La situazione dell’industria fotografica non è affatto buona e, con le notizie dell’ultima ora, potrebbe anche peggiorare: Tamron ha chiesto il prepensionamento volontario ai suoi dipendenti per tagliare del 40% la sua forza lavoro giapponese. Ecco tutti i dettagli di questa mossa.
Tamron prepensionamento volontario: la richiesta
Secondo un rapporto trapelato su Nikkei, Tamron ha chiesto il prepensionamento volontario ad una buona parte dei suoi dipendenti che lavorano negli stabilimenti di Aomori, in Giappone. L’idea del produttore è quella di tagliare del 40% la sua forza lavoro, sulla falsariga di quello che ha intenzione di fare Nikon (potete leggere l’articolo a riguardo seguendo Nikon tagli posti lavoro). Tamron quindi accetterà i prepensionamenti volontari dal 10 al 20 novembre e coloro che accoglieranno la proposta andranno in pensione entro dicembre. Gli idonei a questa strategia sono i lavoratori a tempo indeterminato e part-time con età superiore ai 45 anni attivi nella produzione. Sempre secondo il rapporto, l’azienda offrirà a coloro che accetteranno delle indennità speciali e sosterà anche il reimpiego per coloro che non desiderano lasciare del tutto il mondo del lavoro ma cercare fortuna in altri lidi.
La domanda sorge spontanea: perché questa mossa? Partiamo dal presupposto che scegliere la via del prepensionamento volontario significa trovarsi ad un passo dal licenziamento obbligatorio, e si sceglie di optare per questa via proprio per evitarlo e offrire ai dipendenti la migliore uscita possibile. Il punto va ricercato nelle parole del produttore stesso: “Miglioreremo la nostra competitività ottimizzando il personale”. Una delle cause principali è ovviamente la pandemia di coronavirus Covid-19 che, stando a Tamron, ha causato e causerà ingenti perdite sul reddito annuale.
Tamron prepensionamento volontario: conclusioni
Ritrovarsi in queste situazioni non è mai bello, per nessuno: ne per l’azienda ne, ovviamente, per i lavoratori. Nel caso la proposta di prepensionamento non dovesse andare a buon fine il produttore si ritroverebbe a dover licenziare con il metodo classico, il che è decisamente peggio. Seguiremo attentamente lo svolgersi del caso, con la speranza che le cose possano migliorare per tutti.