Le produzioni britanniche riescono sempre nell’intento di realizzare serie tv complesse e impegnative facendole sembrare il lavoro più semplice al mondo. Non fa eccezione Andrew Haigh, che con la creazione di “The North Water” regala al pubblico uno storico ambientato tra i mari nel 1859. Vi ricordiamo che The North Water recensione è la nostra opinione a caldo e in anteprima dei primi due episodi per voi, per farvi scoprire, senza spoiler, se questa serie rispecchia i vostri gusti. Rimanete con noi!
Partiamo proprio da lui: Andrew Haigh. Produttore, regista e sceneggiatore inglese quarantottenne, Haigh si è dedicato all’inizio della sua carriera principalmente ai cortometraggi: “Oil”, del 2003 è il suo esordio ufficiale. Ma, prima ancora, è stato assistente al montaggio di film come “Black Hawk Down” e “Il Gladiatore”, entrambi diretti da Ridley Scott. Penso che la vita privata di qualsiasi persona non dovrebbe influenzare la vita lavorativa, ma in questo caso credo sia giusto specificare il dichiarato orientamento sessuale del regista, che nel corso della sua carriera ha portato in scena opere aventi come tematica principale proprio l’omosessualità. Basti pensare a “Greek Pete”, il suo primo lungometraggio del 2009, un’aperta denuncia della prostituzione maschile che, oltre a essere stato presentato al London Lesbian and Gay Film Festival, gli è valsa la vittoria dell’Artistic Achievement Award all’Outfest e il premio della giuria all’Atlanta Film Festival. Negli anni, poi, i suoi film hanno sempre trattato le relazioni gay anche da un punto di vista romantico, come “Weekend” del 2011 con protagonisti Tom Cullen e Chris New. Nel mondo delle serie tv, Andrew Haigh è stato produttore esecutivo di dieci episodi della statunitense “Looking”, del suo film conclusivo e di due episodi della serie drammatica targata Netflix “The OA” (cancellata dopo due stagioni nel 2019). Il progetto di “The North Water” prende vita nel 2016 dopo la pubblicazione del romanzo “Le acque del Nord” di Ian McGuire. Insomma, Haigh non è proprio un regista di primo pelo e penso che questo nuovo lavoro lo porterà a essere conosciuto davvero a livello internazionale.
The North Water recensione: un thriller su carta e visivo
Grazie alla casa editrice Einaudi, dal 2018 è possibile recuperare nelle librerie italiane il romanzo che ha ispirato la serie tv. Ian McGuire, classe 1964, ha concentrato i suoi studi sulla letteratura americana, conseguendo un master all’università del Sussex e un dottorato all’Università della Virginia. Nel 2007 è stato co-fondatore del Centre for New Writing presso l’università di Manchester. Dopo la pubblicazione di svariati articoli sulle testate giornalistiche più note (come la Paris Review e la Chicago Review) esordisce nel 2006 con il romanzo “Incredible Bodies”, ambientato in un campus e con uno spiccato taglio umoristico. Dopo un saggio dedicato allo scrittore statunitense Richard Ford, torna nelle librerie nel 2016 con il suddetto “Le acque del Nord” e nel 2020 con “L’astemio” (anche questo pubblicato quest’anno da Einaudi). Ciò che tanto viene apprezzato della scrittura di McGuire è il suo adattarsi a ogni situazione rappresentata su carta: il processo di studio dell’autore lo porta a incanalare la sua storia nel periodo storico più idoneo, con una cura della descrizione delle epoche immersiva e precisa. “Le acque del Nord” non è solo uno spaccato dell’Inghilterra dell’Ottocento, ma è anche un diario di bordo dedicato alle attività delle baleniere nelle gelide acque inglesi, un diario che fa da cornice a una vicenda che instilla la tensione pagina dopo pagina. Il suo stile fluido e diretto riesce con facilità a tenere incollati alle pagine conducendo in una spirale discendente oscura che posso assicurarvi è ben rappresentata dalla narrazione visiva di Andrew Haigh, con un ritmo narrativo sempre più crescente, già in questi primi due episodi.
The North Water recensione: di cosa parla?
A bordo della nave baleniera Volunteer, un gruppo di marinai sconosciuti si unisce per andare alla volta del grande Nord, luogo ricco di risorse da prelevare e portare in Inghilterra. Il freddo pungente dell’Artico non sembra però allontanare ciò che i protagonisti nascondono nell’animo, trascinandosi addosso le ombre lugubri del proprio passato. Il ramponiere Henry Drax non perde occasione per mostrare la propria brutalità, mentre il medico Patrick Sumners cerca in questo viaggio un motivo di riscatto per le sue costrette precedenti dimissioni. Capitanati da Arthur Brownlee, tutti coloro che salpano con lui si ritroveranno non solo a contatto con la natura selvaggia, ma con la bestialità primordiale insita in ognuno e che trova ora l’occasione per fuoriuscire esplosiva. A partire da un crudele omicidio che instillerà nelle loro menti il seme del dubbio, i personaggi dovranno faticare per mantenersi lucidi e non perdere la rotta di un viaggio che li cambierà tutti profondamente.
Quella ideata da Ian McGuire e, di riflesso da Andrew Haigh, è una storia particolare che non ha tanti altri esempi di riferimento e che è speciale proprio per questo preciso motivo. “The North Water” fa uscire il pubblico medio delle serie tv dalla propria confort-zone per presentare una trama apparentemente comune e di poco conto ma con un taglio che colpisce al primo sguardo e che si fa apprezzare per il suo essere così tanto fruibile. Non serve essere esperti di storia o di vita tra i mari per seguirla, ma solo la volontà di mettersi in discussione come esseri umani. Gradualmente si empatizza con la situazione e con chi si ritrova a viverla sulla propria pelle, arrivando a percepire il freddo dei ghiacci e i sentimenti contrastanti che li trasforma: da scapestrati lupi di mare a tormentate vittime di loro stessi.
The North Water recensione: un viaggio glaciale nei ribollenti istinti
I primi due episodi della serie tv “The North Water” danno modo allo spettatore di conoscere, con pochi ma incisivi tratti, i personaggi principali della vicenda. Ecco, così che fa la sua comparsa Henry Drax, uomo allo sbando che vive alla giornata, nel tentativo di tirare su qualche soldo o più comodamente di farsi offrire da bere. Un uomo dal misterioso passato che mostra subito la sua crudeltà e non manca di farlo presente una volta partito con la spedizione. Il personaggio è interpretato da un insolito quanto superlativo Colin Farrell, che dà corpo a Drax con precisione e arduo lavoro, soprattutto nel portamento e nello sguardo in grado di leggere dentro. Altro personaggio interessante è quello di Patrick Sumner, giovane medico che parte per questo viaggio con il desiderio di abbandonare al porto i suoi fantasmi del passato.
Haigh non ci va affatto per il sottile: fin dalla prima scena riempie l’atmosfera con dei toni cupi e drammatici, a tratti riconducibili a un horror che ancora deve fare il suo corso. Non ci sono spaventi improvvisi, ma sicuramente diventa soffocante il raccapriccio che gela il sangue nelle vene in chi sta guardando, dal linguaggio crudo alle scene di scuoiamento degli animali. Dentro allo schermo è questa la normalità, è questo il quotidiano vissuto dagli uomini presi in causa, che riescono nel mezzo a provare gusto e divertimento per quello che fanno. Una vita fatta di sporcizia e violenza non sembra impressionarli, ma riesce a essere incisiva con lo spettatore, che si ritrova alla disperata ricerca del buono dove sembra prevalere nient’altro che l’oscurità umana. Le speranze di uno spiraglio di luce crollano proprio sul tramontare della seconda puntata, con un omicidio efferato che lascia stupito lo stesso equipaggio, che tentennando si mobilita con i primi tentativi d’indagine.
C’è quindi una contrapposizione tra bene e male palpabile nel corso della storia, uno scontro che vede come primi rappresentanti proprio Sumner e Drax, caratterialmente diversi e spinti da ideali più o meno discutibili, che sono paralleli ma al tempo stesso due facce di un’unica medaglia, quella che di fatto include tutti noi in quanto esseri viventi. Altra dualità è quella determinata dal gruppo e dal singolo, perché ogni marinaio deve fare i conti sia con sé stesso che con gli altri, mettendo a volte a tacere i propri interessi piuttosto che renderli egoisticamente pubblici. Infine, quello più importante di tutti: il confine sottile tra animale e uomo. Ci definiamo animali evoluti, coloro che sono tali perché in grado di controllare gli istinti a favore del raziocinio. Ma la natura non perdona e ci ricorda senza giri di parole cosa siamo veramente di fronte al suo essere sconfinata a mai davvero comprensibile. Ci ricorda inoltre che il nostro essere buoni o cattivi non dipende da lei e che con lei non ci si può giustificare per le proprie azioni. La morte, di fronte a lei, è giusta. Di fronte a noi, invece, non lo è mai in nessuno caso.
The North Water recensione: dettagli e cast
La serie tv “The North Water” è composta da 5 episodi di circa un’ora ciascuno. Si tratta di una co-produzione internazionale che coinvolge l’emittente britannica BBC e la rete canadese CBC Television. Nel cast troviamo, tra gli altri, Colin Farrell nei panni di Henry Drax, Jack O’Connell impersona Patrick Sumner, mentre Stephen Graham presta il volto al Capitano Arthur Brownlee e Tom Courtenay è Baxter. Nel doppiaggio italiano troviamo nomi come: Alberto Bognanni, Daniele Raffaeli, Emilio Mauro Barchiesi e Alessio Cerchi.
La serie è stata presentata per la prima volta negli Stati Uniti tramite la piattaforma streaming AMC+ lo scorso 15 Luglio, prima ancora della messa in onda nel Regno Unito su BBC Two il 10 Settembre e in Canada su Super Channel Fuse il 19 Settembre. Dal 7 Dicembre, grazie a TIMvision, “The North Water” sarà disponibile anche per l’Italia, con un episodio ogni martedì.
The North Water recensione: conclusioni
Vi ricordiamo che il presente articolo è la recensione in anteprima dei primi due episodi di “The North Water”. Dato il positivo riscontro, attendiamo il rilascio delle prossime tre puntate per dare un giudizio complessivo di questo nuovo prodotto televisivo.
Nel complesso queste prime due puntate sono un’introduzione necessaria a quello che sicuramente verrà dopo, sia per conoscere i personaggi che per comprendere il mood della storia. Non sarà una serie tv che tutti guarderanno, né possiede quella trama d’impatto che colpisce al primo sguardo. Eppure, “The North Water” ha quel fascino che porta lo spettatore a domandarsi come si riescano a concepire certe idee e come le stesse possano intaccare le personali certezze mettendo in discussione anche il più saldo principio.
Ciò che al momento m’incuriosisce di più è scoprire se la serie tv prenderà una rotta diversa rispetto al romanzo o se piuttosto la fedeltà al lavoro originale è stata mantenuta dall’inizio alla fine, sviluppando il tutto in queste cinque puntate.
Conoscevate “The North Water”? Guarderete la serie tv? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti!
Recensione in breve
The North Water
Una serie tv drammatica che esplora le gelide acque del Nord in parallelo al gelo che può albergare nell'animo umano. Una storia che, fatte le dovute premesse, non stanca e instilla la giusta curiosità per avanzare di puntata in puntata.
PRO
- Una trasposizione televisiva valida di un romanzo assolutamente da recuperare.
- I dettagli storici e della faticosa vita da marinai.
- Un cast stellare che conferma la qualità attoriale generale.
- Le intense emozioni che la storia riesce a far emergere.
CONTRO
- Bisogna resistere alla lunga ma doverosa introduzione.