La copertina dell’ultimo numero di Vogue è stata attaccata quasi all’unanimità dal mondo della critica, rea di aver fatto fotografare la ginnasta Simone Biles da Annie Leibovitz, una fotografa bianca. Ecco cosa è successo.
Copertina Vogue Simone Biles: una critica sensata?
Dalla morte di George Floyd, il movimento Black Lives Matter ha condizionato il mondo intero. La voce delle persone oppresse e soppresse dal sistema si è fatta sempre più forte, sempre più fiaccola di un cambiamento che, personalmente, spero si concretizzi veramente. Sono convinto, come migliaia di centinaia di altre persone, che è ora di smetterla col razzismo, con la violenza gratuita, col denigrare le persone solo per il colore della loro pelle o la loro etnia. Siamo nel 2020 e dovremmo aver capito che l’odio porta solo odio, che la violenza è in grado di generare soltanto altra violenza. Quello che mi perplime, però, è quando delle branche nate da una giusta causa arrivano a criticare delle situazioni che, dal mio punto di vista, non sarebbero da criticare. Questo, secondo il mio personalissimo ed opinabile pensiero, genera soltanto altro astio. La copertina di Vogue con Simone Biles, ginnasta nera di fama mondiale, è stata pesantemente attaccata dalla critica perché realizzata dalla fotografa bianca Annie Leibovitz, ritrattista che da anni ricopre un ruolo di spicco nel mondo editoriale.
La copertina di Vogue con Simone Biles è stata attaccata dalla critica perché rea, secondo l’opinione pubblica, di essere stata appunto scattata da una fotografa bianca al posto di una di colore. Il New York Times, il fondatore di Black Women Photographers e tanti altri hanno dato voce a quella che secondo loro è un’offesa incredibile, resa ancora più evidente dall’utilizzo errato (secondo loro) delle luci di scena, che avrebbero tolto la tonalità della pelle di Biles. Secondo la critica un fotografo o una fotografa di colore avrebbe saputo come gestire l’illuminazione al fine di avvalorare il colore della pelle della ginnasta, al posto di “sbiadirlo”. Tutto questo, oltre a farne un discorso prettamente etico.
Copertina Vogue Simone Biles: cosa ne penso
In questo paragrafo conclusivo vorrei darvi la mia personalissima, ed opinabile, considerazione: io sono pro verso ogni movimento che miri a dare dignità alle persone, e l’omicidio (perché di questo si tratta) di George Floyd ha creato un effetto domino che ha sensibilizzato il mondo e questo è solo che positivo, dal mio punto di vista. Riuscire, da una tragedia, a tirare fuori del bene non è facile, ma il movimento Black Lives Matter ci è riuscito e spero che riuscirà sempre più a dare voce a tutti coloro che non l’hanno o non vengono ascoltati. Però, penso dentro di me, che a volte si vada un po’ troppo oltre, che si prenda una giusta causa e la si getti su situazioni che non meriterebbero di essere attaccate. La copertina di Vogue con Simone Biles non è la prima a rappresentare una persona di colore fotografata da una bianca, da sempre moltissime personalità di spicco vengono immortalate da fotografi bianchi, però ora, essendo nel periodo clou del movimento, la sassaiola è arrivata a colpire. Non voglio mettere voce sulle motivazioni che hanno spinto il mondo ad attaccare la scelta dell’editoriale, però sono fermamente convinto che ci siano situazioni molto più gravi da risolvere legate all’oppressione delle persone di colore e penso che questa, oltre ad essere relativamente futile, in un altro momento storico non sarebbe mai scaturita. Esite perché è contestualizzata in un periodo dove tutti tendono, anche i meno interessati, a dire la loro giusto per farsi vedere. Con questo non voglio assolutamente dire che chi ha generato l’astio verso questi scatti non abbia le sue ragioni, la mia domanda è se il problema sarebbe nato ugualmente se fosse stata realizzata un anno fa.
La battaglia al razzismo continua, deve continuare e continuerà perché l’essere umano, di sua natura, è stupido e pieno di arroganza. Gli sforzi profusi, però, dovrebbero essere focalizzati sulle vere problematiche e non perdersi nel trovare un problema in quelle situazioni dove, probabilmente, il problema non sussiste se non viene creato dalle persone stesse. Ripeto che queste sono considerazioni del tutto personali ed opinabili, però mi piacerebbe molto conoscere il vostro punto di vista e confrontarmi eventualmente se qualcuno la pensasse diversamente.