Salve e benvenuti ad un nuovo interessantissimo episodio della seguitissima serie “Canon EOS R5 ed i problemi di surriscaldamento“. A parte l’ironia, che è d’obbligo in questi casi per stemperare un po gli animi, è da tempo che oramai si discute della problematica di cui sopra ma ora si aggiunge un nuovo tassello alla trama: in rete è stato pubblicato il primo teardown di Canon EOS R5, vediamo cosa si può dedurre.
Teardown Canon EOS R5: analizziamola “da dentro”
Per chi non lo sapesse, col termine teardown (letteralmente “demolizione” dall’inglese) si intende il disassemblaggio di un oggetto. Ecco, un cittadino cinese, evidentemente molto pratico con questa tipologia di operazioni, ha deciso di effettuare proprio il teardown di una Canon EOS R5 per vedere com’è disposta tutta la componentistica interna e se si riesce a dare una spiegazione tecnica al surriscaldamento della mirrorless in determinate situazioni d’utilizzo. Partiamo subito col dire che tutto quello che riporteremo in quest’articolo è specifico del modello smontato: non sappiamo, quindi, se alcune imperfezioni riscontrate siano presenti su altre EOS R5 o se anche gli altri esemplari del modello abbiano la stessa composizione interna, nonostante sia verosimile pensarlo trattandosi di produzione tramite catena di montaggio.
Inutile ribadire ancora una volta che non è presente un sistema di raffreddamento vero e proprio, ma analizzando i contenuti la prima cosa che risalta all’occhio osservando il fotogramma estrapolato dal video in questione è che il pad termico posto al di sopra del processore non è posizionato correttamente.
È superfluo sottolineare come tale banalità vada ad influire negativamente sulla trasmissione e sulla dissipazione del calore all’esterno del corpo macchina. Come se non bastasse questo, nel video si vede la presenza di una scheda interna ricca di circuiti (quella di colore verde posta sul tavolo che è stata rimossa prima di arrivare alla scoperta del pad termico) che non fa entrare in contatto diretto il pad stesso con il telaio in lega di magnesio, eventualità che avrebbe aiutato a dissipare ancor di più il calore e avrebbe fatto abbassare le temperature in un minor tempo a parità d’utilizzo.
Andando avanti nel video, si arriva alla placca di dissipazione vera e propria che è in alluminio. Non è un errore grave, ci mancherebbe, ma non sarebbe stato meglio se la stessa fosse stata costruita in rame che ha una conduttività termica doppia rispetto all’alluminio? Magari, con una scelta di questo tipo, non avremmo visto avvisi di surriscaldamento se non in casi davvero ma davvero estremi.
Teardown Canon EOS R5: conclusioni
Questa controversia durerà ancora molto ma quel che è certo è che Canon non è indifferente alle lamentele dei propri utenti ed a breve uscirà un aggiornamento firmware EOS R5, che porterà diversi miglioramenti tra cui un aumento (si avete letto bene) dei tempi di registrazione, quindi forse avranno trovato un modo per limitare questa problematica. Staremo a vedere come evolverà la situazione, pronti ad aggiornarvi non appena ci saranno novità in merito.