Con qualche giorno in anticipo sulla data di uscita al pubblico, Strappare lungo i bordi recensione, grazie alla collaborazione con Netflix italia, vuole fornirvi gli elementi necessari per permettervi di capire se questa nuova serie animata possa essere interessante per voi. Nonostante la visione completa degli episodi da parte nostra, l’articolo non contiene spoiler. Il progetto di Zerocalcare si guarda in un lampo, godendo di ogni momento della storia senza accorgersi che il tempo passi.
Ormai è davvero impossibile non conoscere Michele “Zerocalcare” Rech. Per quanto possa sembrare romano puro, il trentottenne è nato a Cortona e ha vissuto buona parte dell’infanzia in Francia. Dopo i primi racconti a fumetti si è dedicato spesso alla realizzazione di copertine di dischi hardcore e punk e locandine per fiere e concerti. La Profezia dell’Armadillo è la sua prima vera pubblicazione del 2011, che lo consacra dal 2012 come fumettista di punta della casa editrice Bao Publishing, che acquista i diritti dell’opera per una sua personale edizione portando in libreria anche Un polpo alla gola, ancora oggi uno dei suoi migliori lavori, per quel che mi riguarda. In venti anni di carriera l’apprezzamento del pubblico è sempre più cresciuto, portandolo nel 2017 all’uscita di un film da lui sceneggiato tratto da La Profezia dell’Armadillo e nel 2018 a un adattamento teatrale di Kobane Calling, reportage grafico a puntate di un viaggio in Turchia durante la guerra tra curdi e Stato Islamico. Il 2021, infine, è l’anno di Strappare lungo i bordi, la sua prima serie animata.
Strappare lungo i bordi recensione: la trama
Zerocalcare non è sconosciuto all’animazione: basti guardare i brevi video che periodicamente pubblica sui social raccontando fatti di vita quotidiana, con il tono inconfondibile dell’autore che unisce sempre, in ogni opera, la risata al messaggio più profondo in essa racchiusa. Ancora, la sua Rebibbia Quarantine realizzata durante il lockdown del 2020 in cui l’autore illustra il quotidiano della nostra nazione, è stata presentata da Propaganda Live e trasmessa a puntate su La7. Con Strappare lungo i bordi si assiste a un progetto più lungo e strutturato, dove la sua firma tipica viene esaltata senza essere snaturata, con una storia che solletica la pancia e scuote lo stomaco quando meno ce lo si aspetta.
Non è importante la destinazione, quanto il viaggio per arrivare a essa. Una frase fatta, certo, ma calzante più che mai quando Zerocalcare, attraverso il suo inconfondibile alter-ego su carta, inizia a raccontare una storia che, come sempre, è la sua. Tra infanzia, giovinezza ed età adulta, il protagonista esprime, rivolgendosi al pubblico, quelle piccole perle di sopravvivenza quotidiana imparate sulla propria pelle tra scuola, genitori e amicizie. Due sono le rocce fondamentali: Sarah e Secco, con cui ora il ragazzo sta organizzando un viaggio in treno. Con l’aria condizionata pungente sul collo, tra ansie, precarietà e ricordi, emergono chiare le figure di riferimento che l’hanno formato e sostenuto nel corso del tempo e, tra una risata e l’altra, si arriva a comprendere il significato di un gelo ben più profondo, insidiatosi prepotentemente nelle viscere.
Strappare lungo i bordi recensione: i personaggi
I personaggi della serie animata non sono nuovi all’universo letterario di Zerocalcare, che successivamente alla creazione di “sé stesso” dà forma a uno stuolo di creature umane e non che interagiscono con lui offrendogli la loro personale visione del mondo, prendendo il più delle volte “a pizze in faccia” il protagonista per farlo tornare con i piedi per terra. Nello specifico, con Strappare lungo i bordi si fa la conoscenza di:
- Secco: il migliore amico di Zerocalcare, la persona più scoppiata ma al contempo leale che potreste avere al vostro fianco. Vive fondamentalmente alla giornata, tra una partita a poker e un gelato, trascorrendo una vita semplice e priva di castelli di carte mentali, lui che con le carte si gioca l’esistenza notte dopo notte. Secco è pragmatico e in grado di rendere ovvio anche il dilemma più complesso. Sembra menefreghista ma non si tira indietro di fronte a una chiamata d’aiuto.
- Sarah: altra migliore amica di Zerocalcare, conosciuta da lui e Secco fin dai tempi delle elementari. Sarah colpisce per la sua schiettezza e caparbietà, per il suo essere semplicemente una vera e propria forza. Nonostante questo anche lei ha desideri e ambizioni che vorrebbe si realizzassero ed è pronta a scendere a compromessi pur di vederli compiersi. È un personaggio appartenente alla comunità LGBTQ+ e la sua identità di genere, così come il suo orientamento sessuale, vengono evidenziati più volte ma in un contesto naturale e ovvio, come dovrebbe essere, di fatto.
- L’Armadillo: è la spalla di Zerocalcare, probabilmente il personaggio più iconico dopo di lui. Una voce che sussurra all’orecchio con frasi che potrebbero sembrare uscite dai Baci Perugina, ma con un’inconfondibile franchezza che metterebbe con le spalle al muro chiunque. DI lui torneremo a parlare più tardi.
Strappare lungo i bordi recensione: le mie impressioni
Zerocalcare ha sempre avuto una visione disillusa della società e il suo modo di comunicarlo è schietto, anche quando descrive con precisione i tormenti interiori in cui non solo lui si perde ma in cui tutti possono rivedersi. Parlando di crescita, di lavoro, di amore e amicizia, riesce sempre nell’intento di far divertire rimarcando però sui drammi di una vita, momenti che chiunque può trovarsi a dover affrontare e che può farlo, con lui, osservandosi da un’altra prospettiva. L’autore non è un filosofo e non punta a esserlo, ma le sue storie hanno una morale di fondo che ogni volta apre cuore e cervello per riempirli di rivelazioni e consapevolezze che fino all’attimo prima non si credeva di averne necessità. La poesia che fuoriesce perfino attraverso il dialetto romanesco, utilizzato sia nei dialoghi che nelle introspezioni. Una comunicazione che fa sentire vicini alla vita dell’autore, facendo respirare al pubblico il clima di Rebibbia ma che, di contro, potrebbe non fare presa su chi non conosce abbastanza bene le espressioni specifiche, rischiando così di non afferrare tutti i concetti.
Strappare lungo i bordi non fa eccezione: si viene lanciati all’interno del nuovo simposio di Zerocalcare facendosi trasportare dalla corrente e cercando di ipotizzare dove si andrà a finire con il suo ragionamento. Nulla è mai lasciato al caso, anche il più piccolo dettaglio diventa vitale quando il quadro è completo e tutto appare chiaro. L’autore ha messo anima e corpo in questo progetto e il risultato finale ha dell’incredibile: non solo ha scritto e diretto gli episodi, ma oltre ad animarli ha dato letteralmente voce a tutti i personaggi che compaiono, lasciando però a Valerio Mastandrea l’onere e l’onore d’interpretare l’iconico Armadillo. La coscienza è sempre stata quell’elemento spiritoso ma brutale che cerca sempre di riportare a uno status quo il protagonista con frasi dirette a cui è impossibile ribattere. Ancora una volta, questo fedele compagno riporta il “suo” ragazzo con i piedi per terra, mettendolo di fronte ai fatti nudi e crudi anche quando questi sono difficili da digerire.
Cadere in fallo quando ci si distacca dalla propria confort-zone è un po’ la maledizione di chi da un mezzo di comunicazione decide di passare a un altro. Eppure, Zerocalcare ha una padronanza delle storie fuori dal comune: che siano esse su carta o su schermo, abbiamo ora la conferma di quanto in entrambi i casi la sua narrazione sia efficace ed emotivamente carica, catturando l’attenzione dello spettatore e portandolo non solo a passare del tempo con un intrattenimento positivo ma anche con la prospettiva assicurata di giungere alla conclusione aggiungendo qualcosa al proprio bagaglio culturale. Ci si sente arricchiti, ebbri di un’esperienza sensoriale ogni volta unica e speciale che costringe a dimenticare il proprio quotidiano per concentrarsi su cosa sta accadendo questa volta al protagonista. Si rimane coinvolti dal costante disagio emotivo che lui prova raccontandosi, ritrovando però in quegli occhi spenti e privi di pupille un disagio personale che emerge per trasformarsi in altro, per trovare una via d’uscita rispetto a un percorso che è solo in apparenza tracciato.
Strappare lungo i bordi recensione: le tematiche
Nella serie vengono affrontati gli argomenti più disparati, dal metodo per non arrivare in ritardo all’aeroporto al come affrontare il mondo del lavoro quando giunge il momento di entrarci. Il dualismo tra leggerezza e profondità è ancora una volta vincente, perché il problema più “banale” non intacca la complessità e viceversa. In tutto questo Zerocalcare mette sempre avanti quell’ansia maledetta che lo attanaglia in ogni genere di situazione in egual misura. Ma c’è qualcosa che in cuor suo sa essere più pesante e incombente del resto e la sua reazione lo porta a lamentarsi di tutt’altro, a crearsi problemi stupidi piuttosto che affrontare i nodi più grandi che rischiano di soffocarlo. L’ansia, così, lascia il posto al tormento e infine al senso di colpa. Solo uno schiaffo ben assestato può riportarlo, ancora una volta, con i piedi per terra, mostrandogli quanto possa essere sbagliato ritenersi il centro del mondo di chiunque, anche quando non è da lui che dipendono le scelte degli altri. Il protagonista cerca disperatamente di ricostruire un puzzle che non gli è davvero chiaro, perché solo così sente di poter ricominciare a guardare verso il futuro.
Si parla di destino: è vero che ne siamo i creatori? Oppure l’intera vita è marcata da una linea definita da cui non si può deviare? Questo è un concetto che da un lato mette sicurezza e che fa credere di potersi sentire al sicuro. Ma quando l’ambizione porta a percepire quei confini stretti e soffocanti, fino al punto di vedere la soluzione soltanto oltre la linea tratteggiata, è in quell’esatto momento che bisogna armarsi di coraggio e strappare lungo i bordi, verso un percorso di cui non si sa nulla, se non che può custodire la vita, oltre il rimpianto e la paranoia.
Il tutto si muove sulle note di una colonna sonora da brivido, perfetta nel suo inserirsi nei momenti più opportuni. La musica colpisce i timpani e si fa strada all’interno, portando il cuore a muoversi a ritmo. È uno degli elementi che spiazza e che porta tutto su un livello superiore, richiamando l’attenzione sul punto focale dell’intera storia. Nomi, storie e vite s’intersecano con i protagonisti, creando un legame apparentemente di passaggio, sottile e debole, ma che in realtà torna a più riprese, fortificandosi a ogni respiro e battito. Zerocalcare questo non lo riesce a comprendere e certe realizzazioni arrivano quando ormai potrebbe essere troppo tardi. Ma troppo tardi lo è soltanto se ci si dimentica di quello schiaffo che riporta a terra e che ti fa apprezzare un fuoco flebile, che però scalda quando viene condiviso con gli altri.
Strappare lungo i bordi recensione: consigli di lettura
Come è già stato detto, Zerocalcare nasce e si fa conoscere attraverso il mondo del fumetto. Penso che per poter davvero apprezzare “Strappare lungo i bordi”, con citazioni ed easter-eggs praticamente a ogni frame, si debba passare in parte da qualche sua opera letteraria. Abbiamo citato prima “La Profezia dell’Armadillo”, “Un polpo alla gola” e “Kobane Calling”, ma anche i seguenti libri sono altrettanto meritevoli:
- Dimentica il mio nome: la fine della giovinezza per Zerocalcare coincide con la morte di sua nonna. Un viaggio introspettivo, divertente e commovente che ha come meta la realizzazione del lutto.
- L’elenco telefonico degli accolli: una raccolta di storie pubblicate precedentemente dall’autore sui social, forse uno dei volumi più importanti per capire davvero come Zerocalcare abbia acquisito consensi che l’hanno portato al rapporto che ha con il suo pubblico.
- Macerie Prime: il matrimonio del suo amico Cinghiale, porta Zerocalcare ad avere a che fare con i vecchi compagni di scuola, ora adulti e così lontani da ciò che sognavano di voler essere da bambini. L’esempio di come l’autore riesca con più storie e in modi differenti a trattare tematiche simili, come il fallimento della generazione degli anni ’80 rimasta invischiata in qualcosa di più grande di lei su cui non si può avere il controllo. A questo fa seguito “Macerie Prime – Sei mesi dopo“, che racchiude in sé la tempistica consigliata per leggere entrambe le graphic novel.
Strappare lungo i bordi recensione: data di uscita
La serie “Strappare lungo i bordi” è prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing. Come già annunciato in questo articolo, la data di lancio è il 17 novembre 2021 su Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. La serie è composta da sei episodi da 15 o 20 minuti ciascuno.
Voi guarderete “Strappare lungo i bordi”? Siamo curiosi di sapere la vostra opinione nei commenti!
Recensione in breve
Strappare lungo i bordi
Una storia esilarante, in grado di unire la leggerezza di una risata all'angoscia più profonda. La trama eccelle, come tutte quelle realizzate da Zerocalcare, senza perdere lo smalto nonostante si passi dalla carta all'animazione.
PRO
- Una serie breve che non ne preclude la qualità
- Il talento di Zerocalcare
- Le tematiche inclusive e contemporanee
- Risate in ogni episodio
- Rivelazioni non scontate che mettono i brividi
- Un potenziale alto che può soltanto migliorare
- Personaggi così ben delineati da risultare indimenticabili
CONTRO
- Se non si conosce già il tipo di narrazione dell'autore si rischia di rimanere inizialmente disorientati.
- Chi non è abituato al dialetto romanesco potrebbe a tratti perdere il filo del discorso.