Ve ne avevamo già parlato nelle novità di questo mese, ma oggi eccoci qua. Dal 5 agosto è disponibile in streaming il film Tredici Vite, un progetto originale di Prime Video che vi presentiamo oggi con la nostra recensione senza spoiler. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Tredici Vite Prime Video recensione: introduzione
Quando ci si trova di fronte a un film tratto da una storia vera, ci si chiede sempre quanto la narrazione sia efficace e all’altezza di ciò che realmente è accaduto.
Questo è lo stesso quesito che ci si pone di fronte all’uscita di Tredici Vite, una pellicola hollywoodiana che ha tutte le carte in tavola per risultare spettacolare agli occhi di chi osserva.
Ma la spettacolarizzazione è sempre necessaria e gradita?
Tredici Vite Prime Video recensione: la trama
23 giugno 2018. Una squadra di calcio thailandese, composta da dodici ragazzini e il loro allenatore, si avventura nella nota grotta di Tham Luang, nella provincia di Chiang Rai, per un pic-nic e festeggiare il diciassettesimo compleanno di uno di loro. Le forti piogge che danno il via al lungo periodo dei monsoni allagano gli stretti cunicoli bloccando irrimediabilmente il gruppo all’interno.
Ha inizio così un’operazione di salvataggio epocale, che ha coinvolto più di 5000 persone provenienti da tutto il mondo. Sarà una squadra di sommozzatori britannici esperti a decidere di intervenire per tentare di ritrovare i ragazzi e portarli in salvo.
Tredici Vite Prime Video recensione: la duplice lingua
Tredici Vite è un film che mette in discussione l’emotività del singolo spettatore. Chi, nel 2022, ricorda ancora questa vicenda potrebbe avere un approccio un po’ più distaccato, sapendo già come si svolsero le operazioni e conoscendone l’esito. Per tutti coloro che invece non ricordano o non conoscevano prima questa storia, sarà molto più facile decidere di addentrarsi nei fatti e rimanerne coinvolti. Facile, nonostante la difficoltà della barriera linguistica.
Per far calare ancora di più nella situazione, infatti, si è deciso di caratterizzare l’intera pellicola con la doppia lingua, nel nostro caso doppiata in italiano quando sulla scena ci sono i protagonisti britannici e lasciata sottotitolata quando a comunicare sono i personaggi del luogo. Eccezione fatta per i funzionari locali, che parlano la stessa lingua degli stranieri quando le circostanze li porta a interagire, bisogna tenere conto dell’alternanza audio e sottotitoli, un passaggio tuttora complesso a cui non tutto il pubblico potrebbe essere abituato. Eppure, è necessario riuscire a starci dietro, soprattutto considerando la lunga parte iniziale del film ambientata in Thailandia all’inizio della vicenda, prima dell’intervento dei sub britannici.
Questa è una scelta comprensibile da un lato, ma non del tutto digeribile dall’altro proprio perché non tutti i Paesi sono abituati a vedere film in lingua originale con sottotitoli. Se questo è attribuibile a una carenza culturale in tal senso, rimane comunque il fatto oggettivo di una presenza imponente, all’interno del film, di una lingua non intuibile all’ascolto e che necessita per forza della traduzione scritta per non avere una visione soltanto parziale dei fatti raccontati. Per quanto la storia possa interessare su vasta scala, è difficile capire, tra le proprie conoscenze, se si consiglierebbe a tutti la visione, resa difficoltosa da questo elemento.
Tredici Vite Prime Video recensione: il coinvolgimento emotivo
Superato questo fattore, su cui però abbiamo voluto fare una doverosa deviazione, il film prende sempre più ritmo diventando ancora più coinvolgente di minuto in minuto. Dopo il primo colpo emotivo nell’avere ritrovato tutto il gruppo ancora vivo dopo nove giorni di prigionia, si ha un sincero interesse nel capire quali misure verranno adottate per cercare di tirare fuori tutti.
Questo perché, se il sistema di camere e cunicoli che compongono la grotta sono facilmente agibili in condizioni normali, la presenza massiccia dell’acqua rende possibili i movimenti soltanto a chi è in grado di nuotare in condizioni estreme. L’incapacità di nuotare al buio, in uno spazio molto ristretto in mezzo a rocce che feriscono e quasi avviluppano il corpo, provoca reazioni incontrollabili quali attacchi di panico improvvisi e sensazioni di forte disagio.
Reazioni umanamente comprensibili, ma che hanno reso le probabilità di salvataggio molto basse, considerando che il viaggio in immersione avrebbe richiesto diverse ore, non minuti. Tredici Vite risveglia degli istinti primordiali e mette a contatto con l’ansia, la paura, il senso stesso di soffocamento, resi magistralmente su schermo grazie a una regia esperta e a delle inquadrature complesse perfettamente realizzate. Tale coinvolgimento emotivo rende la visione abbastanza scorrevole nonostante le due ore e mezza da cui è composta la pellicola.
Tredici Vite Prime Video recensione: la mancanza di spettacolo
Prima si parlava di spettacolarizzazione e un punto a favore di Tredici Vite è che ne è completamente privo. Dicevamo che la durata totale del film è di due ore e mezza: per tenere in piedi il tutto non ci sono musiche epiche, né scene d’azione tipicamente holliwoodiane e nemmeno discorsi morali che avrebbero reso la storia di parte. Non vengono prese posizioni, né ingigantiti i meriti a discapito delle forze thailandesi: tutto segue un flusso lineare, quasi documentaristico, ma che lascia modo all’emotività del momento di scorrere e rendersi protagonista insieme all’intervento pratico di chi ha avuto il coraggio e il sangue freddo di immergersi ancora, ancora e ancora.
Una cosa viene celebrata: lo sforzo umano, coeso al di là di interessi politici ed economici (che non mancano, ma vengono superati) volto soltanto a rendersi utile e a dare una mano. Le singole capacità vengono semplicemente messe al servizio quando queste passano dall’essere personali a straordinarie, dando agli altri possibilità e speranze che in assenza non potrebbero avere.
L’emotività che vuole essere trasmessa è talmente dirompente da non lasciare il tempo di soffermarsi su altro se non sulla vicenda stessa. Non sono presenti, infatti, approfondimenti sulle vite dei protagonisti, che si scorgono sullo sfondo in pochissime occasioni, né analisi specifiche sulla loro caratterizzazione psicologica. Questa riduzione all’osso, però, è compensata dalle capacità attoriali di cui non si ha il minimo dubbio: basta uno sguardo. Un solo sguardo scambiato tra loro in grado di trasmettere una vita.
Tredici Vite Prime Video recensione: è davvero utile?
L’unico quesito che mi viene da porre è: Tredici Vite è davvero necessario come film? Per tutta la durata della pellicola si fatica a comprendere quanto la vicenda in Thailandia sia importante a livello mediatico dal punto di vista della realizzazione di un film. Il metodo utilizzato per il tentativo di salvataggio (che non specificherò, proprio per dare la possibilità a chi non ricorda di scoprirlo sul momento) è obiettivamente senza precedenti: mai nessuno aveva tentato una manovra del genere, forse nemmeno mai pensata. È probabilmente, oltre a tutto ciò che abbiamo detto finora, un elogio all’ingegno umano e a quanto lontano l’intelletto e le capacità possono sempre farci arrivare.
A livello d’intrattenimento, però, troviamo eccessiva la quantità di prodotti che ruotano attorno alla vicenda, considerando che il film di quest’anno è preceduto già da un altro adattamento thailandese del 2019 e che Netflix ha in programma (a quanto pare per il prossimo mese) una serie tv. Insomma, tutto quello che di buono abbiamo detto finora sembra quasi scadere in una corsa a chi arriva prima, in cui il primo adattamento ha avuto una relativa mancanza di attenzione e quindi ha avuto necessità del prodotto americano di ben più vasta scala per farsi ricordare. Sul progetto futuro, meglio non esprimersi.
In ogni caso, Tredici Vite è un film in grado di coinvolgere sul momento in modo sorprendente e inaspettato. Il timore è che possa essere un prodotto che rischia facilmente di finire presto nel dimenticatoio, scavalcato da ben altre pellicole più commerciali e, probabilmente, più desiderate.
Tredici Vite Prime Video recensione: il cast e la produzione
Il film Tredici Vite è un film diretto dal Premio Oscar Ron Howard, con la sceneggiatura di Don MacPherson e William Nicholson. La produzione è della Storyteller Productions in collaborazione con Magnolia Mae Films e Imagine Entertainment. Le riprese si sono svolte in Australia, in particolare a Gold Coast e zone limitrofe nel territorio di Queensland. La pellicola è conosciuta a livello internazionale con il titolo Thirteen Lives.
Il cast è così composto: Viggo Mortensen nel ruolo di Rick Stanton, Colin Farrell nei panni di John Volanthen, Joel Edgerton interpreta Richard Harris, Tom Bateman nel ruolo di Chris Jewell e Paul Gleeson interpreta Jason Mallinson.
Tredici Vite Prime Video recensione: conclusioni
Per come abbiamo percepito il film, ci auguriamo che il lavoro di Ron Howard e tutti gli altri venga giustamente riconosciuto con l’apprezzamento del pubblico. Non solo come grande progetto occidentale, ma anche per come hanno reso su schermo un fatto di cronaca piuttosto lontano e che rischiava tristemente di essere dimenticato. Riportarlo in auge ci ricorda fin dove ci si può spingere e che anche i limiti in apparenza più invalicabili possono essere superati.
Conoscete Tredici Vite? Guarderete il film? Fatecelo sapere!
Recensione in breve
Tredici Vite
Tredici Vite è un film che ripercorre i fatti realmente accaduti nel 2018 in Thailandia durante le operazioni di salvataggio nella grotta di Tham Luang. I fatti sono riportati fedelmente senza prendere le parti di nessuno. Le emozioni suscitate sono forti, nonostante la mancanza di approfondimento dei protagonisti e l'assenza di scene d'azione classiche. Probabilmente passerà in fretta in secondo piano, ma sul momento rimane una visione meritevole, ottima anche da un punto di vista tecnico.
PRO
- Un'ottima trasposizione di un fatto realmente accaduto
- Attori impeccabili
- Le forti emozioni che la pellicola riesce a suscitare
CONTRO
- Un'eccessiva presenza di parti sottotitolate
- Una vicenda non inedita, già trasposta nel 2019
- Difficilmente la pellicola diventerà memorabile