Sony E PZ 10-20mm f/4 G in offerta
Tra i vari obiettivi che ho provato durante questo mese, ce ne è uno che che consiglio a tutti coloro che amano viaggiare e, soprattutto, viaggiare leggeri senza però dimenticarsi la macchina fotografica. Un prodotto che permette di immortalare i momenti con un punto di vista diverso, immersivo e decisamente creativo: eccovi quindi la recensione di Sony E PZ 10-20mm f/4.
Sony E PZ 10-20mm f/4 G recensione: uno zoom per avventurieri
Questo mese ho avuto il piacere di recensire tre obiettivi APS-C Sony: Sony E 15mm f/1.4 G, Sony E 11mm f/1.8 e quello di cui sto per andare a parlarvi in questa recensione, ossia Sony E PZ 10-20mm f/4 G. Tutti mi hanno convinto in diversi aspetti, ma non voglio farvi spoiler: vi consiglio di leggere i nostri pareri, così da avere un quadro completo di tutti i pro e contro dei rispettivi prodotti.
Parlando di Sony E PZ 10-20mm f/4 G, ero molto curioso di provarlo per tanti motivi: come per l’11mm, non ho mai avuto la possibilità di provare prodotti di questa lunghezza focale e, in più, questo mi avrebbe permesso di effettuare zoom in base alla circostanza. Per testarlo, dopo essere rimasto bloccato per il Covid, ho deciso di portarlo in montagna: un habitat, a mio avviso, ideale per il suo angolo di campo e per le sue caratteristiche. Infatti, secondo me, questo è un prodotto pensato soprattutto per coloro che amano l’avventura, fotografi e videomakers amanti della montagna e, più in generale della fotografia di paesaggio. Non lo vedo adatti ad altri generi fotografici, come la street photography. O, per meglio dire, non lo vedo come un modello canonico per certe fotografie: come sappiamo ognuno ha il suo stile fotografico e può improntare le immagini a suo piacimento, ergo nulla vieta di uscire e immortalare attimi di strada con questo prodotto. Semplicemente lo vedo più appropriato a coloro che amano fotografare paesaggi.
Ma basta perderci in chiacchiere, passiamo alla recensione di Sony E PZ 10-20mm f/4 G.
Sony E PZ 10-20mm f/4 G recensione: caratteristiche tecniche
Sony E PZ 10-20mm f/4 G è un obiettivo pensato per le fotocamere mirrorless APS-C del produttore, uno zoom ultra-grandangolare che sa regalare grandi emozioni. La sua costruzione ottica è basata su 11 elementi in 8 gruppi, di cui 1 elemento ED (Extra-low Dispersion) per migliorare la risoluzione su tutta l’immagine e 3 vetri asferici per ridurre la curvatura del campo, l’astigmatismo e l’aberrazione cromatica (garantendo contrasto elevato e colori naturali). Equivalente di un 15-30mm su sensori full frame, ha un angolo di campo variabile da 109° a 70°, un diametro dei filtri di 62mm e un rapporto di ingrandimento massimo di x0,14 (AF) o x0,18 (MF).
Integra due motori lineari per la messa a fuoco automatica, che risulta abbastanza veloce, precisa e silenziosa. La distanza di messa a fuoco è di 0,20 m (AF), grandangolo: 0,13 m / teleobiettivo: 0,17 m (MF) [(0,66 ft (AF), grandangolo: 0,43 ft / teleobiettivo: 0,56 ft (MF). Il nuovo sistema di Power Zoom reattivo converte all’istante le rotazioni della ghiera in zoom effettivo. Inoltre, il Power Zoom riduce al minimo le vibrazioni quando si utilizza la ghiera restituendo immagini pulite e stabili in campo video. Questo è l’obiettivo ultragrandangolare serie G con Power Zoom più piccolo del mondo, infatti ci troviamo davanti un vero e proprio peso piuma: misura 69,8 x 55,0 mm e pesa solo 178 grammi.
Il corpo di Sony E PZ 10-20mm f/4 G presenta una ghiera di messa a fuoco, una ghiera di zoom e una leva di zoom che migliorano il controllo e la versatilità per foto e video. Il tutto, come abbiamo visto, in un design estremamente compatto. Le ghiere di messa a fuoco e di zoom sono graduate, elemento essenziale per poterle distinguere anche senza guardarle. Parlando di pulsanti funzione, troviamo quello del blocco della messa a fuoco personalizzabile (quindi la sua funzione può essere modificata tramite il menu della fotocamera), e un selettore della modalità di messa a fuoco per il cambio AF/,MF rapido.
Per concludere questo paragrafo, Sony E PZ 10-20mm f/4 G è resistente alla polvere e all’umidità garantendo affidabilità anche in condizioni esterne più impegnative.
Riepilogo caratteristiche
- Costruzione ottica 11 elementi in 8 gruppi, 3 vetri asferici e ED;
- Due motori lineari per la messa a fuoco;
- Distanza di messa a fuoco: 0,20 m (AF), grandangolo: 0,13 m / teleobiettivo: 0,17 m (MF) [(0,66 ft (AF), grandangolo: 0,43 ft / teleobiettivo: 0,56 ft (MF)
- Angolo di campo variabile da 109° a 70°;
- Diametro dei filtri di 62mm;
- Nuovo sistema di Power Zoom reattivo;
- Rapporto di ingrandimento massimo di x0,14 (AF) o x0,18 (MF);
- Misura 69,8 x 55,0 mm;
- Pesa 178 grammi.
Galleria d’immagini
Sony E PZ 10-20mm f/4 G recensione: la mia esperienza
Con forza e coraggio (e una bella dose di voglia di respirare aria sana dopo la quarantena), ho deciso di dirigermi sulla cima della Grigna Meridionale, direzione Bivacco Ferrario a quota 2.177 metri. Con me, ovviamente, ho portato Sony E PZ 10-20mm f/4 G. Ho scelto di testarlo in questo ambiente perché, come scritto sopra, lo vedo un obiettivo adatto a chi ama la fotografia di paesaggio, anche per via della sua apertura del diaframma non molto ampia. F/4 è, a tutti gli effetti, funzionale a un genere di questo tipo in cui nella maggior parte dei casi si ricerca una messa a fuoco su tutto ciò che si inquadra. Zaino in spalla ho iniziato la salita, non impervia ma comunque faticosa dato il dislivello. In mano, Sony a6600 e l’obiettivo, pronto a immortalare gli scorci che mi si sarebbero aperti durante il cammino.
Devo ammettere che la fortuna, anche a questo giro, non mi ha guardato di buon grado: nonostante il tempo a inizio percorso fosse favorevole, con il sole protagonista assoluto, dopo pochi minuti dalla partenza si è fatto tutto scuro, con un velo di nebbia ad avvolgere le cime impetuose delle montagne. Questo mi ha impedito di realizzare qualche immagine larga, ma non ho mollato: ho fotografato diverse scene e, fidatevi, con questa escursione focale mi sono divertito molto. Sony E PZ 10-20mm f/4 G ti fa venire voglia di provare e sperimentare. Io mi sono trasformato in una sorta di leprotto di montagna: mi mettevo a carponi, provavo inquadrature particolari, cercavo nuovi punti di vista per raccontare il sentiero. Devo ammettere che mi sono trovato decisamente bene sotto tutti i punti di vista: l’obiettivo ha retto le condizioni non ottimali, permettendomi di portare a casa delle ottime immagini.
AF e qualità d’immagine
L’autofocus, nonostante spesso venga dimenticato nella fotografia di paesaggio, è stato fondamentale in alcuni passaggi. Infatti, non ero solo: dietro di me c’erano diverse persone che stavano salendo. Non avevo quindi tempo di soffermarmi troppo per uno scatto, siccome il sentiero era stretto e si avanzava in una sorta di fila indiana. Ecco che l’AF di Sony E PZ 10-20mm f/4 G mi è corso in soccorso: veloce, preciso, quasi mai in difficoltà. Complice l’ottima tecnologia di Sony A6600, mi bastava girarmi, puntare e scattare.
Anche la qualità dell’immagine mi ha soddisfatto: la costruzione ottica dell’obiettivo, composta da vari elementi interni ED e asferici, si sente e si ottengono fotografie pulite lungo tutto il fotogramma. Bisogna ovviamente fare i conti con una lunghezza focale (soprattutto a 10mm) che racchiude letteralmente tutto nell’inquadratura. Serve quindi attenzione quando si utilizza l’obiettivo, perché senza accorgersene potrebbero essere inseriti dei soggetti indesiderati. Lo stesso ampissimo angolo di campo, però, permette di realizzare immagini ultragrandangolari spettacolari, ai limiti del fisheye, che avvolgono gli occhi di chi le osserva quasi come una coperta d’inverno le gambe. Sono immersive, rese uniche dalla prospettiva, particolari.
Fronte bokeh, data l’apertura del diaframma, non c’è nulla da segnalare: si riesce a sfuocare l’immagine a 20mm stando relativamente vicino al soggetto inquadrato, ma non è un prodotto pensato per questo. Si avrebe potuto fare di più con un f/2.8? Forse, probabilmente sì, ma poi il prezzo sarebbe schizzato alle stelle. Questo lo ritengo il perfetto “compromesso” per ci cerca qualità, costruzione e apertura del diaframma.
Uno zoom per tutto
A differenza di Sony E 11mm f/1.8, Sony E PZ 10-20mm f/4 G permette di variare l’angolo di campo grazie alla sua escursione focale non enorme ma interessante. Infatti, è possibile coprire tutto il range grandangolare necessario su sensori APS-C, dando il vantaggio non indifferente di poter scegliere in che modo scattare. A 10mm si ottengono scatti particolare in cui tutto rientra nell’immagine, mentre a 20mm ci si avvicina a quella che è la visione di un 35mm (quindi meno marcata, seppur sempre grandangolare). La scelta è del tutto personale e grazie all’ottima ghiera dello zoom, piacevole da effettuare.
Salendo sulla Grigna ho chiesto alla mia ragazza di scattarmi alcune immagini e, a pochi centimetri di distanza, è riuscita a riprendermi completamente mentre salivo su una roccia con l’ausilio di una catena. Eravamo davvero a 30 cm di distanza, e questo risultato mi ha aperto gli occhi a tantissime altre possibilità di scatto. In un secondo, grazie alla ghiera molto fluida e ben calibrata, si passa a un’inquadratura più stretta e questo è un vantaggio non indifferente in determinate situazioni. Per farvi un altro esempio, arrivati in cima alla montagna ho realizzato qualche scatto del bivacco presente. Anche in questo caso non ho dovuto allontanarmi troppo per riprenderlo nella sua interezza, andando poi a stringere per fare dei dettagli molto interessanti.
Da sottolineare anche la ravvicinata distanza di messa a fuoco: 20 cm sono perfetti per avvicinarsi ai soggetti e inserirli in composizioni creative. Non sarà un obiettivo macro, ma sicuramente è un suo pro.
Un peso piuma
Quando si sta tanto tempo fuori con la macchina fotografica è essenziale non appesantire collo e schiena, fidatevi. Da fotografo che realizza tanti matrimoni con due fotocamere sempre in mano o appese da qualche parte nel mio corpo (riesco a metterle ovunque, davvero), posso assicurarvi che spesso si torna a casa, la sera, alle 3 di notte, con le ossa rotte e dolori ovunque e ce li ci si porta dietro per un paio di giorni. Ritengo quindi fondamentale sotto tutti i punti di vista avere un obiettivo che, quando possibile, permetta di stare fuori per tanto tempo senza stressare i legamenti e i muscoli.
Sony E PZ 10-20mm f/4 G sotto questo punto di vista è ineccepibile, perché è un peso piuma ed è come non averlo. Durante la salita in montagna, ardua per dislivello affrontato, non mi è mai pesato, non mi ha mai affaticato e mi ha permesso di fotografare senza il minimo affanno. Escludendo questo preciso contesto (che resta, però, molto chiarificatore), è perfetto per viaggiare, per camminare per ore per un centro urbano, per esplorare. Reputo questa una caratteristica importante da non sottovalutare assolutamente; il piacere di scattare deriva anche dallo stare bene psicologicamente ma, soprattutto, fisicamente.
Sony E PZ 10-20mm f/4 G recensione: cosa non mi è piaciuto
In realtà, nulla. Devo ammettere che il nuovo obiettivo del produttore mi ha convinto sotto tutti i punti di vista, dalla qualità dell’immagine all’autofocus veloce, silenzioso e preciso. Anche i materiali di costruzione mi sono sembrati buoni, nonostante non siano all’altezza di quelli di prodotti di fascia superiore (per esempio quelli di alcuni obiettivi FF). Il fatto di essere resistente a polvere e umidità è inoltre una garanzia in determinati contesti fotografici come la montagna.
La ghiera dello zoom scorre bene, la qualità della lente è ottima, aberrazione cromatica e distorsione sono tenute sotto controllo decisamente bene: insomma, un prodotto che mi è piaciuto e di cui non ho riscontrato particolari criticità. Forse, e dico forse, potremmo annoverare la sua stessa natura tra un possibile difetto: non è un prodotto per tutti, nel senso più assoluto. Chi va a ricercare questo modello sa che tipo di angolo di campo avrà, e sa che tipo di immagini potrà ottenere. Non è assolutamente un obiettivo che “lo compro così è tutto a fuoco” o “lo compro così faccio immagini fighe”, perché non basta avere delle inquadrature particolari o un buon AF per fare delle buone fotografie. L’argomento apertura del diaframma l’abbiamo già affrontato: non il massimo, ma va bene così.
Sony E PZ 10-20mm f/4 G recensione: parere finale
Sono convinto che Sony E PZ 10-20mm f/4 G sia un prodotto destinato a una determinata tipologia di fotografi: quelli che amano fotografare paesaggi e viaggiare. Nonostante possa essere sfruttato da chiunque in modo artistico, per la sua escursione focale e la sua apertura del diaframma lo vedo molto avvezzo a chi realizza queste determinate immagini. Buona costruzione e materiali di tutto rispetto, qualità dell’immagine elevata ed escursione focale intrigante per provare anche a realizzare qualcosa di diverso e maggiormente creativo. L’autofocus funziona bene, è veloce e silenzioso. La ghiera scorre che è un piacere, e la presenza del canonico pulsante funzione personalizzabile lo rende molto più flessibile. I materiali lo rendono resistente a diverse criticità che un fotografo di paesaggio potrebbe incontrare, ed è talmente leggero da non pesare mail. Durante l’utilizzo non ho riscontrato particolari criticità, ecco perché mi sento di promuoverlo sotto quasi tutti gli aspetti.
Recensione in breve
Sony E PZ 10-20mm f/4 G
Sony E PZ 10-20mm f/4 G è un prodotto che mi ha convinto: nessuna particolare criticità, ha una qualità dell'immagine molto elevata, un'escursione focale interessante per diversi generi fotografici, un autofocus di ottimo livello e una costruzione di buona fattura. Capace di realizzare immagini dallo stile ricercato, non è per tutti. Ma questo già lo sapevamo.
PRO
- Ottima qualità dell'immagine
- AF veloce, silenzioso e preciso
- Leggero, perfetto per escursioni e viaggi
- Permette di realizzare scatti incredibilmente creativi
- Ghiera dello zoom da 10 e lode
CONTRO
- L'apertura f/4, anche se poi il prezzo si sarebbe alzato