L‘ultimo numero di Vogue Portugal, distaccamento nazionale della rinomata rivista di moda, ha creato scalpore: presentando un chiaro riferimento alle malattie mentali ha spaccato il mondo in due, tra coloro che apprezzano lo sforzo e capiscono la volontà di entrare nei dettagli di un problema serio e chi, invece, ne vede solo una mossa attuata per far parlare di sé.
Vogue Portugal malattie mentali: una copertina che fa discutere
Con l’ultima copertina, Vogue Portugal ha sollevato un polverone di commenti: il riferimento alle malattie mentali non è andato giù a tutti, e molti ci hanno visto esclusivamente una tattica per far parlare di sé e attirare l’attenzione. Stando agli editori, la scelta di questa fotografia è stata fatta appositamente per “far luce” e parlare di un’importantissima questione che ancora oggi viene poco considerata, inserendo all’interno del numero anche numerose interviste e interventi da parte di psichiatri, sociologi ed esperti. La scelta dell’immagine, che come vedrete sotto rappresenta una ragazza nella vasca da bagno mentre due curatrici la lavano, è stata persino attaccata dalla stessa modella, Sara Sampaio, che si è espressa senza mezzi termini sulla questione: “Lo trovo di cattivo gusto. Immagini come questa non dovrebbero rappresentare uno sbocco per un’eventuale conversazione sulle malattie mentali”.
Su questa questione potremmo aprire un dibattito davvero infinito, che con ogni probabilità culminerebbe con un nulla di fatto. La verità, forse, sta nel mezzo: personalmente penso sia importante parlare di certe cose e il veicolo attraverso il quale divulgare i concetti penso sia del tutto irrilevante perché l’importante è che se ne parli. Fatto sta che Vogue, con questa uscita, possa aver avuto sicuramente l’intenzione di far parlare di sé e alzare di conseguenza il numero delle vendite. Come sempre la verità sta li, distante dal bianco e dal nero e navigante in un mare di scale di grigi.
Vogue Portugal malattie mentali: conclusioni
Le malattie mentali sono un problema serio, e Vogue Portugal con questa copertina ha sollevato un vaso di Pandora che probabilmente dieci anni fa non si sarebbe scoperchiato: l’epoca social in cui viviamo, dove tutto è alla portata di tutti e chiunque può mettere bocca sulle questioni come se fosse un critico insignito di onori, è una lama a doppio taglio: da una parte le informazioni circolano alla velocità della luce permettendo a tutti di parlare e discutere di un argomento, ma dall’altra proprio questa facilità di fruizione può generare dibattiti infiniti ed insensati portati avanti per il solo scopo di disquisire. Comunque, detto questo, che se ne parli bene o male è sempre pubblicità. E la pubblicità, lo sappiamo, fa tutta la differenza del mondo.