La nuovissima Canon EOS R5 è stata svelata ufficialmente nella sua interezza da pochi giorni e noi abbiamo avuto l’onore di poterla provare in anteprima per darvi alcuni feedback reali sull’utilizzo. C’è da dire però, in effetti, che uno degli aspetti non considerati durante la presentazione e l’anteprima riguarda proprio il possibile surriscaldamento di questa nuova fotocamera. Sarà qualcosa di cui dovremmo preoccuparci? Scopriamolo
Surriscaldamento Canon EOS R5: quali sono le conseguenze
Inizio questo articolo premettendo un fatto importante: non abbiamo ancora recensito Canon EOS R5 pertanto le informazioni all’interno di questo articolo sono frutto esclusivo delle fonti che verranno citate. Starà poi a noi valutare la veridicità di queste informazioni durante un test futuro.
Secondo EOSHD, noto blog internazionale, il rivenditore inglese CVP avrebbe ricevuto da Canon delle informazioni tecniche avanzate circa il reale surriscaldamento del prodotto in base al tipo di risoluzione e framerate utilizzato per la registrazione. Questi dati pertanto, parrebbero essere ufficiali e basati su test effettuati da Canon stessa. La nuova Canon EOS R5 ha dimostrato di “spingere” oltre i limiti delle risoluzioni video visti finora, riuscendo ad arrivare all’incredibile risoluzione ad 8K e fino a 30fps, parametro mai visto fino ad oggi in una mirrorless. Tutto molto bello, ma cosa succede quando si parla di raffreddamento? A differenza di Panasonic Lumix S1H, Canon EOS R5 non ha nessuna ventola di raffreddamento e non è altresì chiaro il metodo sfruttato per la dissipazione. Nonostante il grande corpo, in molti si sono chiesti quali potessero essere i limiti massimi reali di registrazione per evitare di rovinare il sensore o comunque surriscaldarlo pericolosamente. Per evitare di creare ingenti problematiche al prodotto, pare che Canon abbia deciso di implementare tempi di registrazione piuttosto “ristretti” che a molti hanno fatto storcere il naso.
Secondo questo report infatti, Canon EOS R5 si ferma a 20 minuti di registrazione massima in 8K RAW con sia in ALL-I che IPB, dato misurato in un ambiente a 23 gradi. Basandosi su questo dato, in condizioni di maggior caldo, come ad esempio all’esterno in una calda giornata di sole estivo, pare che EOS R5 in 8K si fermi a 10 minuti di registrazione. Una volta surriscaldata la fotocamera, è necessario spegnere tutto e lasciar raffreddare per circa 10 minuti per poter ottenere altri 3 minuti di registrazione in 8K.
Anche se la fotocamera rimane inattiva per 20 minuti, il “recupero”, sempre per quanto concerne l’8K, sarebbe solo pari a 8 minuti. Ergo, se registrate 10 minuti in 8K sotto al sole, dovrete attenderne 20 affinché sia possibile registrarne ancora 8. Ora starete pensando: “nessun problema, a me l’8K non interessa”. Fantastico, peccato che queste limitazioni, purtroppo, non si applicano solo alla super risoluzione.
Parlando di 4K con frame rate “da cinema”, quindi 24 e 25p, e comprendendo anche i 30, la registrazione viene catturata in oversampling dall’8K. In questo caso, il limite si ferma a 30 minuti, senza apparenti necessità di raffreddamento. Stiamo però parlando di un massimo di 30fps, perché se si decide di passare ai 60fps in 4K allora il limite è pari a circa 35 minuti ma con la necessità di raffreddamento pari a 10 minuti dopo il termine dei 35 registrati. Ergo, se registrate una clip da 29:59 minuti + una da 5 minuti a 4K@60fps, dovrete aspettare 10 minuti per raffreddare il prodotto e poter ottenere altri 5 minuti di registrazione in 4K@60fps. Dopo questi passaggi, un avviso mi dirà che non potrete registrare oltre in quanto il rischio di surriscaldamento eccessivo sarebbe troppo pericoloso. Per ricapitolare, EOSHD ha creato uno schema che mostra i limiti effettivi e il tempo di recupero necessario.
Se spegnete la fotocamera per 20 minuti riuscirete ad ottenere 8 minuti di registrazione in 8K oppure 10 minuti di registrazione in 4K (anziché 30). Anche usando la registrazione in 4K/60p con pixel binning, che non sfrutta l’oversampling in 8K, potrete registrare soltanto 10 minuti continuativi dopo un riposo di 10 minuti.
Come giustamente fa notare EOSHD, Panasonic Lumix S1H integra una ventola di raffreddamento attiva e la possibilità di registrare in 6K, cosa che le ha permesso di entrare nel gruppo di prodotti autorizzati e certificati da Netflix per la produzione di film e serie TV, anche perché ovviamente sarebbe inaccettabile sul set tardare la produzione ogni 10 minuti a causa del surriscaldamento. Una ventola di raffreddamento, come quella presente in Canon XC10, avrebbe permesso di raffreddare il prodotto una volta raggiunte alte temperature ed evitare problemi di questo tipo.
Surriscaldamento Canon EOS R5: come si può risolvere?
Attualmente è presto per parlare, ovviamente, la fotocamera è in dirittura di arrivo, il prossimo 30 luglio, e deve ancora essere testata bene, pertanto, vi ricordiamo che ci stiamo basando esclusivamente su un report riportato online. Certo è che tale report crea senz’altro qualche problema a chi deve gestire eventi, lato video, di lunga durata, come ad esempio i matrimoni: il momento più lungo da registrare in un evento del genere è senz’altro lo scambio delle fedi, dove è impensabile illudersi di poter fermare tutto e attendere 10 minuti prima del raffreddamento della fotocamera.
Certo è che, comunque, personalmente non ho mai registrato un matrimonio in 4K perché molte coppie vogliono ancora il DVD (figuriamoci) oppure non hanno a casa un TV 4K in cui mettere la chiavetta USB, ergo, non ho mai sentito la necessità di registrare così tanto in 4K a questi eventi, ma mi rendo conto che sia soggettivo e relativo. Certo è che se usate Canon EOS R5 a 1080P non avrete nessun problema, ma a questo punto forse non ha senso spostarsi su R5, una R6 potrebbe già essere più che sufficiente, no?
Ad ogni modo, mi viene in mente quel momento in cui Apple presentò iPhone 4 e uscì lo scandalo “antenna gate”, cioè una problematica che evidenziava il fatto che mettendo un dito in una zona del telefono la connessione alla rete saltava completamente in quanto il nostro pollice o indice erano in grado di creare una reale schermatura. Apple in quel momento riuscì a risolvere regalando a tutti gli acquirenti un “bumper”, cioè una cover particolare in silicone che eliminava completamente questo problema. Pertanto, sulla base di questo esempio, cosa potrebbe fare Canon? Regalarci una ventola con l’acquisto di R5? Inventare un battery pack aggiuntivo con un sistema di raffreddamento specifico per chi ha queste esigenze? Le soluzioni per correre ai ripari potrebbero essere a migliaia, staremo a vedere.
Surriscaldamento Canon EOS R5: conclusioni
Come ho già riportato all’inizio dell’articolo, tutte le informazioni che avete letto arrivano dalle fonti sopracitate e, attualmente, ci è impossibile capire la reale veridicità di tutto questo. Non ci resta solo che attendere e capire come si comporterà EOS R5 sul campo. Sarà sicuramente mia cura fare varie prove, anche di raffreddamento, per comprendere davvero cosa cambierà. Questo è sicuramente un problema che non si risolve “banalmente” con un aggiornamento firmware, serve qualcosa di “fisico”. Cosa succederà quindi?