Come riportato da diverse testate tra cui PetaPixel, Sony sta spostando il 90% della sua produzione (per quanto concerne le fotocamere) dalla Cina alla Thailandia. Quali sono le motivazioni che hanno spinto il produttore verso questo cambiamento? Scopriamole insieme.
Sony produzione Thailandia: il cambiamento
Secondo un rapporto stilato da Nikkei e riportato da tutte le più importanti testate giornalistiche, Sony ha deciso di spostare gran parte della sua produzione di fotocamere (ben il 90%) dalla Cina alla Thailandia. Le ragioni, stando a quanto scritto, sarebbero le seguenti: la produzione interamente basata sulla fornitura cinese avrebbe un rischio elevato sul fronte della catena di sviluppo e quindi, per prevenire problemi futuri, si è deciso di non mantenere tutta la produzione in un suolo luogo ma di diversificare. Questo anche nell’ottica delle crescenti tensioni tra Cina e Stati Uniti e dei blocchi che il paese ha applicato per contrastare la pandemia di Covid-19 che hanno causato diversi ritardi (non entriamo nel merito, perché ogni Stato decide da sé come gestire la pandemia, come giusto che sia).
In realtà la transizione sarebbe in atto da un paio di anni. L’obiettivo è ovviamente quello di mantenere la produzione in Cina e in tutti i mercati della Thailandia. La notizia ha fatto tanto scalpore perché storicamente la Cina è il paese che si attribuisce a Sony, essendo stato fino ad ora il centro del suo sviluppo. Stando sempre al rapporto stilato da Nikkei, anche Canon starebbe valutando la possibilità di spostare parte della sua catena di produzione, attualmente in Cina, verso il Giappone.
Sony produzione Thailandia: cosa significa?
In realtà, detto papale papale, nulla: significa che, in via precauzionale, il produttore ha deciso di spostare le sue sedi di produzione in un altro paese. Nulla di trascendentale, anche se capiamo che la notizia potrebbe facilmente passare per quello che non è e con uno stampo anche fin troppo sensazionalista.
Quindi, detto ciò, potete dormire sonni sereni.