Bisogna sempre stare attenti quando ci si mette in affari con qualcuno e, purtroppo, Paul Brown anche conosciuto come Paul D Smart (anche se alla fine proprio “smart” non era), lo stupratore che si finge fotografo di un’agenzia di modelle, lo ha dimostrato ancora una volta a tutti gli aspiranti modelli.
Stupratore si finge fotografo: l’agenzia di modelle
Paul Brown, 41 anni, ha fondato un’agenzia di modelle fraudolenta nella città di Okehampton, nel Devon, Regno Unito, con la quale ha truffato più di 90 donne giovani o più adulte, dalle adolescenti alle sessantenni.
Paul Brown le ha convinte a posare per foto esplicite e ad avere rapporti sessuali con lui, di fronte ad una fotocamera con la promessa di contratti come modelle estremamente redditizi. Un fatto già estremamente disgustoso che meriterebbe di essere incluso nel movimento #MeToo anche se purtroppo non sarà né il primo né l’ultimo di questa risma. Ma in questo caso andiamo oltre: era tutta una bugia, le donne non hanno mai ricevuto soldi o lavori.
La BBC riferisce che Brown si è approfittato di donne vulnerabili, contattandole lui per primo tramite Facebook per attirarle nella sua ragnatela.
Stupratore si finge fotografo: le indagini
Nonostante nascondesse la sua identità dietro la sua società di facciata, Modelli Sud-Ovest, non è stato difficile per gli investigatori seguire le tracce fino a lui quando una donna ha trovato il coraggio di farsi avanti e denunciare la sua esperienza avvenuta nel 2017. Gli investigatori sono stati in grado di trovare moltissime prove che inchiodano Brown, tra le quali un diario con un’attenta annotazione dei suoi crimini avvenuti fra il 2014 e il 2018, con tanto di punteggio da 1 a 10 dato alle prestazioni ricevute, nonché le prove fotografiche e video. Le sue vittime erano costrette a firmare un contratto di non divulgazione prima degli scatti, ma questo per fortuna non ha ostacolato la giustizia.
L’indagine ha impegnato la polizia per due anni e ha coinvolto un totale di 16 vittime.
Michael French, dal pubblico ministero inglese, ha dichiarato alla BBC:
“Le sue vittime sono state sottomettesse alla volontà di Brown dalla pressione creata dalle menzogne dell’accusato. Queste donne sono state ingannate ed hanno creduto di frequentare le riprese fotografiche ai fini dell’accettazione da parte di un’agenzia di modelle. Sono tutte d’accordo nel sostenere che non sarebbero sottostate a questi terribili termini se avessero conosciuto la verità, cioè che l’agenzia non esisteva e Brown stava agendo puramente per il proprio piacere personale.“
A parere nostro si tratta di una frase estremamente pericolosa. Sembra quasi che, se le donne avessero avuto la ricompensa per i loro favori sessuali, non ci sarebbe stato nulla di male in cioè che Brown ha fatto. Ad ogni modo è stato il fotografo ad avere la giusta ricompensa per le sue azioni, infatti è stato riconosciuto colpevole di 15 capi di imputazione per stupro e 6 di voyerismo per aver nascosto una macchina fotografica in un bagno spiando così le ragazze. Condannato a 21 anni di carcere ha così conquistato il titolo di uno dei più prolifici predatori sessuali della storia del Devon.
Magari, in carcere, si occuperà di foto segnaletiche.