori che influenzano la qualità di scatto, come ad esempio la gamma dinamica, la gestione del rumore e tanto altro. Chiaramente, comparando questo modello alla Sony a7RIV, la gestione del rumore, a livello di numeri, è pressoché la stessa. Tuttavia, in termini di qualità, risulta migliore in questo modello: notiamo infatti un rumore elettronico più contenuto che si traduce in una qualità effettiva migliore. Visto? I megapixel sono solo un numero, più megapixel non significa necessariamente più qualità.
Nello specifico, i file JPEG mantengono un livello di dettaglio più che buono sia a ISO bassi che alti. La riduzione del rumore in camera, che io personalmente un po’ odio, offre un equilibrio migliore rispetto alla a7RIV, dato che riduce effettivamente più il rumore di luminanza. Ottimi i gialli, che sono più ricchi.
La gamma dinamica, soprattutto in formato RAW, è forse la migliore di sempre, ancora una volta. Sony infatti è nota per avere un tipo di gamma dinamica incredibile nei file prodotti, sicuramente tra le migliori sul mercato.
Sony Alpha a1 recensione: autofocus
Lato autofocus, ci sarebbe così tanto da dire che, paradossalmente, c’è pochissimo da dire (ripetizione obbligatoria). Il senso è molto semplice: l’autofocus di Sony a1 è uno dei migliori che io abbia mai visto in assoluto. É preciso, veloce, intelligente e soprattutto in grado di capire da solo come deve comportarsi a seconda delle abitudini di utilizzo, un po’ come già visto, in realtà, su Canon EOS R6 e R5.
Grazie al Real Time Tracking, è possibile passare senza nessun tipo di interruzione dal tracciamento “generico” del soggetto al tracking del viso e degli occhi e viceversa, a seconda delle situazioni. Tutti i punti di messa a fuoco coprono il 92% della superficie del sensore, e questo significa davvero tanto su un prodotto come questo. C’è poi una sensibilità alla scarsa illuminazione decisamente migliorata, caratteristica che garantisce una messa a fuoco fino a -4EV.
In sostanza, grazie al tracking, la fotocamera può seguire oggetti di ogni tipo, sia umani che animali. Se la fotocamera dovesse perdere il tracciamento dell’occhio oppure il soggetto si allontana, tornerà automaticamente al tracking generico (ad esempio a zona) del punto in cui l’occhio è stato visto l’ultima volta.
In sostanza, grazie a tutte queste migliorie, e grazie anche al deep learning, l’affidabilità di questo sistema di AF è ai massimi storici. Molti utenti potrebbero, banalmente, decidere di configurare il sistema una volta sola e lasciar fare il resto al prodotto, dimenticandosi quasi della sezione “impostazioni” dell’AF.
Se poi volete decidere di utilizzare il Joystick per regolare il punto di messa a fuoco, c’è sempre il Flexible Spot M per scegliere a piacere il punto da utilizzare.
Ci sono moltissime impostazioni per la regolazione della messa a fuoco automatica, ma sono piuttosto semplici da gestire grazie soprattutto al nuovo menù, presentato insieme a Sony a7SIII e di cui trovate una descrizione all’interno della recensione di quella fotocamera.
Sony Alpha a1 recensione: video
Questa Sony a1 è la prima fotocamera mirrorless del produttore a supportare il formato di registrazione 8K, che per molti risulta inutile o difficile da gestire, per altri un’ottima opportunità di crop. Parliamoci chiaro: non basta avere un prodotto che registri in 8K per poter dire che fate video in quella risoluzione, serve anche poi un computer con cui gestire tali file, che di certo non è “roba economica” nemmeno quella. Oltre a questo poi, serve una reale esigenza di utilizzo di tale formato, dato che per molti anche il 4K è ancora “futuro”. Certamente però, visto nell’ottica del “crop”, l’8K potrebbe fornire alcuni vantaggi interessanti, come ad esempio un taglio di un primo piano di un soggetto distante senza l’utilizzo di un teleobiettivo (magari non disponibile in quel momento).
Il video in 8K viene registrato nel formato 16:9 (7680 x 4320) e acquisito utilizzando l’intera larghezza del sensore (pari a 8640 x 4860 pixel). Può essere acquisito internamente in H.265 4:2:0 a 10 bit, a 200 o 400 Mbps.
Il 4K a viene invece catturato tramite acquisizione pixel-bin (pixel vicini uniti), e non dal downsampling dell’acquisizione 8K. Questo significa che non sarà dettagliato come il 4K High Quality di Canon EOS R5, ma dovrebbe comunque avere le stesse prestazioni di rumore di un sensore full frame, poiché utilizza tutti i pixel della fotocamera (e quindi tutta la luce disponibile). Questo approccio consente a Sony a1 di offrire un 4K / 60p, piuttosto che essere limitato ai 30p dell’acquisizione 8K.
Come la a7S III, la a1 può registrare in 4K / 120p con un crop di 1.13x. Sony a1 può anche registrare filmati 4K in oversampling in modalità Super35, presi da una porzione 5.8K del sensore. É inoltre possibile avere una registrazione in output tramite HDMI in RAW a 16 Bit in 4.3K fino a 60 fps tramite Atomos Ninja V.
In realtà, paradossalmente, è difficile stabilire con esattezza se, ad oggi, la registrazione video di questa Sony a1 è “un affare”, per il semplice motivo che nemmeno noi abbiamo un computer in grado di gestire seriamente il formato 8K. Diventa però interessante valutare la questione del crop e, soprattutto, pensare di registrare filmati in 4K Super 35mm con un oversampling.
Sony Alpha a1 recensione: galleria fotografica
Sony Alpha a1 recensione: scarica i file RAW e le clip 8K
Come per ogni fotocamera da noi recensita fin dal principio, anche per questa meravigliosa Sony a1 potrete avere la possibilità di scaricare alcuni file RAW e non solo, vi abbiamo incluso nel link qui sotto anche una clip in 8K non stabilizzata e registrata a mano libera che potrete scaricare e provare a gestire (giusto per capire se il vostro computer ne è in grado). Potete scaricare i file cliccando qui oppure sul tasto qui sotto. Vi ricordiamo che per poter leggere correttamente questi file RAW servono software di editing fotografico aggiornati all’ultima versione disponibile.
SCARICA I FILE DI QUESTA SONY A1
Sony Alpha a1 recensione: le nostre conclusioni
Sony a1 è una fotocamera decisamente “unica”, definita da Sony stessa come “The One“. Per molti potrebbe essere un mero “esercizio di stile”, per altri un’anticipazione del futuro, per altri ancora un prodotto definitivo. La verità dei fatti è che Sony a1 è reale, si può toccare, usare, e permette di “portare a casa” grandissimi risultati.
Certamente il prezzo è senz’altro proibitivo per molti, ma personalmente non mi sarei aspettato altro per il semplice motivo che la tecnologia c’è, si vede e, giustamente, si paga. É vero anche che tra 5 anni un prodotto come questo si potrà acquistare a molto meno e potrà essere ancora decisamente attuale, motivo per cui tutti coloro i quali decideranno di acquistarlo oggi sanno già che, a parte la “tenuta” del valore, sarà comunque un corpo macchina quasi eterno. Ad oggi non vedo una singola esigenza, per questo segmento, che questa Sony a1 non possa soddisfare, primato difficile da battere.

Quello che un po’ “secca” su un prodotto di questo tipo e di questo prezzo è che ancora ci siano dei “compromessi”, cioè qualcosa che davvero non va. Un esempio è dato dal display posteriore, troppo poco definito rispetto alla reale qualità di scatto e, soprattutto, poco luminoso per un prodotto che ovviamente verrà utilizzato per la maggior parte dei casi in esterna. Allo stesso modo, la raffica a 30 fps può variare in funzione della lente utilizzata e dei settaggi, così come l’AF necessita di un intervento umano per capire se si sta inquadrando un uccello o una persona. Allo stesso modo, la durata della batteria è “nella media”, in un corpo macchina che però è premium. É vero, la perfezione non esiste in nulla, ma sotto questo punto di vista e, soprattutto, per questi aspetti, forse qualcosa in più poteva essere fatto.
Per il resto, Sony a1 resta comunque un prodotto eccezionale e “da sogno”, definibile come risorsa definitiva per i fotografi professionisti con esigenze specifiche e, soprattutto, con un buon budget a disposizione da investire.
Recensione in breve
a1
Sony a1, definita anche "The One", è davvero una fotocamera completa sotto ogni punto di vista e che può considerarsi "definitiva" per la maggior parte degli utenti di questo target. C'è qualche pecca, come un display non all'altezza e qualche incertezza lato software, ma resta comunque un prodotto definibile come "un sogno" per molti, uno strumento di lavoro per altri.
PRO
- Incredibile qualità d'immagine
- Infinite possibilità video
- Un autofocus da sogno
- Grandi opzioni di connettività
- Menù per foto e video divisi
- Grandissima velocità con la CFexpress Type A
- 30 fps di raffica
CONTRO
- Display posteriore inadatto, poco definito e poco luminoso
- Batteria "nella media"
- L'af è intelligente e veloce, ma richiede un supporto umano per scegliere il soggetto
- La raffica 30 fps non è propriamente disponibile "per tutto"
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