Ci sono poche produzioni che, nel corso della loro gestazione, hanno dovuto portare sulle spalle un peso enorme, quasi insostenibile. Tra queste c’è sicuramente la recente Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere di Prime Video, siccome i fan di Tolkien, prima, e Jackson, poi, si sono subito divisi in due fazioni ben distinte. C’è un’altra serie, però, che sta facendo tanto discutere e che si porta dietro un bacino di fan immenso: The Last of Us, di HBO. La domanda che serpeggia è la stessa: sarà un capolavoro o un fallimento? Ecco la nostra analisi.
The Last of Us la serie: il fardello delle grandi storie
Come scritto nel paragrafo introduttivo di questo articolo (pesantissimo, da scrivere), esistono poche serie capaci di dividere gli appassionati fin dai primi sussurri di produzione. Molte, invece, vivono una gestazione idilliaca, soprattutto per quanto riguarda la prima stagione, arrivando in sordina e conquistando il mondo una volta in onda. Un esempio lampante fu Game of Thrones: in pochi conoscevano il materiale di Martin, e questo ha aiutato a realizzare una prima stagione quasi priva di aspettative. Il resto, poi, è storia recente.
Esistono però produzioni, o per meglio dire adattamenti, che invece devono fare i conti con supporter e oppositori fin dai primi battiti di vita. Gli Anelli del Potere è un chiaro e lampante esempio di ciò che vi sto scrivendo, con i fan di Tolkien e Jackson divisi in due fazioni ben distinte: chi rifugiato nel Fosso di Helm a inveire contro i cambiamenti apportati al materiale originale, chi al galoppo lungo le bianche rive del mare a dare speranza.
La verità, cari lettori, è semplicemente una: nessuna serie (e nessun film) potrà mai accontentare tutti. Mai, nel senso più assoluto. Impossibile farlo, perché ci sarà sempre qualcuno pronto a borbottare su un determinato cambiamento anche quando lo stesso è irrilevante ai fini della trama. Ci si dimentica, poi, che il medium televisivo è diverso da quello letterario o videoludico: vive di tempi diversi, di interpretazioni diverse. Adattare pari pari una storia nata in un contesto diverso alla televisione o al grande schermo è impossibile perché hanno due narrative differenti e bisogna adattarsi.
The Last of Us vive esattamente la stessa situazione de Gli Anelli del Potere: fin dal giorno zero, la serie HBO ha fatto esaltare tanti e imbestialire molti altri. Due fazioni ben delineate tra chi gridava (e grida tutt’ora) che adattare l’opera videoludica di Naughty Dog è “impossibile” o “non necessario”, e chi invece non vedeva (e non vede) l’ora di seguire le avventure di Joel ed Ellie. Io, se vi interessa la mia posizione, sono tra questi ultimi.
Un racconto che merita di essere per tutti
Una delle affermazioni più strane (e decisamente insensate) che mi è capitato di sentire nel corso di questi anni è stata questa: “La storia di The Last of Us merita di essere conosciuta solo dai videogiocatori“. Scusate, ma dove sta scritta sta regola? Sono il primo a dire che il racconto realizzato da Neil Druckmann e soci sia uno dei più importanti e potenti di sempre nella storia dei giochi per console, capace di catalizzare l’attenzione, attaccare allo schermo, far innamorare, emozionare e piangere. Un racconto unico di vita e di morte in un mondo post apocalittico che non ha più la speranza di vivere ma solo quella di sopravvivere, in cui gli esseri umani cercano di farsi largo tra i malati di Cordyceps (l’orribile malattia che ha piegato l’umanità) e il male più grande di tutti: gli esseri umani stessi.
The Last of Us (tranquilli, non farò spoiler) è una storia di crescita, di amore, di lotta per la sopravvivenza e di speranza che si scontra con un modo crudo, malvagio e, per questo, vero. La storia di due persone che si trovano, iniziano un viaggio e nel viaggio stesso finiscono per conoscersi e capire l’importanza di tante cose. Un gioco capace di educare ma anche di far emozionare dal primo all’ultimo minuto, arrivando all’apoteosi narrativa con The Last of Us Parte II, uscito un paio di anni fa. La seconda parte, anch’essa, è stata capace di dividere i fan per via di alcune scelte narrative che io ho reputato incredibilmente azzeccate e coraggiose. Un coraggio che, mi duole dirlo, spesso manca anche alle produzioni cinematografiche più grandi.
The Last of Us è, quindi, una storia che merita di essere conosciuta da tutti. Vi faccio un esempio chiaro: la mia fidanzata non ama giocare alla Play, quindi non ci giocherà mai. Come lei, tantissime altre persone di qualsiasi genere non amano stare con un joystick in mano e, di conseguenza, non potranno mai conoscere la storia di Joe ed Ellie. Per questo una serie è fondamentale ed è giusto che venga realizzata, perché permetterebbe anche a loro di conoscere uno dei racconti più belli e drammatici degli ultimi anni.
Un capolavoro o un fallimento?
Come sarà The Last of Us? Eccola, la domanda che serpeggia come una lama affilata.
L’unica cosa che posso dirvi con certezza, è questa: o sarà un fallimento epocale o un capolavoro senza eguali. Perché mi espongo così tanto? Perché conosco il materiale originale e so che, se fatta bene, potrebbe rivelarsi una delle serie tv più belle di tutti i tempi. Devo però accettare una piccola cosa, che va anche in contraddizione all’altra appena scritta: The Last of Us la serie sarà sia un fallimento che un capolavoro. Perché? Perché, come scrivevo prima, indipendentemente dalla sua qualità sarà amata da tanti e odiata da tanti altri. Questa è la regola delle grandi storie, e sarà così.
Ci sono però dei fattori che mi fanno propendere a pensare che sarà un capolavoro, almeno per me. Andiamo a valutarli insieme
La produzione
Dietro alla serie di The Last of Us non c’è il primo capitato a caso, bensì HBO, nota casa di produzione statunitense che ha realizzato alcune tra le opere più belle di sempre come Game of Thrones, i Soprano, The Wire, Chernobyl, Euphoria, True Detective e Band of Brothers. Se questo non dovesse bastare, la stessa Naughty Dog è produttrice con Neil Druckmann, autore del videogioco, a co-scrivere la sceneggiatura insieme a Craig Mazin (Chernobyl). Tutto questo in aggiunta ai 100 milioni spesi per realizzarla, una cifra importante che poche altre serie hanno potuto vantare.
Il cast è una delle voci che più ha fatto storcere il naso ai fan: Pedro Pascal (The Mandalorian, Game of Thrones) nei panni di Joel è una scelta ben vista per la maggior parte delle persone, mentre Bella Ramsey (Game of Thrones) nel ruolo di Ellie suscita moltissime perplessità; vuoi per l’aspetto davvero troppo diverso rispetto al personaggio originale, vuoi per l’età o perché non ha mai avuto ruoli importanti, sono in molti a dubitare della scelta. Tanti, anzi, la attaccano apertamente nei forum, sui social e sotto i video ufficiali. Non convince nemmeno me, ma continuo a ripetermi: aspettiamo, vediamola su schermo.
Un teaser trailer maestoso
Il 26 settembre 2022 è stata una data importante per il fandom: è uscito il primo teaser trailer della serie The Last of Us. Con oltre 20 milioni di visualizzazioni complessive, il teaser è riuscito a convincere la maggior parte delle persone grazie a un rispetto per l’opera originale viscerale con scene che sembrano essere replicate pari pari dalle sequenze narrative del gioco. Inoltre, aver integrato Alone and Forsaken di Hank Williams come colonna sonora, che molti di noi ricorderanno essere presente anche nel videogioco in una scena importantissima, ha permesso subito di entrare nelle atmosfere cupe e permeate di solitudine della storia.
Pedro Pascal, in alcuni frame, sembra proprio Joel (soprattutto nelle riprese da dietro e di profilo), mentre i dubbi su Bella Ramsey non hanno fatto altro che alimentarsi con l’uscita del teaser. Personalmente mi tengo delle riserve sull’argomento: il trailer ha mostrato alcuni momenti intensi del suo personaggio e, quando è apparsa, è sembrata perfettamente calata nella parte, a livello recitativo. Restano però, anche per me, dubbi sulla sua presenza scenica generale nei panni di Ellie.
Un piccolo consiglio
Vorrei concludere l’articolo con un piccolo consiglio che, in primis, vorrei dare a me stesso: dobbiamo provare a gustarci i film e le serie senza essere condizionati dal materiale originale fin dalle prime battute. Dico questo perché, come voi, anche io mi faccio influenzare da determinate scelte di produzione che portano inevitabilmente a farmi godere meno un prodotto. Questo è stressante, pesante. So benissimo che spesso viene automatico, senza pensarci, e so perfettamente che non è facile accettare cambiamenti apportati a una storia che abbiamo amato alla follia e che riteniamo perfetta così com’è.
Lo sforzo che dobbiamo fare è proprio questo, perché altrimenti rischiamo di rovinarci sempre l’esperienza della visione. Infine, dobbiamo ricordarci che in base al contesto una storia deve essere narrata in modo differente e che il fattore più importante è che una serie mantenga lo spirito dell’opera originale. Questo non deve mai trascendere, non il fatto che un personaggio da biondo sia diventato moro. Non è facile, anzi è dannatamente difficile. Ma dobbiamo farlo. Per noi.
The Last of Us la serie: conclusioni
The Last of Us sarà un capolavoro per tanti e un fallimento per tanti altri, a prescindere. Inutile girarci intorno. La speranza, ovviamente, è quella di assistere a una produzione di livello che rispetti a pieno lo spirito dell’opera madre e, in questo caso, ci sono pochi dubbi vista la presenza di Naughty Dog e dello stesso Neil Druckmann.
Dobbiamo avere speranza e, soprattutto, dobbiamo accettare che una storia può cambiare in base al contesto narrativo e che non può piacere a tutti. Quello di cui sono sicuro, oltre ogni cosa, è che comunque vada The Last of Us la serie sarà un’esperienza unica e intramontabile, che resterà per molto tempo nei nostri occhi. In un modo o nell’altro.